Nuove aliquote IRPEF 2022 e detrazioni di imposta per categorie di reddito

La riduzione della pressione fiscale è un argomento sentito dai contribuenti italiani ormai da moltissimi anni. Un aspetto puntualmente rispolverato durante le campagne elettorali quando, a destra e sinistra, i vari personaggi politici promettono sostanziali tagli alle tasse rimasti poi soltanto nella penna del legislatore o nei pensieri degli aspiranti candidati una volta ottenuta la tanto agognata poltrona.

Tuttavia, le cose sembrano destinate a cambiare grazie alla nuova riforma fiscale introdotta dal Governo Draghi. Nella Manovra di Bilancio 2022, approvata in via definitiva il 30 dicembre 2021, l’esecutivo ha confermato l’introduzione di nuove aliquote IRPEF, il mantenimento del bonus fiscale (ex Bonus Renzi) per i redditi da lavoro fino a 15.000 euro e l’abolizione dell’IRAP per persone fisiche esercitanti attività commerciali, arti e professioni. Un accordo a cui le forze politiche sono giunte non senza difficoltà e scatenando parecchie polemiche sull’effettiva efficacia della riforma. Fatto sta che la Legge di Bilancio 2022 è stata approvata, delineando così la struttura del sistema fiscale dell’anno ormai in corso.

Le novità riguardano, innanzitutto, l’eliminazione dell’aliquota al 41% (per redditi tra 55.000 e 75.000 euro), pertanto gli scaglioni passano da 5 a 4. Inoltre, vengono ridotte le aliquote al 38% e 27% rispettivamente di 3 punti (35%) e 2 punti (25%). I contribuenti che dichiarano redditi oltre i 50.000 euro passano direttamente allo scaglione più alto, con aliquota invariata al 43%. Nessuna modifica è stata prevista per i redditi più bassi fino a 15.000 euro, con tassazione applicata sempre nella misura del 23%.

L’obiettivo del legislatore è piuttosto evidente, ovvero strizzare l’occhio alla classe media con reddito compreso tra 28.000 e 55.000 euro, mentre nulla cambia per le fasce più povere e poco per i contribuenti più ricchi. Ed è proprio l’assenza di sostanziali vantaggi per lavoratori e pensionati a basso reddito uno dei punti che hanno suscitano critiche e proteste da parte di opposizione e sindacati.

Andiamo dunque a scoprire nel dettaglio cosa cambia con il via libera alla Manovra economica 2022, quali sono i contribuenti con i maggiori benefici e chi, invece, dovrà versare sempre le stesse imposte.

Indice:

 

Gli scaglioni IRPEF validi

Prima di scoprire le novità della riforma fiscale, rammentiamo quali solo le vecchie aliquote per l’imposta diretta sulle persone fisiche che ci hanno accompagnato per moltissimi anni.

Il sistema fiscale in vigore fino all’attuazione della Manovra di Bilancio 2022 prevede la seguente suddivisione:

  • 1° scaglione: redditi compresi tra 0 e 15.000 euro. Il contribuente deve applicare un’aliquota pari al 23%. Per redditi da lavoro dipendente fino a 8.145 euro il soggetto rientra nella cosiddetta No tax area e quindi non sarà dovuta alcuna imposta. Chi dichiara 15.000 euro dovrà versare una tassa di 3.450 euro;
  • 2° scaglione: redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro, con aliquota al 27%. Dal 2° scaglione in poi il sistema adotta l’applicazione della relativa aliquota solo sulla parte eccedente il limite di reddito. Di conseguenza si deve considerare una parte fissa pari a 3.450 euro a cui aggiungere il 27% della quota eccedente i 15.000 euro;
  • 3° scaglione: redditi compresi tra 28.001 e 55.000 euro, con aliquota al 38% (6.960 euro + 38% della quota eccedente i 28.000 euro);
  • 4° scaglione: redditi compresi tra 55.001 e 75.000 euro, con aliquota al 41% (17.220 euro + la quota eccedente i 55.000 euro);
  • 5° scaglione: redditi oltre 75.000 euro, con aliquota al 43% (25.420 + la quota eccedente la soglia di 75.000 euro).

