Come è cambiata l’imposizione fiscale sui dividendi di SRL, SPA ed SRLS

Tra le varie novità che ha portato con se la Legge di Bilancio per il 2018 (L. 205/2017) ce n’è una che è passata un po’ in sordina al grande pubblico.

Una riforma del quale i media hanno parlato poco e, forse solo gli addetti ai lavori hanno avuto modo di recepire ma, soprattutto, di capire quanto e come questa possa incidere ancora una volta negativamente sulle tasche degli italiani, perchè rappresenta un aumento del livello di tassazione relativa agli utili di partecipazione in società di capitali di quasi il 14%.

Andiamo a vedere, innanzitutto, quale sia questa novità e in che modo incida, così pesantemente sui contribuenti persone fisiche detentori di partecipazioni, qualificate e non in società di capitali.

La modifica sostanziale apportata dalla finanziaria 2018 relativa alla tassazione dei dividendi percepiti dalle persone fisiche non in regime di impresa, vale a dire i soci lavoratori e amministratori di una SRL, ad esempio, comporta l’equiparazione del trattamento fiscale relativo alle partecipazioni qualificate, alla stregua di quelle non qualificate.

Vale a dire che, anche per le partecipazioni qualificate, si procederà ad una ritenuta alla fonte del 26%, effettuata dalla società, sull’ammontare di quanto distribuito al socio percettore se persona fisica e non in regime di impresa.

Il socio, nulla dovrà più indicare sulla sua dichiarazione dei redditi. In questo caso, quindi, sarà l’impresa a versare la relativa ritenuta d’acconto, ovvero a pagare le tasse sull’utile percepito dal socio attraverso una imposta sostitutiva, e sarà obbligata a presentare la Cupe nel relativo modello 770.

Detta in questi termini sembrerebbe addirittura una facilitazione per il socio persona fisica che si ritroverebbe con un adempimento in meno, infatti non dovrebbe più inserire nella sua dichiarazione dei redditi quanto percepito come dividendo dalla società di capitali e, nemmeno più pagarci sopra l’IRPEF… Ma in realtà, questo, per il socio può diventare un vero e proprio salasso…. Vediamo il perchè…

Indice:

 

Tassazione dividendi SRL: cosa cambia dal 2018

Come detto, la Legge di Bilancio 2018 modificando le regole relative alla tassazione dei dividendi delle società di capitali distribuiti alle persone fisiche non in regime di impresa, ha equiparato il sistema per le partecipazioni qualificate a quello esistente delle partecipazioni non qualificate.

Ne consegue che, dal 2018, e, pertanto, in relazione agli utili eventualmente distribuiti dal 2019 in avanti varranno le seguenti regole:

  • Per le persone fisiche non in regime di impresa: sui dividendi percepiti, il contribuente non dovrà indicare nulla nella sua dichiarazione dei redditi personale e, in questo caso, sarà la società ad operare una ritenuta con aliquota secca al 26% sul quanto distribuito al socio. La società sarà poi obbligata alla presentazione della Certificazione degli utili e dei proventi equiparati e del relativo modello 770;
  • Per le società di persone e le persone fisiche in regime di impresa ovvero ditte individuali: nulla cambia, la tassazione sarà quella progressiva su una base imponibile del 58,14% dell’utile distribuito. Il 41,86% sarà pertanto esente da imposta mentre, sul 58,14% si applicheranno le aliquote IRPEF ordinarie.
  • Per le società di capitali: imposta calcolata su una base imponibile del 5% relativamente all’ammontare dell’utile percepito con una esenzione del 95%.

 

Tassazione dividendi persone fisiche: regime transitorio per gli utili degli anni precedenti

La Legge di Bilancio sopra citata ha regolamentato anche la tassazione relativa agli anni precedenti perchè, se è vero che per gli utili conseguiti dall’esercizio 2018 le cose cambieranno, è altresì vero che non sarebbe stato giusto per la distribuzione di utili deliberati dal 1 gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2022, ma relativi agli precedenti l’introduzione di quest’ultima normativa, cambiare le regole.

