Come pagare meno tasse in Italia

La domanda che mi porgono sempre più spesso imprenditori e liberi professionisti è la seguente:

Ma al giorno d’oggi, è possibile pagare meno tasse LEGALMENTE restando in Italia?“.

Domanda che posta in questi termini potrebbe dare adito a diatribe infinite circa lo Stato Italiano, con la pressione fiscale che ha raggiunto livelli ASSURDI,  ma soprattutto, su come i nostri soldi vengano effettivamente utilizzati.

Ogni anno, imprenditori, liberi professionisti e i lavoratori dipendenti ingaggiano una vera e propria “battaglia” contro il fisco al fine di poter continuare a sopravvivere, provando a limitare i danni di una pressione fiscale che ormai tende a schiacciare qualsiasi categoria di lavoratore.

Giugno è il mese in cui l’Italia si divide due, quelli contenti del fatto che, avendo compilato il 730, riceveranno in busta paga una lauta mensilità con lo stipendio di luglio, e il popolo delle partite IVA che si trova costretto ad aspettare la telefonata del commercialista, che dovrà comunicare loro, l’esatto importo delle tasse da pagare e, che nel frattempo fanno gli scongiuri, partecipano a messe nere, vendono l’anima al diavolo, nella speranza che l’importo non sia “da suicidio“.

Il grosso problema è che purtroppo non saranno le messe nere e i riti satanici, nè le preghierine al santo di turno a risolvere il problema, perchè nella maggior parte dei casi la telefonata del commercialista arriverà con notizie ogni anno più deprimenti.

Saldo e acconto Irpef, addizionali regionali, addizionali comunali, contributi INPS, sono sempre presenti negli incubi di imprenditori e liberi professionisti che troppo spesso non sanno dove trovare i soldi per pagare gli F24 che il buon “vecchio azzeccagarbugli” del commercialista gli presenta ogni anno!

Lo Stato Italiano, non c’è che dire, arriva sempre puntuale a metà giugno per chiedere la sua parte, e in un momento di crisi come quello attuale, troppo spesso il carico fiscale non fa che ingigantire i problemi di liquidità delle aziende già in sofferenza con le banche, creando una reazione a catena in negativo: tasse non pagate, o pagate in ritardo, sanzioni, cartelle esattoriali, e con loro lo spettro di Equitalia che tartassa i contribuenti  con atteggiamenti che definire minatori è un eufemismo (fermo amministrativo del veicolo, iscrizione di ipoteca sugli immobili dei malcapitati, fino al pignoramento senza alcuna pietà).

Finire nella morsa di Equitalia, con le sanzioni e gli interessi che si sommano alla già elevata tassazione, significa entrare in un tunnel senza uscita che può portare a conseguenze drammatiche.

E allora come fare a salvarsi da questa situazione che apparentemente può sembrare senza speranze?

Come poter rispondere ai miei interlocutori, provando a rincuorarli, dicendo loro che invece è possibile con un po’ di impegno, riuscire a pagare meno tasse in Italia?

Ma soprattutto convincerli che non è attraverso l’evasione fiscale che si ottengono i risultati migliori, perchè a oggi, non vale la pena rischiare un accertamento della Guardia di Finanza o dell’Agenzia delle Entrate che, attraverso i loro sistemi, ormai avanzatissimi, e con la possibilità di scandagliare ogni movimento sui conti correnti bancari, impiegherebbero davvero poco (2 click) a scoprire gli illeciti.

Lascia perdere i trucchetti che ti propone l’amico dell’amico o il conoscente del cuggino che emette fatture “ad minchiam” che poi verranno cestinate.

I metodi per pagare meno tasse legalmente esistono, ed è solo imparando a gestire fiscalmente bene la tua attività che potrai arrivare ad ottenere dei risultati strabilianti in termini di risparmio fiscale, andando anche a dormire la notte tranquillo, senza la paura che la Guardia di Finanza bussi alla tua porta il mattino successivo.