 

Le nuove aliquote IRPEF 2022

Come già accennato in precedenza, le novità introdotte dalla riforma fiscale, entrata in vigore il 1° gennaio 2022, le possiamo così riassumere:

  • il numero di scaglioni IRPEF passa da 5 a 4;
  • viene eliminato il 4° scaglione con aliquota contributiva pari al 41%;
  • l’aliquota al 27% viene ridotta al 25%;
  • l’aliquota al 38% viene ridotta al 35%;
  • i contribuenti con redditi superiori a 50.000 euro passano automaticamente all’ultimo scaglione con aliquota del 43%.

In buona sostanza dal 2022 dovremo far riferimento alle seguenti aliquote:

  • 23% per redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% per redditi da 15.001 fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi da 28.001 fino a 50.000 euro;
  • 43% per redditi oltre i 50.000 euro.

Ricordiamo che il Governo ha introdotto anche modifiche relative all’IRAP. Dal 1° gennaio 2022 l’imposta regionale sulle attività produttive viene abolita per le seguenti categorie:

  • persone fisiche titolari di redditto d’impresa che esercitano un’attività commerciale;
  • persone fisiche titolari di reddito da lavoro autonomo che svolgono arti o professioni.

Tali soggetti devono effettuare gli ultimi pagamenti relativi all’anno d’imposta 2021, vale a dire versare il saldo entro il 30 giugno 2022 e presentare la dichiarazione IRAP non oltre il 30 novembre.

 

Quali contribuenti guadagnano maggiormente con le nuove aliquote IRPEF 2022?

A seguito dell’introduzione della riforma fiscale, da più parti sono iniziati calcoli e proiezioni per capire quali categorie di cittadini trarranno i maggiori benefici dai cambiamenti proposti.

Innanzitutto è opportuno sapere che nel nostro Paese circa il 56% dell’IRPEF totale viene pagata da poco più di 20 milioni di contribuenti. Nello specifico, un terzo rientra nella fascia di reddito tra 20.000 e 26.000 euro, un altro terzo in quella tra 26.000 e 30.000 euro e la parte rimanente tra 30.000 e 50.000 euro.

Pertanto è facile capire il motivo per cui il Governo abbia stanziato risorse allo scopo di ridurre la pressione fiscale a favore del ceto medio, costituito per lo più da lavoratori dipendenti e pensionati con redditi tra 35.000 e 55.000 euro. Rimane, invece, invariata la tassazione per i contribuenti a basso reddito fino a 15.000 euro, tuttavia potranno godere di maggiori vantaggi sulle detrazioni IRPEF. Per i contribuenti più ricchi (redditi oltre i 70.0000 euro) il risparmio fiscale è davvero poco cosa.

 

Effettivo risparmio per fasce di reddito

Cerchiamo ora di capire con maggior precisione a quanto ammonta il massimo risparmio in base alla fascia di redditto di appartenenza.

  • Reddito fino a 15.000 euro: abbiamo visto come i contribuenti più poveri siano gli unici a non avere nessuna diminuzione d’imposta. L’aliquota applicata rimane al 23% e coloro che raggiungono la soglia massima continuano a versare 3.450 euro. Semmai eventuali sgravi fiscali derivano dalla possibilità di applicare detrazioni maggiorate rispetto al 2021;
  • Reddito tra 20.000 e 25.000 euro: In questo caso la diminuzione di 2 punti percentuali dell’aliquota non comporta un grande risparmio fiscale che si aggira attorno ai 200 / 300 euro annui;
  • Reddito tra 40.000 e 45.000 euro: questa è la fascia di reddito che gode dei maggiori benefici. I lavoratori dipendenti possono risparmiare dal 6,4% fino al 7,5% di IRPEF rispetto a quanto versavano con il vecchio sistema. Lo sconto fiscale diminuisce per i pensionati che comunque ottengono una diminuzione del 4,2%, mentre per gli autonomi del 3,9%. Tradotto in cifre significa un risparmio annuo compreso tra 620 e 770 euro;
  • Redditi di 50.000 euro: per capire il risparmio di un contribuente che dichiara 50.000 euro basta fare qualche semplice calcolo. Con il vecchio sistema avrebbe dovuto versare: 6.960 + 8.360 (38% di 50000 – 28000 =22000), ovvero 15.320 euro. Con il nuovo sistema a 4 aliquote l’imposta scende a 14.400 euro, con un risparmio di poco inferiore ai 1.000 euro (920 euro). Ed è questa la situazione che, in assoluto, porta al maggior risparmio;
  • Redditi superiori a 50.000 euro:  più saliamo con il reddito e minore risulta lo sconto fiscale. Dichiarando, ad esempio, 60.000 euro otteniamo un risparmio di 570 euro, scendendo a 370 euro con reddito di 70.000 euro e arrivando a 270 euro con reddito di 80.000 euro.

