No Tax Area: agevolazioni fiscali per le fasce deboli

La no tax area, letteralmente “area senza tasse”, rappresenta una fascia di reddito esente da imposte: IRPEF (Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche), addizionali regionali e comunali.

Questa agevolazione per le fasce più deboli ha visto la luce, per la prima volta, grazie alla legge n. 289/2002 che, all’art. 2, ha introdotto una serie di disposizioni volte a rimodulare alcune norme contenute nel testo unico delle imposte sui redditi (TUIR).

Scopo della no tax area è quello di sottrarre dalla principale imposta cui sono soggetti tutti i contribuenti, una parte di reddito (o l’intero reddito) necessario al soddisfacimento dei bisogni principali di una persona o di una famiglia. Per questo motivo, la no tax area viene applicata principalmente ai redditi provenienti da lavoro dipendente, alla pensione e agli introiti da lavoro autonomo, escludendo i redditi di capitale e gli investimenti che, normalmente, non sono propri delle fasce meno abbienti.

Nonostante questo provvedimento sia contenuto all’interno del TUIR e nelle diverse leggi di bilancio promosse ogni anno dal Governo, non esiste una disposizione specifica che individui in maniera esplicita l’ammontare dell’esenzione fiscale.

Di fatto, la no tax area, altro non è che un calcolo aritmetico il cui risultato è inversamente proporzionale rispetto all’aumentare del reddito.

Secondo quanto disposto dal TUIR, e dalle recenti leggi di bilancio, la no tax area comprende:

  • i redditi da pensione fino a 8 mila euro;
  • i redditi da lavoro dipendente fino a 8 mila euro;
  • i redditi da lavoro autonomo o gli introiti derivanti da diritto d’autore o proprietà intellettuale fino a un massimo di 4800 euro;
  • i redditi fondiari (cioè i redditi che provengono dalla proprietà di terreni e fabbricati presenti sul territorio italiano ed iscritti al catasto) fino a un limite di 500 euro;
  • i redditi da terreni agricoli fino a 188 euro;
  • a cui si aggiungono i redditi così come risultanti da ISEE inferiori a 13 mila euro in merito all’applicazione delle tasse universitarie;
  • compensi e rimborsi per attività sportive dilettantistiche.

Il calcolo di questa agevolazione comprende diverse componenti e richiede la risoluzione di una sorta di equazione matematica che cambia a seconda dell’ammontare del reddito è consiste fondamentalmente in una detrazione che va a sottrarre un determinato importo dall’IRPEF.

Calcolo e coefficienti differiscono a seconda che si tratti di detrazioni per lavoro dipendente piuttosto che detrazioni per redditi di pensione.

E’ importante sottolineare, ancora, che per la sua natura di aiuto alle fasce meno abbienti, questa agevolazione viene applicata solo ai soggetti che risultano nullatenenti e che quindi non possono ricavare redditi in altro modo che non sia la propria attività da lavoratore autonomo, dipendente o da pensione.

Anche i disoccupati, persone che vivono della pensione di invalidità, sportivi amatoriali che non abbiano altre retribuzioni, e chi non arriva ai limiti di reddito sopra indicati ha diritto a questa agevolazione.

Vediamo insieme come funziona la no tax area per ogni categoria di reddito.

Indice:

 

No tax area pensionati

Introdotta nel 2002 e modificata nel corso degli anni, la no tax area pensionati è una soglia pari a 8.125 euro, limite di reddito al di sotto del quale non è dovuta l’IRPEF, così come stabilito dal testo unico per le imposte.

Questo limite è stato innalzato, di recente (da circa due anni), e si rivolge proprio a quei contribuenti anziani che percepiscono emolumenti da pensione così bassi da essere indispensabili, quasi esclusivamente, per le esigenze quotidiane e di prima necessità. Si pensi, ad esempio, l’acquisto di medicinali, il pagamento di un affitto, le spese per il cibo, ecc…

La no tax area, così come partorita in principio, divideva i soggetti beneficiari in due scaglioni:

  • il primo riguardava i pensionati con un’età al di sotto dei 75 anni. Per costoro la soglia della no tax area era fissata a 7.500 euro;
  • il secondo si rivolgeva ai pensionati con un’età maggiore di 75 anni. La no tax area era fissata a 7.750 euro.