E’ sufficiente conoscere i metodi legali per pagare meno tasse, evitando di ascoltare i consigli da bar di “chi sa sempre tutto“, inoltrandosi su strade che all’apparenza sembrano più comode , ma che in realtà portano dritti all’inferno.

Il fisco italiano, nonostante sia asfissiante, in particolar modo per i lavoratori autonomi, lascia parecchi spiragli a chi conosce bene la normativa e sa divincolarsi tra detrazioni, deduzioni, leggi speciali, ma soprattutto a chi sa gestire la propria impresa in modo serio e professionale.

Indice:

 
Prima di passare ai suggerimenti veri e propri, e andare nel concreto delle soluzioni, ci tengo a mettere in evidenza alcuni presupposti che, già da soli, possono darti una grossa mano nella tua battaglia contro il fisco:

1) Informazione e conoscenza degli argomenti: e il primo presupposto utile per poter risparmiare parecchi soldi a livello di imposte. Quante volte ti è successo di stupirti ed uscire con la classica frase “Davvero??? ah, ma non sapevo che si potesse scaricare !!!“. Troppo spesso gli imprenditori fanno investimenti non usufruendo delle agevolazioni fiscali che potrebbero permettere loro di risparmiare migliaia di euro. La conoscenza di “un minimo” di informazione di base circa fisco e contabilità è fondamentale per gestire al meglio, anche da un punto di vista fiscale, la tua impresa.

2) La scelta del commercialista: un buon commercialista può davvero farti risparmiare migliaia di euro ogni anno. Evita quindi, di affidarti all’amico del cuggino che ti tiene la contabilità per 300 euro l’anno tutto compreso. Quello che risparmi per il suo compenso lo pagherai di tasse a giugno. Un buon commercialista deve anche essere un consulente fiscale ed insieme dovreste decidere le linee guida dell’azienda anche da quel punto di vista.

3) La scelta del regime fiscalequesta decisione, così come quella relativa alla forma societaria da adottare, può davvero fare la differenza anche da un punto di vista fiscale. Se ne hai la possibilità, infatti, non puoi non approfittare del regime forfettario che ti consentirebbe di avere grandissimi vantaggi in termini di tassazione. E ancora, sono moltissime le differenze a livello di fisco e tasse, se la tua impresa è una società di persone, piuttosto che una società di capitali. Un passaggio che sembra quasi una formalità, ma il grosso problema, è che spesso gli aspiranti imprenditori ne scelgono uno senza conoscerne vantaggi, svantaggi e prospettive e si ritrovano dopo qualche anno con obblighi fiscali e civili e con una burocrazia troppo farraginosa che fa perder loro tempo e soldi.

4) Previdenza complementare: partendo dal presupposto che la maggior parte dei lavoratori,  ancora lontani dalla pensione, ha prospettive davvero grigie al riguardo, sarebbe buona cosa, indipendentemente da ogni altro discorso, costruirsi la propria pensione non basandosi solo su quella tradizionale. Ma una pensione integrativa ti da anche la possibilità di abbattere il reddito imponibile e quindi risparmiare parecchi soldi anche sul fisco.

5) Pianificazione fiscale e corretta gestione aziendale: si parla di pianificazione fiscale quando i contribuenti organizzano, legalmente, i loro affari fiscali per ridurre al minimo la tassazione gravante su di essi. Una corretta pianificazione fiscale consente di effettuare gli investimenti nei modi e nei tempi migliori per poter risparmiare sul fisco, sfruttare le sponsorizzazioni, e tutte le leggi esistenti per pagare meno tasse restando nella legalità.

6) Costante monitoraggio della situazione economica e contabilesembra una banalità, ma sono proprio  quelle che sembrano all’apparenza delle cavolate che spesso fanno la differenza a giugno quando è ora di pagare le tasse. Un monitoraggio costante della situazione economica della tua impresa, può suggerirti ad esempio, se, e quando è il caso di fare un investimento. Se è il caso o meno di fare pubblicità, se è il caso di servirti di una sponsorizzazione, ecc… Controllare costantemente il conto economico della propria impresa è fondamentale per non ritrovarsi a fine anno con un macigno sulle spalle troppo grosso per essere abbattuto.

