Quando scattano i controlli sul 730
Il più importante adempimento fiscale per i contribuenti è la presentazione della dichiarazione dei redditi da inviare al Fisco entro il 30 settembre. Un obbligo da cui sono esentate ben poche categorie, tra cui coloro che nel corso dell’anno precedente abbiano ricevuto, esclusivamente, redditi da un sostituto d’imposta che ha già applicato la ritenuta d’acconto.
Il più classico esempio è il lavoratore dipendente che lavorando presso la stessa azienda per l’intero anno fiscale e presentando come sola entrata, ovvero lo stipendio di quel committente, riceve entro il 16 marzo dal datore di lavoro la Certificazione Unica (il vecchio CUD), inviata contestualmente anche all’Agenzia delle Entrate, ovvero un documento da conservare ed eventualmente utilizzare se il soggetto avesse comunque necessità di presentare la dichiarazione dei redditi 730 per recuperare qualche credito di imposta dovuto ad eventuali detrazioni di imposta.
Lavoratori dipendenti e pensionati possono avvalersi del modello 730 precompilato che, a partire dal 10 maggio, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione sul proprio sito www.agenziaentrate.gov.it. I contribuenti titolari di partita IVA, cittadini che hanno percepito redditi all’estero, o derivanti da plusvalenze, nonché rendite finanziarie devono, invece, servirsi del modello Redditi Persone Fisiche.
Lo scopo della dichiarazione dei redditi è, da una parte consentire al Fisco di conoscere le entrate conseguite dal cittadino nell’anno d’imposta precedente, e dall’altra permettere al contribuente di calcolare la base imponibile su cui applicare la tassazione dovuta. Di conseguenza, l’Amministrazione Finanziaria può effettuare controlli sulle informazioni fornite qualora fossero riscontrare anomalie o incongruenze negli importi dichiarati.
Andiamo a scoprire quando potrebbero scattare le verifiche da parte del Fisco sulle dichiarazioni dei redditi presentate attraverso il modello 730 e quali contribuenti presentano i maggiori rischi di finire sotto accertamento.
Indice:
- Il modello 730 precompilato
- Come funzionano i controlli sul 730
- Quando l’Agenzia delle Entrate controlla la dichiarazione dei redditi?
- Documenti da conservare per difendersi in caso di controlli sulla dichiarazione dei redditi
- Limiti sui controlli dell’Agenzia delle Entrate per la dichiarazione dei redditi
Il modello 730 precompilato
Prima di capire come, quando e perché avvengano i controlli sul 730, è doveroso puntualizzare con chiarezza in cosa consista il nuovo modello 730 precompilato. Abbiamo già accennato che, a partire dal 10 maggio, lavoratori dipendenti e pensionati possono scaricare la modulistica già compilata da un’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate. Per l’ascesso è possibile utilizzare i seguenti metodi:
- sistema pubblico d’identità digitale (SPID);
- carta d’identità elettronica (CIE);
- credenziali rilasciate dall’INPS;
- carta nazionale dei servizi (CNS).
L’opportunità di avvalersi di un modello con già inserite le informazioni relative alla situazione reddituale del contribuente rappresenta una grande facilitazione per presentazione della dichiarazione dei redditi e limita al minimo eventuali errori. Infatti, in linea generale, possiamo affermare che l’invio invariato del modello 730 (ossia, così come presentato dal Fisco), è, praticamente, una assoluta garanzia di esonero dai controlli.
L’Agenzia delle Entrate è in grado di fornire precisi modelli precompilati in quanto riceve tutti i dati fiscali dei contribuenti da diverse fonti. Dispone delle informazioni contenute nella Certificazione Unica inviata da ogni sostituto d’imposta, ovvero: dati dei familiari a carico, redditi da lavoro dipendente o pensione, corrispettivi incassati da lavoratori autonomi, importi derivanti da contratti di locazione a breve termine, ritenute IRPEF nonché addizionali regionali e comunali e crediti d’imposta APE.
Inoltre, il Fisco conosce anche gli oneri deducibili e detraibili come spese sanitarie, premi assicurativi, contributi INPS o di altre casse previdenziali, spese per l’istruzione scolastica e via discorrendo. Il tutto senza dimenticare i dati presenti nell’Anagrafe tributaria e quelli relativi alla dichiarazione dei redditi inviata l’anno precedente da cui poter estrapolare informazioni riguardanti, ad esempio, eventuali terreni e fabbricati, crediti d’imposta ed eccedenze riportabili.