L’unificazione in un unico limite della no tax area pensionati ha permesso di applicare il principio di cui all’art. 11 del testo unico sulle imposte, a prescindere dall’età del beneficiario.

Se i redditi provenienti dalla sola pensione non superano gli 8.125 euro, l’IRPEF non è dovuta in quanto la detrazione calcolata va a coprire interamente l’importo che il pensionato dovrebbe pagare proprio per l’imposta sui redditi delle persone fisiche.

Diverso il discorso che riguarda coloro che percepiscono una pensione maggiore di 8.125 euro, i quali potranno beneficiare, invece, di una serie di deduzioni e di detrazioni fiscali così come stabilito, di volta in volta, dalla legge.

Le detrazioni (ossia i benefici scomputati dall’imposta dovuta, al netto delle deduzioni fiscali che si applicano, invece, sulla base imponibile del reddito) saranno inversamente proporzionali all’aumentare del reddito, fino ad azzerarsi completamente per coloro che percepiscono una pensione annua superiore a 55 mila euro. Il calcolo della detrazione IRPEF per redditi di pensione è il seguente:

  • Per redditi inferiori a 8.125 euro la detrazione spettante è di 1.880 euro;
  • Per redditi tra 8.000 e 15.000 euro si applica la seguente equazione:
    1.297 + [583 x (15.000 – reddito netto) / 7.000];
  • Per redditi tra 15.000 e 55.000 € la formula è la seguente:
    1.297 x [(55.000 — reddito netto) / 40.000];
  • Per redditi superiori a 55.000 euro non sono previste detrazioni.

Le principali detrazioni e deduzioni di cui un pensionato potrebbe beneficiare riguardano:

  • le detrazione, come sopra calcolata, inversamente proporzionale all’ammontare del reddito da pensione per i redditi tra 8.125 € e 55.000 €;
  • per i familiari a carico (si pensi al coniuge che ha sempre svolto lavoro casalingo);
  • per le spese mediche;
  • per le spese relative a colf e badanti, eventualmente assunte per l’assistenza dei soggetti non autosufficienti;
  • gli eventuali interessi passivi per mutui contratti;
  • le assicurazioni sulla vita;
  • e tutte le detrazioni e deduzioni di cui parlo dettagliatamente nell’articolo “Come pagare meno IRPEF“.

 

No tax area dipendenti

Anche i lavoratori dipendenti possono beneficiare di un’area esente da tasse, al di sopra del quale si applicherà il meccanismo inversamente proporzionale IRPEF a seconda del reddito dichiarato analogo a quello relativo alle detrazioni per reddito da pensione.

Per i lavoratori dipendenti (a differenza dei pensionati) l’esenzione totale dall’imposta IRPEF è fissata sul limite degli 8.145,32 euro. Il superamento di tale soglia prevede l’adozione di cinque aliquote divise per 5 scaglioni IRPEF che partiranno da un minimo del 23% fino ad arrivare ad un massimo del 43%.

La no tax area di 8.145 euro è prevista, non solo per i lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma anche per coloro che svolgono attività lavorativa alle dipendenze di un datore per un tempo prestabilito (cosiddetto contratto di lavoro a tempo determinato), i lavoratori stagionali e i contratti atipici.

La detrazione IRPEF per lavoro dipendente si calcola con le seguenti equazioni a seconda dello scaglione di reddito:

  • Per redditi inferiori a 8.145 euro la detrazione spettante è di 1.880 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro dipendente secondo la seguente operazione:
    1.880 x (giorni lavorati / 365);
  • Per redditi tra 8.145 e 28.000 euro si applica la seguente equazione:
    978 + {902 x [(28.000 – Reddito  Netto) / 20.000)] x (giorni lavorati / 365)};
  • Per redditi tra maggiori di 28.000 € e inferiori a 55.000 € la formula è la seguente:
    978 x [(55.000 – Reddito Netto) / 27.000] x (giorni lavorati / 365)
  • Per redditi superiori a 55.000 euro non sono previste detrazioni.

