Risparmiare sul fisco coi FIP: i fondi pensione integrativi
Nel corso della propria vita lavorativa, sarà sicuramente capitato ad ogni italiano di pensare ad un paio di cose: “Pago un sacco di tasse, come posso fare per risparmiare qualcosa?” e “andrò mai in pensione e quanto prenderò alla fine?“.
Dato per scontato che al di là di tragedie alle quali non è bello pensare, tutti prima o poi arriveremo all’età pensionabile, anche se lo stato aggiunge sempre qualche scalino in più, il problema è quello di capire quanto andremo effettivamente a percepire, ma soprattutto se possiamo far qualcosa per migliorarla.
Sarà importante crearsi una pensione decorosa, perchè probabilmente la sola pensione Inps non basterà più, infatti, la crisi degli istituti di previdenza e l’aumento dell’aspettativa media di vita, hanno costretto il nostro Stato ad abbassare in modo sostanziale la quota di pensione che verrà percepita al termine della vita lavorativa che spesso, da sola, non consente ai contribuenti di continuare a condurre una terza età decorosa.
Il valore della pensione rispetto all’ultimo stipendio percepito sarà notevolmente più basso generando quindo un forte calo del potere di acquisto del neo-pensionato. Un lavoratore autonomo che oggi ha 30 anni, con 10 anni di contributi versati, andrà in pensione nel 2053 e, se percepirà allora un ultimo stipendio di 41.500, riuscirà ad arrivare a percepire una pensione di 27.600 euro con una differenza di € 13.900.
Come puoi vedere, o ti accontenti di percepire una rendita notevolmente inferiore, e di conseguenza adeguare la tua vita alla nuova situazione economica, oppure potrai, pensandoci già da ora, aderire ad un piano pensionistico integrativo chiamato proprio previdenza complementare.
Costruirsi una pensione integrativa significa accantonare in modo regolare e continuo una parte dei propri risparmi durante la vita lavorativa, per costruirsi una seconda pensione che andrà ad integrare quella della previdenza obbligatoria. Grazie alla pensione integrativa il lavoratore riesce a colmare, o comunque a rendere meno gravoso, il gap tra l’ultimo stipendio percepito e la pensione maturata.
Verrebbe spontaneo chiedersi: “Perchè dovrei pagare ora una quota mensile aggiuntiva, quindi privarmi di quella cifra, per poi riaverla in un periodo futuro del quale non ho la certezza?“, e ancora “non mi converrebbe accantonare gli stessi soldi in un conto corrente parallelo per poi ritrovarmi le stesse cifre fra 30 anni?“, o ancor peggio “non rischio di perdere i miei soldi?“.
Domande lecite a cui questo articolo cercherà di rispondere per spiegarti in maniera dettagliata quali potranno essere i vantaggi e gli svantaggi della sottoscrizione di un fondo pensionistico integrativo.
La prima cosa da sapere, per chi sta valutando se aderire o meno ad una forma pensionistica complementare, è che attraverso i fondi pensione sarà possibile dedurre dal proprio reddito imponibile tutti i contributi volontari versati entro il limite di € 5.164,57 annuali (i vecchi 10 milioni di Lire).
In questa soglia non sono da conteggiare i versamenti contributivi da TFR destinato a previdenza che non rientrano in questa incentivazione poichè seguono una normativa differente.
Sono compresi i contributi volontari che eccedono, come ad esempio il TFR in caso di adesione ad un fondo di categoria e anche i contributi versati dal datore di lavoro trattenuti in busta paga. L’adesione ad un fondo pensione integrativo con la relativa deduzione risulta essere piuttosto vantaggiosa per i redditi bassi (specie quando la deduzione di 5.164,57 euro potrà determinare un abbassamento dell’aliquota Irpef dal 38% al 27%)
Per meglio comprendere la convenienza fiscale di un fondo pensione integrativo, nella tabella sottostante, sono indicati alcuni esempi di reddito lordo annuo con il relativo risparmio relativo alla deduzione del fondo pensione per un versamento di almeno 5164,57 euro annuali.