 

La No Tax Area subisce cambiamenti?

La No Tax Area è il range di reddito entro il quale un contribuente risulta esentato dal versamento dell’IRPEF. La nuova riforma fiscale del Governo Draghi non dovrebbe portare a cambiamenti sostanziali dei limiti.

Al tal proposito, fino al 31 dicembre 2021 la no tax area prevede le seguenti soglie di esenzione IRPEF:

  • 8.130 euro per redditi derivanti dalla sola pensione;
  • 8.145 euro per lavoratori dipendenti con contratto sia a tempo indeterminato che determinato;
  • 4.800 euro per lavoratori autonomi.

Le modifiche dovrebbero lasciare invariato il limite per i lavoratori dipendenti e alzare la soglia a 8.500 euro per i pensionati e 5.500 euro per i lavoratori autonomi.

 

Come cambia il Bonus fiscale 2022 per lavoratori dipendenti

L’iniziale via seguita dal Governo sembrava portare alla totale eliminazione del bonus fiscale (l’ex bonus Renzi da 80 euro aumentato successivamente a 100 euro) che, invece, viene mantenuto per tutto il 2022. Ciò significa che:

  • per redditi da lavoro fino a 15.000 euro il cosiddetto bonus taglio cuneo fiscale pari a 100 euro rimane in vigore, per un totale annuo di 1.200 euro (lo stesso importo del 2021);
  • per redditi compresi tra 15.001 euro e 28.000 euro viene applicata una clausola di salvaguardia. Ciò significa che, in presenza di determinate condizioni, al contribuente viene riconosciuto un bonus taglio cuneo fiscale di 1.200 euro annui da richiedere in fase di dichiarazione dei redditi. Nello specifico si deve verificare una situazione penalizzante per il soggetto, ovvero la somma di ogni detrazione spettante supera l’importo dell’imposta lorda dovuta.

Ricordiamo che, nonostante l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2022, a partire dal 1° gennaio per lavoratori dipendenti con reddito fino a 15.000 euro il bonus fiscale continua a coesistere con la detrazione IRPEF.

Per lavoratori dipendenti con redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro viene abolito il riconoscimento del bonus IRPEF, adeguatamente sostituito dal nuovo sistema di detrazioni fiscali che salgono fino ad un massimo di 3.100 euro.

 

Novità sulle detrazioni da lavoro dipendente e pensioni

Il Governo, oltre a modificare numero di scaglioni e aliquote, ha deciso di intervenire anche sulle detrazioni IRPEF applicabili a lavoratori dipendenti e pensionati. Un intervento già messo in atto dai precedenti esecutivi allo scopo di rilanciare l’economia tramite la riduzione del costo del lavoro da una parte, e l’incremento della capacità di spesa dall’altra.

In buona sostanza abbiamo un generale aumento delle detrazioni rispetto al passato secondo il seguente schema:

  • reddito fino a 15.000 euro la detrazione è pari a 1.880 euro, scendendo a 1.380 euro per lavoratori dipendenti a tempo determinato;
  • reddito compreso tra 15.001 euro fino a 28.000 euro la detrazione viene calcolata con la formula 1910 + 1190 x (28.000 – reddito netto) / 13.000;
  • reddito compreso tra 28.001 e 50.000 euro la detrazione viene calcolata con la formula 910 x (50.000 – reddito netto) / 22.000;
  • reddito superiore a 50.000 euro non è prevista detrazione.

Inoltre, è bene precisare come per redditi tra 25.000 e 35.000 euro la legge prevede l’applicazione di un’ulteriore detrazione fissa pari a 65 euro.

Per quanto riguarda le detrazioni spettanti ai pensionati, anche in questo caso subiscono un aumento e precisamente:

  • reddito fino a 8.500 euro la detrazione è pari a 1.955 euro;
  • reddito compreso tra 8.501 e 28.000 euro la detrazione viene calcolata con la formula 700 + 1255 x (28.000 – reddito netto) / 19.500;
  • reddito compreso tra 28.001 e 50.000 euro la detrazione viene calcolata con la formula 700 x (50.000 – reddito netto) / 22.000;
  • reddito superiore a 50.001 euro non è prevista detrazione.

Anche in questo caso viene introdotta un’ulteriore detrazione fissa nella misura di 50 euro se il reddito risulta compreso tra 25.000 e 29.000 euro.

   

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