Il contribuente può accedere alla propria area riservata attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate e verificare la correttezza di ogni informazione resa disponibile dal Fisco. Successivamente può procedere alla presentazione della dichiarazione dei redditi inviando il modello 730 precompilato entro il 30 settembre direttamente dal sito, oppure presso un Caf, tramite un professionista abilitato o delegando direttamente il sostituto d’imposta.
Come funzionano i controlli sul 730
Considerando l’altissimo numero di dichiarazioni dei redditi presentate ogni anno, l’Agenzia delle Entrate non può certo mettersi a verificare ogni modello 730, o modello Redditi Persone Fisiche, ricevuto. Per prima cosa, viene effettuato un controllo formale, vale a dire una procedura automatizzata grazie all’ausilio di specifici software e mezzi tecnologici. In questo modo avviene una scrematura iniziale allo scopo di far emergere, unicamente, le anomalie più evidenti che meritano un approfondimento. In secondo luogo, l’Amministrazione Finanziaria passa a un controllo documentale per i soli contribuenti che presentano indici di un più alto rischio di evasione fiscale. In tali circostanze, verranno verificati in maniera approfondita i documenti che stanno alla base della dichiarazione dei redditi finita sotto esame e il contribuente sarà chiamato a esibire la suddetta documentazione di persona o per via telematica.
Tutto ciò porta ad una semplice ma fondamentale conclusione: un modello 730 precompilato accettato dal soggetto senza alcuna correzione non sarà mai sottoposto a controlli. Viceversa, se il contribuente effettua modifiche, presenta documentazioni con parti mancanti, oppure dichiara importi inusuali o infedeli, con buona probabilità subirà un accertamento.
Di solito gli errori commessi più frequentemente appartengono a una delle seguenti categorie:
- mancanza indicazione di redditi effettivamente percepiti;
- indicazione errata di oneri deducibili o detraibili.
Difficilmente una modulistica precompilata sulla base dei dati ottenuti dalla Certificazione Unica e dall’Anagrafe tributaria potrà presentare degli errori, comunque, è buona norma controllare con accuratezza quanto riportato dall’Amministrazione Finanziaria prima di prendere per buono tutto.
Fatta questa doverosa premessa, è ormai chiaro che eventuali problemi possono insorgere soltanto quando la dichiarazione è, in parte o quasi completamente, modificata dal contribuente. Qualora si ritenesse opportuno effettuare variazioni al modello 730 precompilato consigliamo di rivolgersi ad un CAF o consultare un professionista abilitato, piuttosto che procedere in totale autonomia.
Quando l’Agenzia delle Entrate controlla la dichiarazione dei redditi?
Tra le situazioni che con maggior frequenza danno il via a un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, c’è la presenza di un credito con il Fisco. Non esiste una regola generale, tuttavia quando nel modello 730 è stato dichiarato un credito superiore a 4.000 euro, oppure con cifre non coerenti con quelle inserite negli anni precedenti, l’Amministrazione Finanziaria vuole vederci chiaro.
Ricordiamo che le verifiche non scattano in un preciso momento ma sono a totale discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate, in via automatizzata o tramite la verifica della documentazione giustificativa, entro quattro mesi dal 30 settembre o dalla data di presentazione del 730 se successiva
Dobbiamo comunque ribadire come i controlli, anche in presenza di un credito con il fisco piuttosto elevato, avvengono quasi sempre a seguito di modifiche apportate dal contribuente. Ben difficilmente un modello 730 precompilato e inviato senza variazioni viene preso in esame e sottoposto ad accertamenti. Del resto, sono dati che la stessa Agenzia delle Entrate ha raccolto e proposto al cittadino ritenendoli corretti, per cui sarebbe paradossale effettuare un’ulteriore verifica qualora il contribuente si fosse limitato a confermarli.
Documenti da conservare per difendersi in caso di controlli sulla dichiarazione dei redditi
La finalità di un controllo della dichiarazione dei redditi è appurare se il contribuente abbia presentato dati non corrispondenti al vero, quindi versato meno imposte del dovuto. Proprio allo scopo di combattere fenomeni di evasione ed elusione, il Fisco ha introdotto diverse misure tra cui la limitazione nell’uso del denaro contante.