7) Operare nella legalità: è l’ultimo punto ed è una conseguenza dei precedenti, nel senso che se rispetterai, almeno in parte, tutte le considerazioni e i suggerimenti presenti nei 6 punti sopraindicati, non avrai bisogno di ricorrere alle “furbate” di rito per abbassare il reddito imponibile ed evadere il fisco. Tipica è la situazione dell’imprenditore che riceve la telefonata del commercialista il 20 dicembre che gli dice “siamo alti con gli utili, bisogna far qualcosa!” e come per magia, a gennaio, appaiono tutta una serie di fatture di acquisto o sponsorizzazioni, spesso nemmeno contabilizzate nei tempi giusti (le cosiddette “fatture da ricevere”) che abbassano l’utile e fan tornare “tutto alla normalità“. Vi pongo solo una domanda a cui evito anche di dare una risposta “Ma pensate forse che a fronte di un eventuale controllo fiscale, queste “fatture di fine anno” passino proprio inosservate?”.  Mi raccomando, non serve risparmiare qualcosa oggi e rischiare condanne penali o sanzioni domani!

Questi 7 punti, sono i presupposti fondamentali che non puoi trascurare se vuoi gestire al meglio, da un punto di vista fiscale, la tua vita e la tua attività… Se trascuri queste prime regole fondamentali, puoi anche non andare avanti a leggere il resto dell’articolo, in quanto sarebbe praticamente inutile applicare alcune nozioni senza gestire al meglio la propria vita fiscale, o pensando alle tasse solo nel momento in cui il commercialista ti comunica l’importo da pagare o quando ti chiama per dirti, a fine anno, che l’utile è troppo alto.

Ricorda sempre che non serve a nulla dare la  colpa allo Stato o al Renzi di turno per le troppe tasse che si pagano, perchè, nella maggior parte dei casi, le responsabilità sono dell’imprenditore o del professionista pigro che non ha voglia di dedicare parte del tempo relativo alla sua attività, ad imparare le normative che gli consentirebbero di risparmiare parecchi euro ogni anno.

L’imprenditore deve pensare al suo lavoro, è vero, senza di quello non si porrebbe nemmeno il problema delle tasse, ma è necessario entrare nell’ottica che, anche la gestione della propria impresa da un punto di vista fiscale e contabile, fa parte del suo lavoro e merita che gli si dedichi del tempo.

Non si può più fare l’errore di lasciare che sia solo il commercialista ad occuparsi delle tasse e della gestione della tua attività. Conoscere, un minino, di normativa consente a tutti gli imprenditori e professionisti di poterla utilizzare a proprio favore quando bisogna prendere una decisione importante.

Le principali soluzioni che potrai utilizzare per abbattere il tuo reddito imponibile, e di conseguenza risparmiare in termini di imposta sono:

Gestione dei costi: è la prima cosa, e forse anche la più semplice ed intuitiva che posso suggerirti, perchè per un’impresa, poter dedurre i costi legati alla propria attività è una cosa fondamentale che deve essere fatta per abbassare il reddito imponibile e di conseguenza le tasse. Questo significa, OGNI GIORNO, aver cura di tenere scontrini e ricevute di TUTTE le spese sostenute per la propria attività: fatture dei ristoranti, delle spese relative ai viaggi di lavoro, la scheda carburanti, i corsi di aggiornamento professionale, le spese di cancelleria e quant’altro.

Qualsiasi costo sostenuto dall’imprenditore, che abbia inerenza con la sua attività, è deducibile dal reddito della sua impresa. Spero di non dover aggiungere altro al riguardo ma basta fare uno più uno per capire che, anche la somma di piccole spese sostenute nel corso dell’anno, possa dar luogo ad un ingente risparmio fiscale a giugno. Ovviamente per poter dedurre tali costi è necessario che vengano rispettate alcune condizioni fondamentali, ovvero, che gli stessi siano documentati tramite una fattura, una ricevuta, una scheda carburanti regolarmente timbrata, ma soprattutto inerenti alla propria attività. Ti prego di non portare al commercialista la fattura del Rolex…

