MULTE SALATE AI PROPRIETARI DI CASE SFITTE! Si rischia anche la requisizione dell’immobile!

Scritto da Omar Cecchelani il 10 Dicembre 2024 in Immobili

Ah, l’Italia, il Paese delle meraviglie, dove ogni tanto spunta un’idea che sembra uscita da un cabaret di provincia piuttosto che da un tavolo istituzionale. Parliamo della nuova trovata: multe ai proprietari di case sfitte e – tenetevi forte – la possibile requisizione degli immobili! Sì, avete capito bene: io, che magari mi sono fatto un mazzo tanto per comprare una seconda casa, magari pensando a mio figlio che un giorno la userà, devo per forza affittarla. E non finisce qui: se non affitto, rischio la requisizione! Insomma, la casa non è più mia, diventa una specie di bene comune gestito dal Comune.

multe ai proprietari di case sfitteE non è che poi mi garantiscono che gli inquilini siano rispettosi. No, perché sappiamo tutti come va a finire: magari mi ridanno la casa distrutta, con il parquet che sembra passato in guerra e i muri decorati da artisti in erba. E se non affitto? Arrivano le multe, o peggio, mi requisiscono la casa per fronteggiare l’emergenza abitativa. Ma non potevamo inventarci qualcosa di meno… assurdo?

 

Il contesto: la grande piaga delle case sfitte

Partiamo dal problema, perché un fondo di verità c’è. In Italia, soprattutto nelle grandi città, abbiamo un sacco di case sfitte, abbandonate, inutilizzate. Il Comune di Torino, ad esempio, ha contato migliaia di appartamenti vuoti. E intanto c’è gente che non sa dove andare: famiglie con bambini, studenti che dormono in camerate stile collegio del ’700, anziani costretti a vivere in appartamenti che cadono a pezzi. La questione sociale è evidente, e non si può negare che il disagio abitativo sia un problema concreto.

Ma qual è la causa di tutte queste case vuote? Non è che i proprietari si divertono a lasciare tutto chiuso. Molti hanno paura di affittare, e con ragione: cosa succede se l’inquilino smette di pagare? Recuperare l’immobile è un’odissea legale che può durare anni. E se, nel frattempo, l’inquilino decide di ristrutturare a modo suo – magari trasformando il salotto in un campo da paintball? Non c’è assicurazione che tenga.

 

La proposta di Torino: vuoti a rendere

Ed ecco che arriva Torino con la campagna Vuoti a rendere. Il nome già è tutto un programma: sembra uno slogan da supermercato. L’idea è semplice (si fa per dire): censire tutte le case sfitte, chiedere ai proprietari perché non le affittano e – se non ci sono motivi validi – costringerli a metterle sul mercato. Come? Prima con sanzioni economiche, poi – nei casi estremi – requisendo l’immobile. Sì, avete letto bene: requisendo.

Ma attenzione, non è che questa proposta si rivolge a chi ha una casa sfitta per motivi personali. No, l’obiettivo sono i “grandi proprietari”, quelli con più di cinque immobili. Per loro, la campagna prevede multe salate, maggiorazioni di tasse come l’IMU e la TARI, e persino la possibilità di requisizione in caso di emergenza abitativa. Il tutto, si dice, per contrastare il degrado urbano e restituire gli spazi inutilizzati alla comunità.

 

Critiche e polemiche: un attacco alla proprietà privata?

Ovviamente, questa proposta non è passata inosservata. Da una parte, c’è chi la considera un attacco frontale alla proprietà privata. “Ma come, io ho investito i miei risparmi in un immobile, e adesso il Comune mi dice cosa devo farci? E magari stabilisce anche il prezzo dell’affitto?”. Dall’altra, i promotori difendono l’iniziativa come una misura necessaria per rispondere a un problema reale: le case sfitte sono uno spreco inaccettabile in un momento di crisi abitativa.

In mezzo a tutto questo, si alza anche la voce di chi sottolinea i rischi di una gestione poco trasparente. Requisire un immobile è un atto estremo, e la domanda sorge spontanea: chi garantisce che questi alloggi verranno davvero utilizzati per aiutare chi ne ha bisogno, e non diventeranno l’ennesimo simbolo di burocrazia inefficiente?

 

Il rischio di una toppa peggiore del buco

E allora, qual è la soluzione? Se da una parte è vero che il problema delle case sfitte va affrontato, dall’altra non si può ignorare che misure come questa rischiano di essere una toppa peggiore del buco. Colpire i grandi proprietari senza affrontare le cause profonde del disagio abitativo – salari bassi, burocrazia soffocante, tutela insufficiente per i proprietari – è come cercare di spegnere un incendio con un bicchiere d’acqua.

Forse sarebbe più sensato incentivare gli affitti con agevolazioni fiscali, garantire ai proprietari procedure snelle per recuperare gli immobili in caso di problemi e creare un piano casa serio a livello nazionale. Perché, diciamocelo, le iniziative locali possono essere anche ben intenzionate, ma se non c’è un coordinamento più ampio, rischiamo solo di fare tanto rumore per nulla.

E voi cosa ne pensate? È giusto requisire le case sfitte per rispondere alla crisi abitativa, o si tratta di una misura eccessiva? Scrivetelo nei commenti

   

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