E’ possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato?
Se vi ritrovate ogni inverno a maledire il termosifone, il condominio e il destino, mentre le bollette aumentano senza pietà, siete nel posto giusto! Oggi parliamo di come staccarsi dal riscaldamento centralizzato senza rischiare di ritrovarsi con i vicini che vi guardano male… ok, magari un po’ male vi guarderanno lo stesso, ma almeno risparmierete.
Il riscaldamento centralizzato è diventato un incubo per chiunque cerchi di risparmiare due spicci. L’amministratore condominiale accende il riscaldamento per le ore stabilite in base alla zona climatica, e tu paghi a prescindere. Non importa se sei uno di quelli che ama vivere con i maglioni pesanti anche in casa o che parte per il Sud del mondo in inverno per non accendere i termosifoni: pagherai comunque come se fossi in pieno Polo Nord. E non dimentichiamo le perle degli amministratori che ti fanno pagare tutto subito, anche per costi presunti dell’anno successivo, rendendo il tuo conto corrente simile al deserto del Sahara.
Ma c’è una via d’uscita, una luce alla fine del tunnel: staccarsi dal riscaldamento centralizzato. Certo, non è un’impresa per deboli di cuore, perché ci sono delle leggi, dei vincoli e soprattutto dei costi. Ma, spoiler: è possibile! Quindi, scopriamo insieme come fare, quanto costa e… sì, quanto rischiamo di litigare con i vicini.
Come ci si può staccare dal riscaldamento centralizzato?
Domanda legittima e risposta rapida: sì, si può fare! La legge, nello specifico l’articolo 1118 del Codice Civile, ti consente di distaccarti dal riscaldamento centralizzato, ma c’è una condizione chiave: non devi causare “notevoli squilibri” al sistema. Nota bene, la parola chiave è “notevoli”. Se uno o due condomini si staccano, il sistema regge e tutto va bene. Ma al terzo distacco, si comincia a ballare come in una discoteca anni ‘90: a un certo punto, il riscaldamento centralizzato si incasina e i termosifoni di chi resta connesso potrebbero non funzionare più come si deve. Quindi, se sei tra i primi che si stacca, bravo! Se sei il terzo, il quarto o il quinto… beh, forse ti conviene comprarti delle belle coperte.
Questo perché il riscaldamento centralizzato non è progettato per avere troppe unità scollegate. Più persone si staccano, più l’impianto rischia di diventare instabile. E, come dice la legge, se il tuo distacco crea “notevoli squilibri” o aggravi di spesa per gli altri, potresti ritrovarti in riunioni condominiali che sembrano processi dell’Inquisizione Spagnola.
E questi “aggravi di spesa”? Che sono?
Passiamo ora alla seconda condizione: non causare aggravi di spesa. Ora, se il termine “aggravi di spesa” vi suona confuso come un calcolo matematico alle superiori, ecco la spiegazione facile facile. La norma distingue tra due tipi di consumi:
- Consumo volontario, ovvero il calore che effettivamente usi per riscaldare casa tua.
- Consumo involontario, che è un po’ come quella gente che si imbuca alle feste senza essere invitata. Si tratta delle perdite di energia durante il processo di riscaldamento che, pur non volendo, fanno parte del sistema.
Quindi, anche se tu ti stacchi, non pensare che smetterai magicamente di pagare. La tua quota di consumo involontario ti seguirà come una maledizione. Questo perché nessun impianto ha un rendimento del 100% (altrimenti vivremmo in un mondo perfetto, no?), e le perdite energetiche vanno comunque distribuite tra tutti i condomini. Sì, anche quelli che non consumano nulla, come te, il futuro “autonomo”.
In pratica, c’è sempre qualche inefficienza di sistema da pagare, e indovinate un po’? Tocca anche a te contribuire. Se pensavi di scappare senza lasciare nemmeno un centesimo dietro, mi dispiace: non è così semplice.
La perizia tecnica: il tuo lasciapassare verso la libertà (forse)
Per evitare che i tuoi vicini si rivolgano alla giustizia divina (o a un avvocato), serve una perizia tecnica. Dovrai dimostrare, con il supporto di un tecnico specializzato, che il tuo distacco non causerà danni all’impianto e che tutto continuerà a funzionare come prima… almeno per gli altri.