E’ fondamentale prendere coscienza di tutto quel che può determinare un risparmio fiscale in termini di deducibilità e detraibilità,  sia per l’impresa, che dal punto di vista personale. Troppe volte gli scontrini che vengono buttati nell’immondizia o le fatture che “furbescamente” ma non troppo, evitiamo di farci fare per risparmiare l’IVA, possono valere centinaia di euro in termini di risparmio fiscale. A tal proposito ti invito a leggere l’articolo: Come pagare meno IRPEF legalmente e senza trucchi, all’interno del quale sono presenti tutti i costi deducibili dall’Irpef.

Costi aziendali deducibili interamente: oltre ai costi direttamente inerenti al tipo di attività svolta, che ovviamente, sono deducibili per intero dal reddito aziendale (i costi per l’approvvigionamento del ferro per un’azienda metalmeccanica ad esempio), sono deducibili interamente dal reddito professionale anche altri costi che, in qualche modo, rispettano il principio di inerenza con l’attività svolta:

– acquisti di quotidiani e o riviste professionali (ad es. “Il Sole 24 Ore”);

– acquisto cancelleria, computer e accessori come stampanti e cartucce;

– utenze intestate all’attività;

– spese per l’acquisto di valori bollati, se compilata la distinta vidimata dal tabaccaio o dalle poste;

– spese per il personale relativo ai contratti occasionali e voucher;

– costi relativi all’autoveicolo aziendale (autocarri, o l’auto stessa nel caso di taxisti e autonoleggi);

– contratti pubblicitari e sponsorizzazioni.

Costi deducibili parzialmente: oltre ai costi deducibili al 100% e a quelli indeducibili, esiste una serie di spese, che spesso sono quelle che vengono omesse perchè non lo si sà, che sono deducibili parzialmente al verificarsi di determinate condizioni:

– i costi per l’acquisto dell’auto aziendale compresa la manutenzione, assicurazione e bollo sono deducibili al 20% , mentre l’IVA è al 40% detraibile. Ulteriori informazioni circa la deducibilità dei costi relativi all’auto aziendale nell’articolo :”Come e quando si scarica dalle tasse l’auto aziendale al 100%” che ti invito a leggere;

I telefoni cellulari sono deducibili all’80% compreso i costi di qualsiasi tipo di contratto e di acquisto, leasing e locazione. E’ possibile detrarre il 50% dell’IVA sulla telefonia mobile, se il cellulare è in uso promiscuo tra l’azienda e la vita privata dell’imprenditore, mentre al 100% se l’uso è esclusivamente aziendale.E ancora, l’IVA e i costi sono deducibili nella misura del 100% sulla linea fissa intestata all’azienda;

– spese per alberghi e ristoranti sono deducibili al 75% senza particolari limiti di deducibilità, purché inerenti all’attività (ricordatevi sempre di farvi fare la fattura);

– Per i professionisti con sede attività nella propria abitazione, se l’abitazione è intestata al professionista i costi saranno deducibili al 50%;

Le spese di rappresentanza: sono deducibili le spese di rappresentanza e quindi le merci distribuite gratuitamente, con finalità promozionali o di pubbliche relazioni, che non valgano singolarmente più di 50 euro, inerenti e documentate nei seguenti limiti: 1,5% dei ricavi fino a euro 10 milioni; 0,6% dei ricavi per la parte eccedente euro 10 milioni e fino a 50 milioni; 0,4% dei ricavi  per la parte eccedente euro 50 milioni. Per quanto riguarda l’IVA la detraibilità è totale per i beni di valore inferiore a 50 euro, indetraibile al 100% per i beni di valore superiore a 50 euro.

corsi di formazione professionali inerenti all’attività svolta che sono deducibili al 50%, sono compresi in questa categoria anche i corsi online. E’ possibile dedurre il costo dell’iscrizione e dei viaggi il 50% del totale dei costi. Le spese di vitto e alloggio, se il corso si svolge in trasferta, sono deducibili al 50% sul 75% delle spese stesse;