Con 8.145 euro di reddito annuo, che corrispondono a poco più di 675 euro mensili percepiti dal contribuente, e per coloro che dichiarano un reddito di poco superiore alla predetta soglia, potrebbe applicarsi anche un altro meccanismo pur sempre vantaggioso, riconducibile al famoso Bonus Renzi, meglio noto come “i famosi 80 euro in busta paga” mensili spettanti ai lavoratori dipendenti.

Tale bonus, diretto a coloro che percepiscono un reddito da lavoro dipendente non superiore a 24.600 euro annui, non è altro che un credito d’imposta pari a 960 euro l’anno, restituito in busta paga ai soggetti beneficiari. E’ previsto, inoltre, un bonus in misura parziale e proporzionata al proprio reddito per i lavoratori dipendenti statali e privati fino a 26.600 €.

Per i lavoratori dipendenti esistono anche una serie di detrazioni IRPEF, così come stabilito dal testo unico delle imposte sui redditi. Ad esempio l’ammontare minimo delle detrazioni IRPEF è pari a:

  • 1.880 euro per un reddito complessivo non superiore a 8 mila euro. La detrazione non può essere inferiore a 690 per i lavoratori assunti a tempo indeterminato e 1.380 euro per i lavoratori a tempo determinato;
  • il calcolo risultante dall’equazione i cui valori variano a seconda se si percepiscono redditi non superiori a 28 mila euro e 55 mila euro annui. Oltre questa soglia le detrazioni IRPEF per la determinazione dell’imposta sono azzerate.

Infine sono previste una serie di detrazioni (che spettano a gran parte dei contribuenti, a prescindere dal reddito percepito) a seconda se si paga l’affitto dell’abitazione principale, per gli interessi passivi su mutui prima casa, per i carichi di famiglia e per le spese mediche.

 

No tax area università

Scopo della no tax area università è quello di agevolare la frequentazione di corsi universitari e scuole di alta formazione artistica musicale anche per studenti privi delle risorse economiche necessarie.

Siccome le tasse rappresentano per molti un vero salasso, grazie alla no tax area è possibile non pagare l’iscrizione universitaria o pagarla in misura ridotta in proporzione al reddito dichiarato.

Per beneficiare delle esenzioni è necessario che l’ISEE (l’indicatore della situazione economica equivalente) dello studente sia inferiore a 13 mila euro, mentre per coloro che rientrano nella fascia di reddito fra i 13.001 euro e i 30.000 euro è prevista una riduzione proporzionale al reddito ISEE sulla tassa di iscrizione.

Per le dichiarazioni ISEE superiori a 30 mila euro non è prevista alcun tipo di riduzione.

I vantaggi relativi a questa agevolazione sono riconosciuti a tutti gli studenti che si iscrivono per la prima volta ad un corso universitario o ad un’istituzione Afam (le cosiddette matricole), mentre per gli anni successivi gli studenti devono possedere non solo il requisito reddituale, ma anche un requisito di merito.

Ciò significa che oltre ad un ISEE inferiore a 13 mila euro (o compreso fra 13.001 e 30 mila euro) lo studente che intende beneficiare della no tax area università deve aver sostenuto un certo numero di esami i cui crediti rientrano in una certa soglia. Il requisito di merito deve essere maturato entro il mese di agosto di ciascun anno mentre la soglia di crediti posseduti dipende dall’anno accademico di iscrizione.

I limiti della no tax area università previsti per legge sono minimi. Ciò significa che ciascun ateneo, nel rispetto dell’autonomia istituzionale riconosciuta dalla Costituzione, può prevederne di maggiori per beneficiare dell’esenzione, ma non può ridurre le soglie di 13 mila e di 30 mila euro definite dalla normativa.

Dalle agevolazioni della no tax area sono escluse le imposte di bollo, le imposte di esonero, la tassa regionale per il diritto allo studio e l’imposta di graduazione dei contributi.

Queste ultime sono dovute obbligatoriamente anche se si posseggono i requisiti della no tax area, ad esclusione di coloro che godono di agevolazioni, come le borse di studio, che consentono l’esonero anche dalle imposte principali.