Il tecnico, con il suo camice bianco immaginario e i suoi strumenti da scienziato pazzo, farà i calcoli per capire se staccandoti creerai problemi. Ovviamente, questa perizia non è gratis. Il costo? Tra gli 800 e i 1.000 euro, perché anche la scienza ha il suo prezzo. Una volta ottenuta la perizia, puoi presentarla all’amministratore di condominio, che la farà vedere a tutti in assemblea. Se non ci sono obiezioni, sei libero. Se qualcuno contesta, preparati a spendere soldi per una seconda perizia, che potrebbe diventare una saga infinita come i film di Fast and Furious.
E i costi? Beh, preparatevi a svenarvi (almeno all’inizio)
Passiamo al punto caldo: quanto costa staccarsi? Se pensavi che bastasse tirare un cavo o girare una manopola, ti sbagli. Dopo la perizia tecnica, ci sono altre spese da affrontare, perché la libertà ha il suo prezzo. Prima di tutto, dovrai acquistare una caldaia autonoma, con prezzi che variano dagli 800 ai 2.000 euro, a seconda di quanto sei disposto a spendere. Poi, bisogna considerare eventuali lavori di adattamento dell’impianto nella tua abitazione (se devi spostare tubi o fare modifiche), e anche qui i costi variano. E infine, la canna fumaria, che può costarti circa 900 euro.
Insomma, distaccarsi non è una decisione da prendere a cuor leggero. Se stai cercando di risparmiare, dovrai investire almeno 4.000-5.000 euro iniziali, ma nel lungo termine il risparmio sarà evidente… sempre che tu non viva nel condominio più freddo del mondo.
E dopo il distacco? Libertà assoluta? Non proprio!
Bene, ti sei staccato. Pensavi che i problemi fossero finiti? Non proprio. Anche dopo il distacco, sei comunque obbligato a pagare alcune spese legate alla manutenzione straordinaria dell’impianto di riscaldamento centralizzato. Inoltre, dovrai contribuire alle spese per il cosiddetto “riscaldamento indiretto”, ovvero quel calore che ricevi dagli altri condomini tramite i tubi che passano nella tua unità immobiliare. È un po’ come quando un vicino accende il barbecue e tu senti l’odore: non lo volevi, ma lo ricevi comunque.
Questa parte di calore indiretto viene calcolata dal perito, che stabilirà quanto ancora dovrai pagare. Quindi, sì, ti stacchi dal sistema centralizzato, ma non del tutto. Smetti di pagare la quota di utilizzo, ma non le spese accessorie, perché il calore non conosce confini, e i tubi dei termosifoni sono più vicini di quanto pensi.
Ostacoli al distacco: regolamenti e leggi comunali (e vicini impiccioni)
Infine, parliamo degli ostacoli. Anche se la legge ti permette di distaccarti, potrebbero esserci dei regolamenti di condominio che lo vietano. Sì, hai capito bene: il regolamento condominiale potrebbe impedirti di fare il grande passo. In questo caso, nemmeno la miglior perizia tecnica del mondo ti salverà. Il distacco è semplicemente vietato.
Ma non è finita: ci sono anche regolamenti edilizi comunali o regionali che potrebbero proibire il distacco, specialmente se il riscaldamento centralizzato ha un impatto ambientale minore rispetto a quello autonomo. Insomma, la tua libertà potrebbe essere limitata anche da fattori esterni.
Riscaldamento autonomo: vantaggi e svantaggi (non è tutto oro quello che luccica)
Ora che siete pronti a staccarvi dal sistema centralizzato e a vivere come anime libere, magari vi starete chiedendo: “Ma questo riscaldamento autonomo è davvero tutto rose e fiori?” Beh, preparatevi a una verità scomoda: ci sono pro e contro. Partiamo dai vantaggi, perché almeno lì possiamo farci due risate soddisfatte.