Reddito annuo lordo | Aliquota IRPEF |
Versamento ai Fondi Pensione | Risparmio fiscale |
---|---|---|---|
€ 15.000,00 | 23% | € 5.164,57 | € 1.187,85 |
€ 28.000,00 | 27% | € 5.164,57 | € 1.394,43 |
€ 55.000,00 | 38% | € 5.164,57 | € 1.962,53 |
€ 75.000,00 | 41% | € 5.164,57 | € 2.117,47 |
€ 85.000,00 | 43% | € 5.164,57 | € 2.220,76 |
Aderire ad un fondo pensione integrativo consente anche di ottenere degli anticipi dal proprio “capitale accumulato” e nel momento in cui verrà restituito il denaro al fondo pensione, ottenere un ulteriore vantaggio fiscale.
- Il titolare del fondo pensione infatti potrà chiedere fin da subito fino al 75% di anticipo su quanto versato per spese sanitarie importanti personali o familiari;
- Trascorsi 8 anni dalla sottoscrizione del fondo è possibile chiedere un anticipo del 75% del capitale versato per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa;
- Trascorsi 8 anni dalla sottoscrizione del fondo è possibile chiedere un anticipo del 30% del capitale per qualsiasi motivo;
- In caso di licenziamento, perdita del lavoro o interruzione per più di 12 mesi consecutivi sarà possibile farsi anticipare fino al 50% del capitale, mentre trascorsi i 48 mesi sarà possibile ritirare tutto il capitale versato;
- Raggiunta l’età pensionabile si possono valutare due opzioni: la prima è quella di ritirare subito l’intero capitale oppure riceverne solo il 50% e trasformarne la restante parte in una rendita vitalizia. Per cifre che superano i 100.000 euro, sarà possibile soltanto la seconda opzione.
E’ importante sottolineare che, in caso di anticipazione di parte del fondo pensione, sulla cifra richiesta il titolare del fondo dovrà pagare un imposta del:
- 15% per le spese sanitarie personali o di qualche famigliare decurtato dello 0,3% per ogni anno di adesione al fondo;
- 23% per le spese di ristrutturazione o acquisto della prima casa che sono equiparabili alle “altre esigenze”, esigibili soltanto al compimento dell’ottavo anno del fondo.
Nel caso in cui il lavoratore decidesse di restituire al fondo il denaro ricevuto come anticipo, potrà portarlo in detrazione entro la solita soglia dei 5.164,57 euro l’anno. Se l’anticipo richiesto è superiore a quella cifra, sarà sufficiente restituirlo in più anni in modo da restare entro la soglia di deducibilità e non perdere questo vantaggio fiscale. Concorrono al raggiungimento della soglia, sia i contributi versati che quelli restituiti, pertanto bisogna stare attenti che la somma dei due non superi i 5.164,57 euro l’anno.
Un altro importante vantaggio dei fondi pensione, è quello di permettere l’adesione al fondo anche ai propri famigliari a carico, in particolare ai figli. In questo modo, oltre a mantenere il beneficio fiscale della deducibilità fino alla soglia dei 5.164,57 euro l’anno, si potrà creare un patrimonio previdenziale più alto che quello che il lavoratore verserebbe nella sua vita lavorativa, in quanto il fondo potrebbe proseguire coi versamenti del figlio. Questa opportunità consentirà di ottenere un patrimonio accumulato in un periodo più lungo ed una conseguente rendita molto più elevata.
Una volta entrato nel mondo del lavoro, comunque, il figlio non sarà obbligato a continuare l’accumulo nello stesso fondo pensione del genitore, ma dopo i primi due anni di permanenza, potrà trasferire la propria posizione presso un proprio fondo pensione.
Dopo una presentazione dettagliata di come i fondi pensione possono diventare uno strumento utile per consentirti di pensare con maggior serenità al futuro e nel contempo permetterti di risparmiare sul fisco, vediamo tutti i vantaggi e svantaggi dei fondi pensione integrativi.
