Libero professionista: come pagare meno imposte
Il mese di gennaio per imprenditori e liberi professionisti, rappresenta l’inizio di un nuovo anno con la speranza, in primo luogo, che possa essere migliore di quello appena trascorso ma con la preoccupazione che l’anno appena concluso possa lasciare strascichi fiscali a giugno quando il commercialista presenterà puntuale il conto delle tasse da pagare.
Sono moltissimi quelli che, ancora a gennaio, provano a mettere una pezza all’utile troppo elevato del periodo di imposta da poco archiviato, chiedendo al commercialista di far qualcosa o, i più avventurosi, cercando qua e l qualche “cartiera” per ridurre il reddito imponibile con la creazione di costi fittizi.
Il mio consiglio è quello di non ridursi a gennaio per cercare le soluzioni tampone per arginare la mole di tasse da pagare a giugno, ma di impostare una gestione oculata che tenga sotto osservazione mensilmente i costi e i ricavi e consenta di poter prendere i giusti provvedimenti in corso d’opera e non a gennaio con le classiche “fatture da ricevere” ovvero di competenza e datate nell’anno vecchio ma registrate già in quello nuovo, che abbattono in modo, quantomeno, sospetto l’utile imponibile.
Se stai leggendo questo articolo significa che sei un libero professionista, e come tale hai svariate possibilità di ridurre il tuo reddito imponibile in modo totalmente legale e soprattutto senza destare alcun sospetto a fronte di un eventuale controllo da parte della Polizia Tributaria.
Indice:
- Conoscere quali spese sono detraibili e/o deducibili
- La scelta di una forma giuridica adeguata
- L’auto aziendale e il cellulare
- Affidare servizi in outsourcing
- Sfruttare le sponsorizzazioni sportive o investire in pubblicità
- Effettuare investimenti anche in leasing
- Sfruttare adeguatamente la pianificazione fiscale
- Un po’ di beneficenza non fa mai male
- La giustificazione dei costi
- Beni immobili
- Spese per alberghi e ristoranti
- Scegliere un buon commercialista
- Regimi agevolati
- Pensioni integrative
- Spese di rappresentanza
- Deduzione dell’IVA indetraibile
- Calcolo degli acconti col metodo previsionale
Per abbattere il reddito imponibile ci sono svariati metodi che ora proverò ad elencare e spiegare:
– Conoscere quali spese sono detraibili e/o deducibili: come ad esempio, le spese mediche, alcuni contratti di assicurazione, le spese per i corsi di istruzione, le spese veterinarie, i costi per la ristrutturazione degli immobili, per il risparmio energetico, i contributi previdenziali, ecc. Sembra un paradosso ma, la maggior parte dei professionisti non scarica tutti i costi legati alla propria attività. La prima cosa che mi viene in mente, ad esempio, è il biglietto del treno o del pullman, il pranzo al ristorante, il quotidiano di settore (ad esempio il Sole 24ore), i carburanti, i pedaggi autostradali, ecc. Potrei andare avanti per ore, ma queste sono solo una minima parte di quello che inconsapevolmente un professionista non deduce dai propri costi, rinunciando ad un vantaggio fiscale non indifferente. Qualcuno potrà contestare questa affermazione pensando che, in fondo, questi sono soltanto importi di lieve entità, ma se ci si pensa a fondo, 10 euro da una parte, 20 dall’altra, a volte 50, a fine anno fanno centinaia, se non migliaia di euro che si lasciano per strada, non potendo godere del vantaggio fiscale che queste ricevute potrebbero far fruire al professionista. Sto dicendo, che oltre che portare al proprio commercialista tutte le fatture e ricevute sarà necessario farsi rilasciare un documento fiscale con la partita IVA o il codice fiscale dell’impresa anche e sempre laddove spesso non ci si pensa di farlo. E’ necessario evitare che i costi non documentati da fattura, che magari il professionista paga in contanti, vadano persi o non siano giustificati in maniera corretta e quindi vengano scartati dal commercialista. E’ fondamentale attuare una corretta gestione dei documenti fiscali e sapere quali costi siano deducibili;
– La scelta di una forma giuridica adeguata: fondamentale in relazione al tipo di attività svolta e alle prospettive di crescita e fatturato che si hanno. Una forma societaria adeguata può farti risparmiare migliaia di euro di tasse ogni anno e moltissima burocrazia. Devi essere in grado di sapere se, nel tuo caso, è meglio restare un libero professionista iscritto alla gestione separata dell’Inps oppure metterti in società ed aprire una s.a.s. o una s.r.l.;