Vantaggi:
- Accensione e spegnimento a piacere: Non dovrai più rispettare gli orari imposti dal condominio. Vuoi accendere la caldaia alle 3 di notte perché ti sei svegliato con i piedi gelati? Fai pure! Finalmente puoi diventare il re del tuo termosifone.
- Confort termico personalizzato: Se il tuo condominio ha un impianto squilibrato e il vicino di sotto si gode temperature tropicali mentre tu sembri in Siberia, l’autonomia ti permette di raggiungere finalmente il nirvana del calore a casa tua.
- Niente più ansie da condòmini morosi: Addio a quelle simpatiche sorprese in cui scopri che il combustibile è stato bloccato perché qualcuno al terzo piano non ha pagato. Con l’impianto autonomo, l’unico moroso che potrebbe danneggiarti… sei tu stesso.
- Riparazioni più rapide: Se il riscaldamento si rompe, non dovrai aspettare che l’intero condominio decida di far riparare l’impianto (di solito verso maggio, quando non serve più). Chiami il tecnico e risolvi subito.
- Zero permessi dal condominio: Nessun bisogno di implorare l’assemblea per poter fare manutenzione alla tua caldaia. Se vuoi riparare, sostituire o fare un rituale propiziatorio alla tua caldaia, sei libero di farlo.
Ma attenzione, la vita non è solo felicità e caldaie efficienti! Ecco i contro:
Svantaggi:
- Minor rendimento della caldaia autonoma: Le caldaie centralizzate sono come quei buffet all-you-can-eat: più persone servono, meglio è. La tua piccola caldaia autonoma, invece, avrà un rendimento inferiore. Non è un dramma, ma di certo non è la Ferrari del riscaldamento.
- Realizzazione del camino di scarico: Sì, perché oltre alla caldaia devi preoccuparti di dove far uscire tutti quei fumi. Quindi, ciao ciao soldi per il nuovo camino di scarico.
- Nuovo impianto di riscaldamento: Se vuoi staccarti, potresti dover rifare l’intero impianto di riscaldamento all’interno dell’appartamento. È un po’ come ristrutturare casa solo per poter riscaldare meglio… e sì, anche questo ha un costo non indifferente.
- Minor durata della caldaia: Le caldaie autonome hanno una vita più breve rispetto a quelle centralizzate, quindi preparati all’idea che prima o poi dovrai sostituirla. E no, non sarà gratis.
- Manutenzione costosa: Se pensavi che avere una caldaia tutta tua significasse meno spese, ripensaci! La manutenzione delle caldaie autonome, messe tutte insieme, costa di più rispetto a quella di un singolo sistema centralizzato. E no, non c’è l’economista del condominio che ti risparmia le rogne.
- Nessun incentivo statale o regionale per il distacco: E per finire, non ci sono incentivi statali o regionali per aiutarvi nel distacco. Quindi, tutto questo percorso verso la libertà termica lo farete a vostre spese, senza che lo Stato vi dia una mano.
Conclusione
Distaccarsi dal riscaldamento centralizzato è una mossa audace, ma come abbiamo visto, non è tutta una passeggiata di piacere. Certo, potrete godere del controllo totale sul vostro riscaldamento e dire addio a quelle bollette condivise che sembrano la trama di un horror. Ma dovrete anche fare i conti con costi iniziali piuttosto alti, una manutenzione più onerosa e qualche incognita tecnica. In ogni caso, se siete tra quelli che non ne possono più del calore collettivo, questo passo potrebbe finalmente darvi la libertà di accendere e spegnere quando volete. Basta solo che il vostro portafoglio sia pronto a scaldarsi… almeno all’inizio!
L’importante è fare le cose in regola, con perizie, autorizzazioni e, soprattutto, senza creare problemi agli altri condomini e tenere sempre a mente che non esiste la completa libertà: ci saranno comunque delle spese da sostenere, anche dopo il distacco.
Alla fine, la domanda è: ne vale la pena? Se siete tra quelli che soffrono al solo pensiero delle bollette condominiali, forse sì. Ma ricordatevi che la libertà, come sempre, ha il suo prezzo. E in questo caso, si tratta di un prezzo salato.
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