Buona parte delle detrazioni fiscali concesse dal sistema tributario sono possibili solo avendo effettuato il pagamento scegliendo uno dei metodi tracciabili consentiti. Quindi, è fondamentale ricordarsi di conservare i documenti che attestino il versamento del corrispettivo richiesto con assegni, bancomat, bonifico bancario o carta di credito. Fatto salvo le spese sanitarie relative ai medicinali, tutte le altre spese detraibili devono risultare versate tramite bonifico bancario, oppure carta elettronica.
Di conseguenza, le fatture o ricevute pagate con denaro contante non possono essere sottoposte a nessun tipo di agevolazione. Come detto, fanno eccezione, unicamente, le spese sostenute per l’acquisto di farmaci o per il pagamento di visite mediche.
Anche se abbiamo fatto tutto in perfetta regola, dichiarato le cifre corrette e utilizzato metodi di pagamento tracciabili, l’Agenzia delle Entrate ha facoltà di effettuare comunque dei controlli in qualsiasi momento. In tali circostanze, l’autorità potrebbe richiedere l’esibizione di determinati documenti atti a certificare quanto indicato nel modello 730. Ecco perché diventa di vitale importanza aver conservato la completa documentazione riguardante lo stato reddituale, ivi compresi eventuali documenti rilasciati dal datore di lavoro, oppure inerenti specifiche proprietà.
Se abbiamo presentato il modello 730 tramite CAF o attraverso un professionista abilitato, questi ultimi terranno una copia di ogni documento. Gli originali restano, invece, nelle mani del contribuente che li deve conservare per almeno 5 anni.
In caso di controlli fiscali l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere:
- Certificazione Unica o altri tipi di documenti che attestino le ritenute;
- scontrini, ricevute fiscali, fatture e ogni quietanza di pagamento che dimostrino le varie spese effettuate. Il contribuente non è tenuto al possesso dei documenti fiscali inerenti spese deducibili già riconosciute dal sostituto d’imposta. Allo stesso modo, non deve esibire documenti relativi agli oneri deducibili utilizzati dal sostituto d’imposta per il calcolo dei tributi e le operazioni di conguaglio, a patto che la documentazione risulti già in possesso di quest’ultimo;
- attestato per ogni versamento d’imposta eseguito tramite modello F24;
- dichiarazione modello Redditi in presenza di crediti che il contribuente intende riportare nella successiva dichiarazione dei redditi.
I controlli si concentrano, soprattutto, su deduzioni e detrazioni, pertanto il contribuente dovrà possedere i documenti che ne certifichino il diritto. Ricordiamo che la documentazione relativa alla dichiarazione dei redditi dev’essere conservata per almeno 5 anni, ovvero termine entro cui l’Amministrazione Finanziarie può avviare un accertamento.
Limiti sui controlli dell’Agenzia delle Entrate per la dichiarazione dei redditi
L’Amministrazione Finanziaria può esercitare i poteri istruttori solo per periodi d’imposta in cui ha ancora valore l’accertamento, disponendo della facoltà di effettuare controlli in qualsiasi momento e verso chiunque. Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi i termini per l’accertamento fiscale sono pari a:
- 5 anni dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi nel caso di dichiarazioni con irregolarità;
- 7 anni a partire dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi, non avendo inviato la dichiarazione.
Leggendo quanto comunicato ufficialmente dall’Agenzia delle Entrate, si desume che le verifiche riguardano esclusivamente modelli 730 precompilati con modifiche, oppure con integrazioni effettuate dal contribuente. Il testo della comunicazione è molto chiaro, è stabilisce come ai sensi dell’articolo 36-ter del DPR n. 600 del 1973 non viene effettuato alcun controllo sulle informazioni inerenti oneri indicati nella dichiarazione precompilata e forniti da soggetti terzi. Inoltre, l’autorità non prevede verifiche neppure in presenza di detrazioni superiori a 4.000 euro e sebbene determinate da eccedenze d’imposta.
In conclusione, possiamo affermare che se i contribuenti accettano e confermano i dati presentati dal sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate non corrono alcun rischio di subire un controllo. Al contrario, modificando o integrando le informazioni fiscali magari in totale autonomia senza rivolgersi a un professionista competente, le probabilità di commettere errori e finire sotto accertamento aumentano in maniera esponenziale.
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