Le manutenzioni ordinarie eseguite sui beni di proprietà sono deducibili al 100% nel limite del 5% del valore dei cespiti ammortizzabili. L’eventuale eccedenza è deducibile in quote costanti  nei 5 anni successivi;

Calcolo degli acconti con il metodo previsionale: il contorto sistema fiscale del nostro stato, purtroppo ci costringe a versare le tasse ancor prima di aver calcolato, effettivamente, l’esatto importo di quanto versare… Anzi, per dirla fino in fondo, addirittura ci obbliga a pagare le tasse dell’anno non ancora concluso, già, da giugno a novembre dell’anno ancora da concludersi. Un’anomalia che spesso costringe gli imprenditori a pagare, tra saldo e acconti (IRPEF, INPS e addizionali), una cifra che poco si discosta dall’utile effettivamente conseguito nell’anno.

Specie perchè, con il metodo storico, che è quello che mette il contribuente al riparo da qualsiasi genere di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’acconto verrà calcolato in base alle tasse versate nell’anno precedente, per un importo pari al 100% del rigo “differenza” del Modello UNICO PF per i soggetti IRPEF, 101,50% del rigo RN17 del Modello UNICO SOCETA’ per i soggetti IRES, 101,50% del rigo IR21 del Modello IRAP (in merito agli acconti IRAP), 100% del rigo LM14 del Modello UNICO PF per i soggetti che operano in regime fiscale di vantaggio.  Insomma, utilizzando questo metodo, per il calcolo degli acconti, si pagherebbe quasi il doppio delle tasse tra saldo e acconto, anche se l’anno per cui si sta versando l’acconto stesso non sta andando a gonfie vele come il precedente.

In tal caso, quindi, se si presume che il reddito dell’anno per cui si sta calcolando l’acconto sia di gran lunga inferiore al precedente, è possibile sfruttare il metodo previsionale, ovvero facendo una stima del reddito dell’anno per cui si sta calcolando l’acconto e pagare di conseguenza una cifra meno salata. E’ chiaro che la determinazione dell’acconto con questo metodo viene consigliata quando il contribuente può stimare precisamente il minor reddito imponibile rispetto al periodo precedente, infatti è utile ricordare che un versamento insufficiente dell’acconto darebbe luogo ad una sanzione del 30%. E’ consigliabile parlare di questa cosa al commercialista, chiedendogli di fare la stima dell’acconto previsionale.

Organizzazione aziendale e personale:  un suggerimento talmente banale che potrebbe anche farti sorridere o offendere nel momento in cui la leggerai, ma troppo spesso, capita di non poter scaricare dalla dichiarazione dei redditi determinate spese sostenute solo perchè sono stati persi gli scontrini, le ricevute o la fattura. E’ fondamentale, specialmente per le spese deducibili dall’Irpef, dando  per scontato che in azienda ci sia un minimo di organizzazione, avere un cassetto, una cartellina, un contenitore, in cui verranno archiviati fatture e scontrini dell’anno che verrà, e che sarà riaperto a giugno per poter dedurre il tutto dalle tasse. Troppo facile lamentarsi del carico fiscale se poi si buttano o si perdono quei pochi giustificativi che ci permetterebbero di risparmiare qualche euro.

L’outsourcing: in molti casi il fatto di espletare alcune funzioni aziendali all’esterno, come la pulizia, la gestione contabile, ma anche dei veri e propri processi produttivi, può consentire all’imprenditore un grande risparmio in termini di spese e tributi. Infatti, alcune funzioni, per essere svolte all’interno di un’azienda o direttamente dal libero professionista, richiederebbero l’assunzione fissa o temporanea di lavoratori dipendenti… E tu che sei un imprenditore sai bene quanto costi un dipendente in termini di paga, contributi e gestione. Tanto meglio esternalizzare alcuni processi affidandoli a lavoratori o altre ditte organizzate autonomamente e pagare una fattura, deducibile dal reddito, a scadenza. A proposito delle scadenze: un dipendente andrebbe pagato a fine mese, un fornitore, male che vada a 60 giorni ma coi tempi che corrono, anche 90 o 120 giorni.