 

Casi di esonero dalla presentazione della dichiarazione IRPEF per tipologia di reddito prodotto

La no tax area non è univoca e valida, ad esempio, solo e soltanto a chi possiede un reddito entro un determinato limite. Questo tipo di agevolazione rappresenta, infatti, un concetto ben più articolato perché deriva dall’interpretazione delle norme contenute nel testo unico delle imposte sui redditi e delle diverse manovre adottate con le varie leggi di bilancio.

Sicuramente giova ricordare che la no tax area prevede casi di esonero per tipologia di reddito prodotto: ciò significa che a seconda del tipo o della fonte di quanto dichiarato al fisco sarà possibile o meno usufruire delle varie agevolazioni fiscali di cui stiamo parlando e addirittura non essere obbligati a presentare alcuna dichiarazione reddituale.

Nell’introduzione abbiamo detto che la no tax area si applica, in particolare, ai redditi di pensione e da lavoro e, in quest’ultimo caso, a seconda se si tratti di lavoro dipendente (a tempo indeterminato o determinato) o autonomo. Inoltre nell’area di non tassazione rientrano anche i redditi dei terreni e i redditi fondiari, ma anche i proventi derivanti da diritti d’autore o dallo sfruttamento di una proprietà intellettuale di un’opera fino a determinati limiti.

A ciò si aggiunge una no tax area università, riservata a chi possiede un ISEE inferiore a 13 mila euro e, dagli anni successivi a quello della prima iscrizione, anche dei requisiti di merito.

Dalle tipologie di reddito appena citate si deduce che i redditi oggetto di agevolazione fiscale sono quelli che servono principalmente a soddisfare i bisogni propri o quelli propria famiglia. Una pensione, uno stipendio, il guadagno ottenuto da una consulenza professionale serviranno a formare quelle somme  utilizzate dal contribuente e dalla sua famiglia per le necessità quotidiane.

Non rientrano nella no tax area, ad esempio, i redditi patrimoniali e le rendite finanziarie provenienti da investimenti in partecipazioni azionarie, risparmi e acquisti di titoli da cui deriva la percezione di interessi attivi, in quanto considerati redditi di capitale.

Anche l’affitto di una seconda casa non rientra nella no tax area, con la differenza che il reddito da locazione può essere oggetto di differenti agevolazioni fiscali, quali ad esempio l’opzione della cedolare secca.

 

Casi di esonero dalla presentazione della dichiarazione IRPEF in base alla quantità di reddito prodotto

Una volta stabilita la tipologia di redditi che beneficiano della no tax area bisognerà passare in rassegna le soglie di reddito a cui si applicano i benefici fiscali.

In questo modo è possibile stabilire i casi di esonero, addirittura dell’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, in base alla quantità di reddito prodotto che, come abbiamo visto prima, variano a seconda dell’ammontare di quanto percepito annualmente.

Andando per gradi:

  • per quanto riguarda le pensioni l’esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi si applica ai redditi inferiori a 8.125 euro, a prescindere dall’età anagrafica del contribuente pensionato. Per le pensioni comprese fra gli 8.125,01 euro e 55 mila euro le detrazioni saranno inversamente proporzionali;
  • per i redditi da lavoro dipendente la no tax area rientra negli 8.145,32 euro e,  l’obbligo di presentazione della dichiarazione reddituale non è previsto se si percepiscono redditi da un unico sostituto di imposta o per redditi compresi nei limiti della no tax area. Anche in questo caso sono previste detrazioni IRPEF inversamente proporzionali, che si azzerano per i redditi superiori ai 55 mila euro;
  • per chi riceve soltanto l’assegno di mantenimento da parte del coniuge fino a 7.500 euro annui ad esclusione dell’assegno di mantenimento per i figli;
  • per i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, i redditi da lavoro autonomo, i proventi dallo sfruttamento di opere la soglia rimane fissa a 4.800 euro;
  • per le rendite fondiarie (terreni e fabbricati) l’esenzione si ferma a 500 euro annui;
  • i redditi dei terreni per un importo inferiore a 185,92 euro sono esenti da imposta IRPEF e i percettori esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi;

 

Condizione generale di esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi

Esistono alcuni casi particolari in cui, non solo si è esentati dal pagamento dell’IRPEF, o si deve all’erario un’imposta ridotta ma, addirittura, si è esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, a patto che si rispettino le condizioni generali di esonero.