Questo significa che, relativamente alle partecipazioni qualificate,  per gli utili fino all’esercizio 2017 si procederà in questo modo:

  • per gli utili maturati fino al 31 dicembre 2007 la tassazione progressiva IRPEF in capo al socio dovrà essere calcolata sul 40% del dividendo incassato (in quel periodo l’aliquota IRES era al 33%);
  • per gli utili maturati dal 1 gennaio 2008 fino al 31 dicembre 2016 la tassazione progressiva IRPEF in capo al socio dovrà essere calcolata sul 49,72% del dividendo incassato (in quel periodo l’aliquota IRES era al 27,50%);
  • per gli utili maturati dal 1 gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2017 la tassazione progressiva IRPEF in capo al socio dovrà essere calcolata sul 58,14% del dividendo incassato (aliquota IRES attuale al 24,00%);
  • per gli utili maturati dal 2018 verrà applicata una ritenuta alla fonte, quindi in capo alla società, del 26% e il socio non dovrà più fare ne pagare nulla;

 

Tassazione dividendi: confronto con gli anni precedenti e problema deducibilità contributi INPS

Quella che può apparire come una semplificazione per i soci persone fisiche di una SRL, è diventato un vero e proprio salasso in termini di pressione fiscale, infatti, la ritenuta alla fonte operata dalla società sui dividendi distribuiti comporta, indirettamente sul socio amministratore o lavoratore che campa soltanto con il reddito della SRL, l’impossibilità di dedurre dal reddito i contributi INPS pagati derivanti dall’utile dichiarato dalla società.

Facciamo un esempio per capire cosa cambia con il nuovo regime di tassazione dei dividendi. Prendiamo come riferimento una SRL con un utile lordo di 100.000 euro e un solo socio amministratore e vediamo quale sarà il carico fiscale con il vecchio e il nuovo sistema di tassazione dei dividendi:

TASSE A DEBITO SRL
FINO AL 2017
DAL 2018
UTILE LORDO
100.000
100.000
IRES (24%)
24.000
24.000
IRAP (3,9%)
3.900
3.900
Utile netto
72.100
72.100

 

TASSE A DEBITO DEL SOCIO
FINO AL 2017
DAL 2018
Dividendo Imponibile (58,14%)
41.920
Ritenuta Imposta (26%)
18.746
Inps (24%)
24.000
24.000
Reddito Imponibile
17.920
Irpef
4.238
Reddito netto
43.862
29.354

Salta subito all’occhio una differenza abissale tra quanto sia l’utile netto che resta in tasca al socio tra il vecchio e il nuovo regime, così come salta all’occhio che la mancata deduzione dal reddito dei contributi INPS comporta un danno sostanziale in capo al socio che si ritroverebbe con una tassazione maggiorata del 14,3% !

Questo potrebbe scoraggiare, dal 2018, gli imprenditori a costituire nuove SRL oppure potrebbe portarli ad ovviare a questo problema scegliendo la tassazione per trasparenza.

Per correttezza di esposizione, di seguito ho inserito la tabella del calcolo di tassazione per trasparenza della stessa SRL, con la stessa compagine societaria e i medesimi utili:

TASSE A DEBITO SRL
REGIME DI TRASPARENZA
UTILE LORDO
100.000
IRES (24%)
IRAP (3,9%)
3.900
Utile netto SRL
96.100

 

TASSE A DEBITO DEL SOCIO
VECCHIO REGIME
Reddito Imponibile
100.000
Ritenuta Imposta (26%)
Inps (24%)
24.000
Reddito – Deduzione contributi INPS
76.000
Irpef
25.850
Reddito netto
50.150

Questo significa che dei 100.ooo € di reddito lordo della SRL in regime di trasparenza se ne vanno in imposte:

  • IRAP: 3.900 €
  • INPS: 24.000 €
  • IRPEF: 25.850

Per un totale di 53.750 € per cui il reddito netto sara di  € 46.250.

 

Come pagare meno tasse limitando la distribuzione dei dividendi

Visto le aliquote di tassazione dei dividendi di una SRL, e considerato che quei soldi sono già il risultato dell’imposizione IRES sull’utile della società e, ancora, proprio sulla quota dell’utile di competenza del socio operativo, lo stesso dovrà pagare anche i contributi previdenziali, ci si può fare una fotografia piuttosto completa di quello che è il peso fiscale di una SRL e quanto costino, al livello impositivo, quei dividendi.

Esiste una soluzione per risparmiare qualcosa, gestendo nella piena legalità la propria SRL, sulla distribuzione di denaro ai soci?

Ne esistono svariate ma in primo luogo è necessario conoscere tutte le opportunità che una corretta pianificazione fiscale può offrire e, soprattutto, imparare a gestire l’impresa in modo corretto ed oculato, non tralasciando alcun aspetto, e ottimizzando la gestione fiscale e patrimoniale della stessa.