La scelta della forma societaria: da un punto di vista fiscale, la scelta di un regime societario adeguato alle caratteristiche della tua attività è fondamentale per l’ottenimento di un grosso vantaggio anche da un punto di vista fiscale. Ovviamente, se potessi aderire al regime forfettario, sarebbe assurdo non farlo, visto le facilitazioni in termini di tassazione che comporterebbe. Parimenti per attività di facchinaggio, movimento merci o imprese di pulizia potresti scegliere di fondare una cooperativa o trasformare la tua ditta in cooperativa per avere diversi benefit fiscali. Ma la stessa scelta di costituire una società di capitali o una società di persone, cambia sostanzialmente il modo e gli importi delle tasse da pagare ogni anno.

Investire in tecnologia e non in dipendenti: so bene che sto per dire una cosa impopolare e sulla quale ci sarebbero da fare settimane e settimane di discussione; so ancor meglio che la CGIL di turno inorridirebbe leggendo queste cose (cosa alquanto improbabile perchè di sicuro loro non hanno i problemi di noi lavoratori autonomi…), ma investire sul personale, in termini di numero degli occupati, non è sempre cosa saggia. Sarebbe più opportuno assumente del personale altamente specializzato, in grado di espletare processi produttivi importanti all’interno dell’organizzazione aziendale, e lasciare che siano i fornitori a svolgere le mansioni meno significative. Il personale assunto dovrà essere formato e tenuto costantemente aggiornato attraverso corsi di specializzazione e, ad esso, è fondamentale affidare ruoli di responsabilità in azienda per farlo sentire importante.

In questo modo è possibile risparmiare parecchi soldi in termini di contributi, stipendi, lavorare meglio sui flussi di cassa, ed avere i fondi necessari per investire in tecnologia. Oggi, gli investimenti in infrastrutture e tecnologia possono davvero fare la differenza, perchè consentono di differenziarsi rispetto alle altre imprese. Per dirla in breve, se acquisti un macchinario che può svolgere un processo produttivo che possono effettuare in pochi, riuscirai a catalizzare su di te l’attenzione di parecchi clienti che ti vedranno come l’unica soluzione ai loro problemi. Investire in tecnologia e attrezzature, ti da inoltre, la possibilità di poter dedurre interamente il costo dell’investimento che se acquistato in leasing ti consente anche di accelerare il normale periodo di ammortamento.

E poi, diciamocela tutta, un macchinario non fa ferie, non gli si devono concedere permessi retribuiti, non tira in ballo i sindacati per ogni stupidaggine, non si ammala (o quantomeno, una volta chiamato il dottore, quando si rompe, riparte senza che gli si paghino i giorni di malattia o infortunio), non si lamenta ogni mese della busta paga, e non prende né ferie, né premi produzione, né tantomeno la tredicesima e la quattordicesima mensilità. Una tecnologia innovativa presente all’interno della tua azienda invece, può davvero diventare un elemento differenziante che può aiutarti a svoltare e soprattutto incrementa la competitività di un’organizzazione.

Come vedi è possibile risparmiare parecchi euro sul fisco che potrai reinvestire in altro e che ti consentiranno di vivere meglio la tua vita, destinando allo stato la “giusta” fetta dei tuoi guadagni. Essere un buon contribuente per lo stato non deve significare “restare in mutande” ogni volta che si devono pagare le tasse, ma pagare il giusto, evitando di evadere il fisco, utilizzando però tutti gli strumenti che il nostro stato ci offre.

E’ importantissimo controllare sistematicamente la gestione della tua impresa e anche quella della tua vita privata di contribuente. Tenere costantemente monitorata la situazione contabile della propria impresa aiuta a saper prendere le decisioni giuste al momento giusto, senza dover ricorrere a strumenti poco ortodossi, come la maggior parte degli imprenditori si trova costretto a fare ogni volta a dicembre.

Il modo migliore, ma soprattutto il più saggio per pagare meno tasse, è quello di conoscere perfettamente ogni regola fondamentale impartita dal fisco per potersi avvalere di qualunque genere di bonus o facilitazione fiscale sia disponibile nel momento di prendere una decisione.