– L’auto aziendale e il cellulare: per un libero professionista l’auto aziendale e il cellulare, anche utilizzati in modo promiscuo per l’attività, e non, possono dar luogo ad una deduzione relativa ai costi di acquisto e di utilizzo nonché in termini di detraibilità dell’Iva. Le spese telefoniche per il cellulare, utilizzato in modo promiscuo, possono essere dedotte all’80% mentre l’Iva è detraibile al 50%, per uso promiscuo, e al 100% per l’esclusivo uso aziendale. Anche riguardo l’auto aziendale è possibile dedurre i costi di acquisto e di utilizzo fino al 100%, se parliamo di mezzi che rispettino il principio di inerenza con l’attività svolta (l’autocarro per un autotrasportatore), oppure in misura ridotta per i mezzi utilizzati promiscuamente. L’80%, per i veicoli utilizzati dagli agenti di commercio e dai rappresentanti, e il 20% per gli altri;
– Affidare servizi in outsourcing: sembra un paradosso, ma alcune funzioni meno significative e importanti per la tua attività sarebbe meglio gestirle attraverso fornitori esterni risparmiando così costi per il personale e godendo di maggior flessibilità;
– Sfruttare le sponsorizzazioni sportive o investire in pubblicità: è una forma molto conveniente che consente di risparmiare parecchi migliaia di euro di tasse reinvestendoli in attività pubblicitarie o di marketing che possono permetterti di moltiplicare i tuoi guadagni scaricandone i costi al 100%;
– Effettuare investimenti anche in leasing: è positivo da un punto di vista fiscale effettuare investimenti perché, a fronte di un utile molto alto, è sempre buona cosa strutturare al meglio la propria azienda con nuovi investimenti, ed è molto più vantaggioso attualmente con il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi che ha sostituito i vecchi super e iper ammortamento e consente un risparmio fiscale non indifferente sugli investimenti effettuati per l’attività;
– Sfruttare adeguatamente la pianificazione fiscale: ovvero utilizzare a proprio vantaggio tutte le regole e normative fiscali che consentono di ottenere il maggior risparmio in termini di tasse da pagare per l’impresa, partendo dalla scelta della forma societaria, dal tipo di regime fiscale, ecc.;
– Un po’ di beneficenza non fa mai male: destinare una parte del proprio utile ad una Onlus, oltre ad essere un gesto di grande disponibilità verso il prossimo consente di dedurne integralmente il costo fino ad un limite di € 2.065,83;
– La giustificazione dei costi: se anche sei convinto che stai già facendolo correttamente, è utile rinfrescare la memoria su questo semplice aspetto che può davvero far la differenza perché, la corretta gestione dei documenti, è fondamentale per essere sicuri che il costo venga dedotto dal reddito professionale. Per ogni costo è necessario avere copia della fattura o dello scontrino parlante e, mi raccomando, al ristorante perdi un minuto in più del tuo tempo per comunicare la tua partita Iva al ristoratore!
– Beni immobili: riguardo i beni immobili sarà necessario fare un distinguo: se il professionista paga l’affitto per un ufficio in cui svolgere la sua attività, tale costo sarà deducibile al 100%. Allo stesso modo, se acquisterà un immobile uso studio accatastato in categoria A/10 (uffici) potrà ammortare interamente le quote annuali. Il discorso cambia nel caso in cui lo stesso decida di utilizzerà in modo promiscuo la propria abitazione, i costi per acquisto, affitto e gestione dell’immobile saranno deducibili al 50% e l’Iva indetraibile, a condizione che l’immobile sia intestato al professionista.
– Spese per alberghi e ristoranti: le spese per vitto e alloggio, che non superino il 2% dei compensi percepiti nell’anno di imposta, possono essere dedotte al 75%, ma è necessario farsi rilasciare fattura per poter detrarre anche l’Iva.
– Scegliere un buon commercialista: la scelta del commercialista è un passo fondamentale che potrà davvero fare la differenza tra un’attività gestita in modo approssimativo ed un’altra gestita nel migliore dei modi. Il commercialista non deve essere soltanto il “contafagioli” di turno che ti presenta il conto delle tasse a fine anno, ma deve saper prevedere eventuali problemi e metterti al riparo da brutte sorprese. Ti dovrà consentire di alleggerire al massimo il tuo carico fiscale con una corretta pianificazione e gestione aziendale ed essere un fedele collaboratore e consulente e non il ragionier Ugo Fantozzi dell’Ufficio Sinistri.
