Quando fare ricorso contro una multa per eccesso di velocità
Hai mai trovato nella cassetta della posta quello scontrino bianco o la busta verde che non promette nulla di buono? E quando la vai a ritirare in posta, ecco la multa per eccesso di velocità.
Ti senti osservato, giudicato, ma soprattutto… derubato! Eppure eri solo lì, tranquillo, a guidare magari con la colonna sonora del tuo artista preferito. Ma c’era lui, l’autovelox, il guardiano silenzioso che non sbaglia mai, pronto a immortalarti come una rockstar… per poi presentarti il conto. Ed è sempre un conto salato.
E allora cosa fai? Ti disperi? Pensi di vendere la macchina? No! Oggi ti svelerò come affrontare e vincere contro questa ingiustizia moderna con la precisione di un avvocato e l’astuzia di un giocatore di scacchi. Ma attenzione: sbagliare una virgola e rischi di trasformare una piccola sanzione in un debito pubblico!
Limiti di velocità e sanzioni – La giungla del Codice Stradale
Partiamo dalle basi. Quali sono i limiti di velocità? Prima di contestare, è importante sapere se e quanto li hai effettivamente superati. Il Codice della Strada è molto chiaro:
• 50 km/h nei centri abitati. Per intenderci, il tratto davanti al bar dove stai già pensando al cappuccino.
• 70 km/h su strade urbane più larghe, quelle che sembrano autostrade ma non lo sono (e guai a trattarle come tali).
• 90 km/h sulle strade extraurbane secondarie, le famose strade di campagna, tra trattori e mucche al pascolo.
• 110 km/h su extraurbane principali e 130 km/h in autostrada, che però si riducono se piove
Ora, arriviamo al succo: le sanzioni. Quanto costa quel tuo momento di distrazione? Dipende da quanto hai premuto sull’acceleratore:
• Fino a 10 km/h sopra il limite: dai 41 ai 168 euro. Una pacca sulla spalla, ma comunque dolorosa.
• Tra i 10 e i 40 km/h sopra il limite: qui la cosa si fa seria: da 168 a 674 euro. Cominci a sentire il portafoglio che piange.
• Oltre i 40 e fino a 60 km/h: multa tra 527 e 2.108 euro, con sospensione della patente. È il momento in cui i parenti iniziano a consigliarti il car sharing.
• Più di 60 km/h oltre il limite: da 821 a 3.287 euro e patente sospesa fino a un anno. Per non parlare dei punti decurtati: da 5 a oltre 10, e se sei un neopatentato, raddoppia. Chiaro, vero?
Motivi per fare ricorso contro una multa per eccesso di velocità
Ci sono diversi validi motivi per contestare una multa per eccesso di velocità. Questi si concentrano principalmente su errori o mancanze tecniche relative agli strumenti utilizzati, alla loro visibilità, e al rispetto delle procedure di notifica. Vediamoli nel dettaglio:
1. Gli autovelox devono essere omologati e tarati. L’omologazione e la taratura degli apparecchi non sono dettagli secondari, ma requisiti essenziali. L’omologazione garantisce che lo strumento soddisfi gli standard tecnici per essere utilizzato, mentre la taratura assicura il suo corretto funzionamento nel tempo. La taratura deve essere effettuata almeno una volta l’anno presso centri autorizzati, e la relativa certificazione deve essere disponibile su richiesta dell’automobilista. Se questi requisiti non sono rispettati, la multa non è valida
2. Gli strumenti devono essere visibili e segnalati in anticipo. Se l’autovelox è nascosto dietro un cespuglio, è una trappola e non un controllo.
3. Il verbale deve essere impeccabile. Deve riportare tutti i dati essenziali: modello dell’apparecchio, taratura, omologazione, luogo, ora, giorno e motivo per cui non sei stato fermato subito.