Evadere le tasse è reato e, se all’apparenza, può apparire come la soluzione più comoda e veloce per ridurre il carico fiscale, alla lunga potrebbe diventare pericoloso e controproducente. Al giorno d’oggi tra il Redditometro, il controllo bancario, la fatturazione elettronica, gli studi di settore, e tutti gli strumenti informatici a disposizione dell’amministrazione finanziaria, risulta essere davvero difficile pensare di poterla sempre scampare quando si evade il fisco e, il rischio peggiore, è quello che basti essere “pinzati” una sola volta per pagare con gli interessi, non solo le tasse evase o eluse, ma anche delle sanzioni pesantissime e spesso “guadagnarsi” anche qualche bella condanna penale…

   

Pagare Meno Tasse

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12 Comments
Longo Minnolo Calogero

Gennaio 29, 2020 @ 18:46

Reply

L’ anno scorso ho trasformato la mia ditta individuale ( 30 anni ) in srl per salvaguardare il mio patrimonio , con il mio commercialista abbiamo deciso per la tassazione per trasparenza ,che ne pensi ? Grazie

Omar Cecchelani

Gennaio 30, 2020 @ 10:33

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Dirlo così senza nessu tipo di dato non è così facile… Dipende dal volume di affari, da quanto sono le tue detrazioni e molti altri fattori…. Diciamo che la tassazione per trasparenza ti vincola maggiormente a certi parametri che con la tassazione ordinaria non avresti, specie non distribuendo l’utile

Omar Cecchelani

Luglio 27, 2020 @ 12:57

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Onestamente io non lo avrei fatto… La SRL offre innumerevoli possibilità di pianificazione fiscale che la tassazione per trasparenza preclude…

Pietro

Agosto 16, 2022 @ 13:09

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Sono un pensionato che ha redditi di affitti. Verso allo stato cifre assurde tra imu e mod. Unico. Attualmente sono con caf. Ma non soddisfa le mie richieste. Grazie se mi darete indicazione sensate.

Davide

Luglio 12, 2019 @ 18:08

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Ho acquistato il libro e volevo farvi i complimenti… completo in ogni sua parte e comprensibile!

Omar Cecchelani

Luglio 13, 2019 @ 01:08

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Ti ringrazio!

Alfonso

Gennaio 9, 2019 @ 17:00

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NON CI SONO PIÙ SOLDI I STIPENDI SONO PICCOLI noi italiani compriamo solo da mangiare e altri settori quando vendono a giugno tutti vanno al mare e noi pieni di tasse senza soldi per pagare che umiliazione i nostri genitori con la piccola pensione ci aiutano ancora a 50 anni i conti li so fare e non dire che non pago le tasse non si vende e finita.

Omar Davide Cecchelani

Luglio 13, 2018 @ 15:47

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Una movimentazione come quella che mi ha appena descritto non genera alcun costo ma sono soltanto spostamenti patrimoniali che non influiscono sul conto economico… Pertanto fare un’operazione del genere non genererebbe alcun abbattimento dell’utile e, di conseguenza nessun risparmio fiscale

Francesco

Luglio 12, 2018 @ 12:36

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Buongiorno
se una srl partecipasse come socio di capitale alla creazione di un’altra società versando quindi capitale sociale e poi versando ulteriore liquidità per finanziarla questo credito fatto alla nuova s.r.l. consentirebbe di abbattere l’utile della srl originaria?
grazie

Mario Bellodi

Gennaio 27, 2018 @ 08:42

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Le ricordo che il macchinario non ha bisogno del commercialista…

Luigi

Luglio 22, 2017 @ 09:22

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Vorrei acquistare, ma ho eliminato paypal perché dopo una fegatura online non mi ha rimborsato, come posso fare per pagare la guida??

Augusto Magni

Agosto 26, 2020 @ 12:27

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Io l’ho acquistato e a me è arrivato subito, scaricato in modo semplice e immediato, nessuna fregatura

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