– Regimi agevolati: sembra una banalità ma laddove sia possibile, è stupido non sfruttare un regime fiscale agevolato, come era una volta il regime per dei contribuenti minimi ed ora il regime forfettario, molto più convenienti rispetto al regime ordinario;
– Pensioni integrative: in un periodo storico in cui arrivare alla pensione, sperando di mantenere il potere di acquisto che si possiede durante la vita lavorativa, è pura utopia, sottoscrivere una polizza vita o un fondo pensione integrativo è fondamentale per garantirsi un futuro. A questo si deve aggiungere che i costi destinati alla pensione integrativa sono deducibili dal reddito Irpef fino ad un massimo di € 5.164,57
– Spese di rappresentanza: sono le classiche spese in cui facilmente di insinuano i dubbi circa la deducibilità o meno dei relativi costi. Infatti stiamo parlando di tutti quei costi in non direttamente inerenti l’attività vera e propria ma, in qualche modo, effettuati per portare profitto al professionista e far si che lo stesso venga preso in considerazione dai potenziali clienti. Sto parlando, ad esempio, dei regali natalizi che si possono fare ai clienti nel periodo delle festività (i classici cestini, la bottiglia di vino, il calendario serigrafato, la penna d’argento serigrafata, e chi più ne ha più ne metta), o ancora spese per viaggi turistici o promozionali, mostre, fiere, le cene di lavoro pagate ai clienti, ecc. Relativamente alle spese di rappresentanza, sono considerate deducibili soltanto se si riesce a trovare un principio di inerenza con la propria attività, ovvero se è possibile, in qualche modo, motivarle per ragioni che possono portare profitto alla propria professione ed effettuate nel limite dell’1% dei compensi percepiti. L’IVA non è detraibile;
– Deduzione dell’IVA indetraibile: in molti casi, un professionista non può detrarre l’IVA in quanto le disposizioni di legge lo vietano esplicitamente. Ho appena fatto riferimento alle spese di rappresentanza la cui IVA è totalmente indetraibile, oppure ai costi relativi ad acquisto, messa in strada e gestione ordinaria dell’autovettura con IVA con completamente detraibile, o ancora alle spese per la telefonia mobile. Nei casi in cui la totalità dell’IVA, o anche solo una parte, sia indetraibile, la quota di IVA non detratta diventa per il professionista un costo vero e proprio e come tale potrà essere portato in deduzione;
– Calcolo degli acconti col metodo previsionale: in questo caso, entra in gioco la figura del “buon commercialista”, ma anche dello stesso professionista che dovrà sempre essere aggiornato sullo stato di salute della propria impresa e sull’andamento dei guadagni. Riuscire a gestire il carico fiscale può diventare davvero un’arma potentissima per pagare meno tasse o evitare di trovarsi “impiccati” quando arrivano gli F24 da pagare. E’ possibile, ad esempio, avendo la situazione economica sempre aggiornata della propria attività sfruttare il metodo previsione per il calcolo degli acconti quando, ad esempio, si sta attraversando un anno meno proficuo di quello precedente. Ovvero, invece di pagare il 95% dell’acconto delle imposte dell’anno precedente (metodo analitico), si può fare una stima del reddito dell’anno in corso e calcolare la nuova base imponibile a cui applicare l’aliquota dell’acconto, che sarà decisamente più bassa se il volume di affari del periodo di imposta si è abbassato rispetto al precedente.
In questo breve articolo ho voluto solamente dare alcuni spunti, a mio avviso, interessanti per tutti i liberi professionisti che hanno il problema di pagare troppe tasse a fine anno a fronte di guadagni sempre meno elevati ma, soprattutto, meno sicuri.
Come hai potuto leggere, è necessario un cambio di mentalità rispetto alla vita imprenditoriale di 20 anni fa, perché è fondamentale non trascurare nessun aspetto, anche il più piccolo ed insignificante, per poter risparmiare qualche euro di tassa.
Informarsi, leggere e documentarsi è importantissimo per sapere quale tipo di spesa può dar luogo ad uno sconto fiscale ma soprattutto essere costantemente aggiornati sullo stato di salute della propria impresa per poter correre ai ripari quando si prospetta un carico di tasse troppo elevato.
Scegliere bene i propri collaboratori, come ad esempio il commercialista, che deve essere in primis un buon consulente fiscale e poi un discreto contabile, è un aspetto di primaria importanza fin dalla costituzione della tua impresa.
Ma ricorda sempre, che è il libero professionista ad essere artefice del proprio destino che varia e di molto se la gestione della sua attività viene fatta in maniera corretta ed avvalendosi delle giuste collaborazioni, oppure in maniera lacunosa.
Se hai trovato interessante questo articolo, per approfondire, ti consiglio il mio libro "PAGARE MENO TASSE" che ti svelerà i segreti che i commercialisti ti tengono volutamente nascosti...
Ale
Marzo 9, 2022 @ 13:07
Ciao potresti fare un articolo su come abbattere le tasse nel regime forfettario? perchè molte cose non sono ne detraibili ne deducibili, grazie!