4. Distanza tra il Segnale e la Postazione di Rilevamento. La distanza tra il cartello che segnala il controllo elettronico della velocità e la postazione di rilevamento è un altro fattore da verificare. Questa distanza deve essere coerente con lo stato dei luoghi e non superare i 4 km. Non è invece stabilita una distanza minima.
Omologazione dell’autovelox – il passaporto per il controllo del traffico
Immagina l’omologazione come il lasciapassare ufficiale di un autovelox per entrare in servizio. È una procedura eseguita una sola volta, prima che il dispositivo venga utilizzato per la prima volta su strada.
In pratica, la ditta produttrice deve fare richiesta all’Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale (sotto il Ministero dei Lavori Pubblici). L’Ispettorato verifica che il dispositivo rispetti tutte le specifiche tecniche e normative previste dal Codice della Strada
Ecco dove entra in gioco il cittadino: hai sempre diritto a visionare il certificato di omologazione e taratura del dispositivo che ha rilevato la tua infrazione. Se questo documento non c’è, la multa è carta straccia.
Ma cosa garantisce l’omologazione? Semplice: assicura che ogni autovelox prodotto in serie abbia la stessa precisione e affidabilità del prototipo testato in laboratorio. Questo passaggio è fondamentale per evitare che un malfunzionamento possa ingiustamente “spennare” un automobilista. Insomma, senza omologazione, un autovelox non ha nessuna autorità legale.
Approvazione dell’autovelox – il parente “meno rigido” dell’omologazione
Se l’omologazione è il massimo del rigore tecnico, l’approvazione è la sua versione più “soft” pensata per quegli apparecchi che non necessitano di controlli così stringenti perché non devono rispettare caratteristiche tecniche particolari.
La ditta produttrice invia all’Ispettorato generale la richiesta, allegando una relazione tecnica, certificazioni di enti accreditati e prove che dimostrino che l’apparecchio è efficiente e utile.
Cosa cambia rispetto all’omologazione? È una procedura semplificata, pensata per apparecchi che non devono svolgere compiti complessi come il rilevamento preciso della velocità.
Ma attenzione: quando si parla di autovelox, la legge italiana privilegia l’omologazione rispetto all’approvazione. Per i dispositivi destinati al controllo della velocità, l’omologazione è obbligatoria, perché garantisce standard più rigorosi e tutela meglio i diritti degli automobilisti.
Autovelox: meglio omologazione o approvazione? La Verità nei Dettagli
È necessario un autovelox omologato oppure basta una semplice approvazione? La risposta non è così immediata come potrebbe sembrare, perché giurisprudenza e amministrazione non sempre viaggiano sulla stessa corsia.
Secondo una decisione del Giudice di Pace di Milano, la legge richiede che gli autovelox siano sottoposti a omologazione, e non solo approvati. Questo perché la costruzione di questi dispositivi richiede il rispetto di caratteristiche tecniche stringenti che solo l’omologazione può garantire.
In altre parole, se l’autovelox è semplicemente approvato e non omologato, secondo questa visione, non può essere utilizzato per rilevare la velocità, e la multa è da considerarsi nulla.
Il Ministero delle Infrastrutture, però, ha un’opinione diversa. Secondo le sue circolari, l’omologazione e l’approvazione sarebbero equivalenti, tanto che dispositivi regolarmente approvati potrebbero essere usati senza problemi per sanzionare chi supera i limiti. Questa posizione sembra mirare a ridurre le contestazioni contro le multe e a semplificare l’uso degli strumenti da parte della polizia stradale.
Tuttavia, qui emerge un punto critico: a quale interpretazione dobbiamo affidarci?
La parola finale della corte di cassazione
La questione è stata affrontata anche dalla Corte di Cassazione che ha respinto l’approccio più “elastico” del Ministero. La Cassazione ha stabilito che sia l’omologazione sia l’approvazione sono necessarie per gli autovelox.