Sicuramente, beneficiari dell’esonero sono coloro che non sono obbligati alla tenuta delle scritture contabili e ancora:

  • coloro che, a seguito dei calcoli IRPEF, devono all’erario un’imposta non superiore a 10,33 euro (troppo irrisoria per pretenderla dal contribuente);
  • quando si è percettori di rendite esenti da qualsiasi imposta, quali ad esempio borse di studio, rendite INAIL per invalidità dal lavoro, indennità da accompagnamento, pensioni sociali, pensioni di guerra, ecc…;
  • per chi possiede terreni e/o fabbricati con un reddito che non supera i 500 euro;
  • per i redditi già soggetti a ritenuta alla fonte come le imposte applicate sugli interessi sui conti correnti bancari o postali;
  • per chi possiede esclusivamente un reddito da lavoro dipendente, pensione, lavoro autonomo che rientra nelle soglie della no tax area;
  • se si beneficia di un’imposta sostitutiva per alcune tipologie di reddito;
  • qualora si percepiscano compensi derivanti dallo svolgimento di attività sportive per un importo non superiore a 28.158,28 euro;
  • chi possiede solo redditi da lavoro dipendente o pensione erogate da un unico sostituto di imposta nel corso dell’anno.

In tutti gli altri casi, come quando si posseggono redditi, non solo da lavoro dipendente ma anche rendite, proprietà e profitti di diversa provenienza (che vanno a sommarsi al reddito principale), bisognerà tenere in considerazione le soglie previste per la no tax area, le tipologie di tassazione previste dalla legge per i singoli redditi, ed eventuali regole stabilite in riferimento alla pensione o allo stipendio ma, soprattutto, si è obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

   

Pagare Meno Tasse

Se hai trovato interessante questo articolo, per approfondire, ti consiglio il mio libro "PAGARE MENO TASSE" che ti svelerà i segreti che i commercialisti ti tengono volutamente nascosti...

 

                       
6 Comments
Mattia Bianco

Aprile 15, 2021 @ 10:57

Reply

Buongiorno, ho un appartamento di proprietà acquistato come prima casa che vorrei affittare a 600€ al mese, perchè vivo ancora dai miei genitori. Non avendo altri redditi rientro nell’applicazione della no TAX area? Grazie

Michela

Dicembre 30, 2020 @ 18:14

Reply

Buongiorno, ho un lavoro online di assistenza clienti per una azienda che ha sede all’estero. Il mio reddito (fatture mensili) è stato di 4500€ nel 2020. Devo lo stesso aprire la partita iva oppure essendo al di sotto dell’anno tax area posso farne a meno?
Grazie mille

Antonella

Novembre 23, 2020 @ 23:11

Reply

Non ho capito se per esempio ad una persona che ha un reddito da fabbricati superiore a 500 € ma percepisce una pensione inferiore a 6.000 € annui gli viene tassato solo il reddito da fabbricato o anche la pensione.

Omar Cecchelani

Novembre 24, 2020 @ 09:16

Reply

I redditi fanno cumulo

Marco

Giugno 5, 2020 @ 21:41

Reply

Dall articolo non si capisce se una persona che non ha alcun reddito (ho chiuso un attività due anni fa) con rendita da prima casa di 466 e rendita da terreno seminativo ma non coltivato perche in stato di disuso, con rendita catastale di 182 ma con rivalutazione del 70 e 80% oltre a 30%, arrivando a 236 euro, rientro nei no tax area? Ma perché rivalutare il terreno?

Omar Cecchelani

Luglio 27, 2020 @ 11:38

Reply

Le valutazioni delle rendite catastali o delle rendite dei terreni risalgono a parecchi anni fa, di tanto in tanto, per aggiornarle ai valori del mercato attuale subiscono delle rivalutazioni… Per quanto riguarda il suo caso, non avendo altri redditi, deve comunque presentare la dichiarazione dei redditi perchè le rendite delle sue proprietà immobiliari superano i 500 euro e, non avendo altro, dovrebbe comunque far parte della no tax area…

Lascia un commento