Esistono svariati metodi per prelevare denaro legalmente dalla tua SRL senza ricorrere ai costosi dividendi che sono il risultato di una tassazione, a mio modo di vedere, assurda:

  • Rimborsi chilometrici: sono i rimborsi che possono ricevere i dipendenti, i soci lavoratori, gli amministratori per il solo fatto di utilizzare la propria automobile per le trasferte aziendali fuori dalla città in cui ha sede l’impresa. Grazie ai rimborsi chilometrici il soggetto che effettua la trasferta ha diritto a ricevere una somma di denaro proporzionale ai chilometri percorsi con il proprio mezzo di trasporto. E’ utile sottolineare, per comprendere la reale convenienza di questo strumento, che i rimborsi, in generale, e quindi anche i rimborsi chilometrici, sono esenti da qualunque tipo di imposizione (IRPEF, INPS, addizionali, ecc.). Quello che viene erogato dall’impresa entra direttamente, e per intero, nelle tasche del percipiente. Sembra una stupidaggine ma a fine anno, se consideriamo quante volte un titolare di impresa, un socio o un amministratore, si spostano con la propria auto, con un’apposite ed oculate registrazioni, è possibile imputare a rimborso parecchi euro che verrebbero invece spartiti tra i soci come dividendi, con tutte le imposizioni relative. Un ottimo metodo per prelevare denaro dalla propria SRL senza pagarci alcuna tassa;
  • Rimborso forfettario: come il rimborso chilometrico, anche il rimborso forfettario rientra tra quelle soluzioni per prelevare soldi dalla tua SRL in modo legale ma, soprattutto, esentasse. Il rimborso forfettario lo puoi ottenere solamente se all’interno della tua SRL hai diritto a ricevere la busta paga come socio, o il cedolino degli emolumenti come amministratore. All’interno del cedolino, o della busta paga, potrai inserire un’importo forfettario di 46,48 euro esente da contributi ed imposte per ogni uscita (trasferta), che fai per motivi aziendali, al di fuori del comune di residenza della tua impresa. Ad esempio, se come amministratore ti rechi dal commercialista, puoi indicare il rimborso forfettario, oppure se ti rechi da un cliente o da un fornitore per vedere un lavoro, per una riunione o per qualsiasi altro motivo, puoi indicare nel tuo cedolino i 46,48 euro del rimborso. Qualcuno potrebbe obiettare che per utilizzare questo strumento sia però necessario emettere un cedolino amministratore per gli emolumenti, o una busta paga, con tutti i relativi costi per il consulente del lavoro e i contributi da versare, ma è altresì vero che un amministratore, o un socio, esce parecchie volte col proprio mezzo, e un buon bilanciamento tra l’emolumento e il rimborso forfettario che se calcolato, ad esempio per 10 giorni, da luogo ad un importo di 464 euro, potrà consentire di prelevare tali somme senza pagare imposte. che sennò sarebbero state a debito, se lo stesso importo fosse stato erogato come emolumento.

Da soli, questi due strumenti ti consentiranno anche di inserire a bilancio, tra i costi, tutto quello che avrai erogato come rimborso forfettario e rimborso chilometrico e, pertanto, su questi importi non pagherai nemmeno l’IRES e l’IRAP quindi il risparmio non è solo relativo all’imposta sostitutiva sulla distribuzione degli utili ma anche sulle altre due grandi imposte che devi pagare se hai una SRL.

E’ necessario però fare molta attenzione nell’utilizzo dei rimborsi perchè, come al solito, il confine tra il giusto sfruttamento di questi strumenti e l’abuso è molto labile e, considerando il fatto che anche la Guardia di Finanza o gli accertatori dell’Agenzia delle Entrate sanno benissimo che molti imprenditori li utilizzano per sottrarre base imponibile al Fisco, sarà necessario fare le cose nel modo corretto e giustificando sempre con prove tangibili gli spostamenti.

Questi due strumenti sono solo alcuni di quelli che possono consentirti di risparmiare migliaia di euro di imposte ogni anno. Come hai potuto vedere, le imposte in una SRL sono molte, la gestione complessa e i costi risultano non indifferenti. Una buona pianificazione fiscale e l’utilizzo di tutti gli strumenti a tua disposizione possono davvero cambiare le carte in tavole e consentirti di pagare il giusto carico fiscale anche con una SRL e godere dei vantaggi che una società di capitali può offrire rispetto alla società di persone.

Quello che è utile sottolineare ancora una volta, per evitare di incappare in situazioni spiacevoli, è che limitare la distribuzione dei dividendi non vuol dire abusare degli strumenti di pianificazione fiscale per non prelevare più gli utili o percepire 2.000 euro l’anno di emolumenti e il resto solo rimborsi o, ancor peggio, incassare il denaro in modo oscuro.

La cosa fondamentale è quella di compiere operazioni veritiere, senza utilizzare, ad esempio, i rimborsi per prelevare denaro esentasse senza motivazione o, comunque, equilibrare al meglio il prelevamento di emolumenti, dividendi e rimborsi in modo da ottenere il giusto risparmio fiscale senza incorrere nell’evasione, tra l’altro facilmente individuabile da un accertamento fiscale perchè chi accerta conosce benissimo tutti gli eventuali stratagemmi utilizzati dagli imprenditori furbetti.

   

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