In sostanza, l’approvazione da sola non basta, e il tentativo del Ministero di equiparare i due termini è stato considerato privo di valore legale. Le circolari ministeriali, infatti, non possono modificare o superare quanto stabilito dalla legge primaria.
La taratura: il check-up annuale degli autovelox
Oltre all’omologazione e all’approvazione, c’è un terzo elemento cruciale: la taratura, un controllo periodico che deve essere effettuato almeno una volta all’anno presso centri autorizzati. Serve a verificare che l’apparecchio funzioni correttamente e garantisca rilevazioni affidabili.
Un dettaglio fondamentale: la data dell’ultima taratura deve essere riportata nel verbale dell’infrazione. Se manca, la multa può essere considerata nulla. Anche in questo caso, l’automobilista ha diritto di visionare il certificato di taratura in originale o in copia autentica, così da accertarsi che tutto sia in regola.
Multa per eccesso di velocità notificata a casa: quando può essere nulla
Ricevere una multa per eccesso di velocità direttamente nella cassetta della posta è una delle esperienze più spiacevoli per un automobilista. Tuttavia, non tutto è perduto: queste multe possono essere dichiarate nulle se non viene indicato per quale motivo non è stato possibile contestare l’infrazione immediatamente. La legge è chiara: se gli agenti non sono riusciti a fermarti sul momento, devono spiegare il perché.
Quindi, se il verbale non spiega chiaramente perché non sei stato fermato subito, quella multa può essere invalidata.
Multe da autovelox: come fare ricorso e non perdere la testa
Se hai individuato irregolarità nella multa che hai ricevuto, come errori nel verbale, mancanza di certificazioni di omologazione o taratura, o motivazioni insufficienti, puoi presentare ricorso per chiedere l’annullamento. Hai due opzioni principali:
1. Ricorso al Giudice di Pace
Questo è il percorso più formale, ma con alcune spese da considerare. Devi presentare il ricorso entro 30 giorni dalla notifica della multa (60 giorni se risiedi all’estero). I costi variano in base all’importo della sanzione:
◦ Per multe fino a 1.033 euro: 43 euro di contributo unificato.
◦ Per multe fino a 1.100 euro: oltre ai 43 euro, devi aggiungere una marca da bollo da 27 euro.
◦ Per multe superiori a 1.100 euro: i costi aumentano proporzionalmente.
La buona notizia? Se vinci il ricorso, tutti questi costi ti vengono rimborsati.
2. Ricorso al Prefetto
Se preferisci una procedura più rapida e senza costi iniziali, puoi rivolgerti al Prefetto. Hai 60 giorni dalla notifica per presentare il ricorso. Tuttavia, attenzione: se il Prefetto rigetta il tuo ricorso, la sanzione viene raddoppiata. Questa opzione è ideale solo se hai una solida certezza di avere ragione.
Due multe per eccesso di velocità nello stesso anno: cosa succede?
Occhio a collezionare multe nel giro di due anni, perché alcune infrazioni possono avere conseguenze molto pesanti sulla patente. Ecco le regole principali:
• Superamento di meno di 40 km/h sopra il limite: anche se commetti questa infrazione due volte in due anni, non è prevista la sospensione della patente.
• Superamento tra 40 e 60 km/h oltre il limite: alla seconda infrazione nello stesso periodo, scatta la sospensione della patente da 8 a 18 mesi.
• Superamento oltre i 60 km/h: qui la situazione è ancora più seria. La seconda multa in due anni comporta la revoca della patente. Sì, hai letto bene: addio patente.
Controlla bene e se puoi passa al contrattacco
Se ricevi una multa per eccesso di velocità notificata a casa, controlla con attenzione tutti i dettagli. Ogni irregolarità è un’opportunità per fare ricorso e ribaltare la situazione a tuo favore.
E ricordati: collezionare troppe infrazioni non solo pesa sul portafoglio, ma può costarti anche il diritto di guidare.
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