Vantaggi dei fondi pensione integrativi
1) Trattamento fiscale favorevole: i versamenti alle forme pensionistiche integrative sono deducibili dal reddito dichiarato all’Irpef fino ad un importo massimo di 5.164,57. Fino allo stesso limite si potranno dedurre anche i versamenti effettuati per i familiari fiscalmente a carico;
2) Tassazione dei rendimenti favorevole: i rendimenti della gestione finanziaria, dal 2015, sono tassati con un’aliquota massima del 20% anzichè del 26% che viene applicato alle rendite finanziarie (azioni, obbligazioni, fondi comuni);
3) Nessuna imposta di bollo: essendo prodotti previdenziali sono esenti da imposte di bollo;
4) Regime fiscale agevolato per la pensione integrativa percepita: solo la parte di rendita derivante da contributi versati e poi dedotti, ed eventualmente dal TFR versato, è tassata dal 15 al 9% a seconda del periodo di partecipazione a forme di previdenza integrative. La parte di rendita derivante invece da contributi non dedotti o dai rendimenti della gestione, è completamente esente da imposte;
5) Flessibilità: è sempre possibile modificare o sospendere importi e versamenti e riattivarli senza alcuna penale. E’ altresì possibile, al verificarsi di alcune situazioni specifiche, richiedere una parte della somma accantonata come anticipo;
6) Impignorabilità: nel corso della fase di accumulo sui capitali relativi prodotti previdenziali non sono previste azioni esecutive da parte di creditori, banche o Equitalia;
7) Varie opzioni di fruibilità del capitale al raggiungimento dell’età pensionabile: al termine dei versamenti è possibile scegliere se riscuotere in un’unica soluzione l’intero capitale o crearsi un vitalizio ad integrazione della pensione;
8) Vantaggi fiscali per i successori: in assenza di beneficiari specifici, in caso di decesso del lavoratore o del pensionato che non ha ancora ritirato il patrimonio versato, gli eredi diretti diventeranno i beneficiari del capitale accantonato. La posizione maturata però, non entrerà a far parte del patrimonio ereditario e quindi non assoggettabile alla tassa di successione ma, per la parte imponibile, è prevista la stessa tassazione delle prestazioni pensionistiche (dal 15 al 9%).
9) Avere una pensione in più: è il vantaggio più scontato di una pensione integrativa, ovvero quello di poter fruire di un capitale accantonato che andrà ad integrare la pensione Inps che col tempo sta diventando sempre più magra.
Svantaggi dei fondi pensione integrativi
Oltre ai numerosi vantaggi trattati esistono però alcune cose meno positive riguardo ai fondi pensione integrativi che è bene conoscere prima di aderirvi ad occhi chiusi:
1) E’ un investimento in cui l’orizzonte temporale è molto lontano. Il lavoratore o l’imprenditore che vi aderisce deve mettere in preventivo il fatto che i frutti non saranno immediati ma si realizzeranno nel lungo periodo;
2) I fondi pensione a differenza di altri investimenti possiedono una scarsa liquidità e prevedono bassa negoziabilità sul mercato mobiliare delle quote di partecipazione.
3) Se anche esistono delle possibilità di farsi restituire parte del capitale per particolari esigenze o dopo un certo numero di anni, il fondo pensione ha una certa rigidità nelle operazioni. Dopo il versamento non è possibile prelevare se non per motivi di salute certificati o per le cause sopracitate. E’ consigliabile per i precari o persone con basse disponibilità finanziarie, riflettere bene prima di imboccare questa strada. In alternativa per queste persone è consigliabile accantonare parte dei propri risparmi in un conto bancario o postale;
4) Prima di sottoscrivere un qualsiasi fondo pensione, è bene informarsi bene circa il rendimento ma soprattutto riguardo le spese aggiuntive, i costi di gestione e di ingresso e uscita che in alcuni casi sono davvero elevati.
5) E’ bene informarsi bene sul tipo di fondo pensione che si va a sottoscrivere. Specie se il fondo investe la maggior parte del capitale nel mercato azionario è bene essere consapevoli che tali fondi pensione non garantiscono il capitale. Il valore segue l’andamento del mercato con pericolosi alti e bassi. In periodo incerto come questo potrebbero diventare un investimento a rischio per il lavoratore.
Esaminati vantaggi e svantaggi dei fondi pensione integrativi hai tutti gli elementi per valutare se possano fare al caso tuo. Ti consiglio prima di fare un investimento che ti impegnerà fino al termine della tua vita lavorativa, di chiedere consiglio al tuo commercialista, circa il tipo di fondo da scegliere e la quota mensile che vorrai accantonare.
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