L’Agenzia delle Entrate ti scrive: lettera di invito a regolarizzare possibili errori

I rapporti tra Fisco e contribuente non si possono definire di certo idilliaci e sono, il più delle volte, legati a situazioni tutt’altro che piacevoli. Negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate ha messo in atto una serie di iniziative con lo scopo di favorire una più proficua collaborazione con i cittadini per stimolarli a mettersi in regola, spontaneamente, gli oneri fiscali.

Stiamo parlando della cosiddetta tax compliance ovvero la conformità dei comportamenti alle leggi tributarie e l’adempimento spontaneo del contribuente ai suoi obblighi fiscali e, in particolar modo, alla fedele dichiarazione dei redditi percepiti e corretto versamento delle imposte. Un impegno dell’Amministrazione Finanziaria che segue il percorso intrapreso da molti Stati secondo le indicazioni dell’OCSE.

Tra le iniziative più importanti c’è la condivisione delle informazioni con i contribuenti, i quali hanno la possibilità di verificare la propria posizione tributaria avendo accesso a dati ed elementi in possesso dell’Agenzia delle Entrate. Per raggiungere l’obbiettivo e aiutare il cittadino, sono state introdotte diverse tipologie di nuove comunicazioni. L’interessato si vedrà recapitare delle lettere per ricordargli gli adempimenti dichiarativi oppure la richiesta di normalizzare eventuali anomalie riscontrate dai controlli automatici.

In questa guida cercheremo di analizzare le comunicazioni riguardanti le persone fisiche e, nello specifico, la lettera di invito a regolarizzare possibili errori. L’Agenzia delle Entrate infatti, qualora rilevasse delle situazioni poco chiare in cui si presume l’esistenza di qualche irregolarità o discrepanza rispetto quanto dichiarato, lo comunica all’interessato.

Il contribuente potrà quindi prendere atto dell’errore commesso, magari anche in buona fede, con l’opportunità di verificare i dati, far presente al mittente effettuare eventuali correzioni e versare quando dovuto, regolarizzando lo sbaglio o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso. Tutto questo eviterà l’invio di una notifica per avviso di accertamento e la nascita di un lungo contenzioso con il Fisco, nonché la possibilità di beneficiare di sanzioni ridotte.

E’ utile premettere che riceve la comunicazione non è sia sempre e comunque colpevole, anzi spesso arrivano lettere a contribuenti perfettamente in regola con le dichiarazioni e i versamenti. In questo caso gli basterà farlo presente alle autorità competenti, presentando elementi e fatti non conosciuti dall’Agenzia che dimostrino la bontà della dichiarazione dei redditi e la puntualità e correttezza dei pagamenti effettuati.

La finalità della lettera di invito a regolarizzare la posizione è modificare il rapporto tra Fisco e contribuente, in modo che si fondi sempre più sulla trasparenza e reciproca collaborazione.

Indice:

 

Lettera di invito a regolarizzare possibili errori

Il primo punto da mettere bene in chiaro è che tale comunicazione inviata dall’Agenzia delle Entrate non è un accertamento. Il contribuente che riceve la lettera non deve presentarsi di fronte all’Amministrazione Finanziaria per difendersi dalle accuse di irregolarità; è solamente invitato a verificare i dati forniti e, nel caso lo ritenesse necessario, provvedere a regolarizzare la posizione fiscale pagando le imposte dovute, gli interessi e le relative sanzioni.

 

Chi sono i destinatari e come viene inviata

L’Agenzia delle Entrate controlla ogni dichiarazione dei redditi ricevuta dai contribuenti. Sulla base dei dati in possesso, e qualora risultasse qualche incongruenza o errore nella compilazione del 730 o del modello Redditi Persone Fisiche, provvederà ad inviare una lettera al soggetto interessato.

In particolare, l’invito a regolarizzare i possibili errori è inoltrato a contribuenti persone fisiche che si presume abbiano omesso oppure dichiarato solo in parte uno o più dei seguenti redditi:

  • reddito derivante da lavoro dipendente o pensione;
  • redditi di fabbricati per contratti d’affitto di strutture immobiliari. Rientrano in questa categoria anche i compensi ricevuti e assoggettati al regime contributivo della cedolare secca;
  • assegni periodici versati dal coniuge come conseguenza di divorzio, separazione o annullamento del matrimonio;
  • redditi derivanti da partecipazioni in una società, associazione di artisti e professionisti, impresa familiare e azienda coniugale;
  • redditi di capitale a seguito di spartizione utili o di altri proventi ricevuti da una società di capitale o ente commerciale;
  • redditi diversi e di lavoro autonomo ma non derivati dall’esercizio di un’attività professionale;
  • redditi di lavoro autonomo frutto dell’esercizio di arte o professioni abituali. Rientrano anche le attività svolte in regime di vantaggio come l’imprenditoria giovanile e lavori in mobilità, nonché quelli in regime forfettario.

Le presunte irregolarità scaturiscono dal controllo incrociato dei dati in possesso dell’Amministrazione Finanziaria con quelli inseriti nella dichiarazione dei redditi dai contribuenti. La comunicazione di invito a regolarizzare possibili errori è inoltrata tramite Posta Elettronica Certificata, oppure per posta ordinaria qualora non risulti attivo un indirizzo PEC intestato al contribuente oppure non sia stato regolarmente registrato nel pubblico elenco presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

 

Cosa contiene la comunicazione?

Tutte le informazioni fornite al contribuente tramite la lettera di invito a regolarizzare gli errori sono state stabilite da un provvedimento emesso in data 15 febbraio 2019 dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

La lettera è costituita da un documento principale in cui sono chiaramente indicate le presunte anomalie riscontrate a seguito del controllo incrociato tra i dati fiscali presenti in Anagrafe tributaria e quelli fornirti dal contribuente tramite modello Redditi Persone Fisiche o 730.

Le principali informazioni riportate nel documento sono:

  • l’identificativo della comunicazione;
  • i redditi considerati non dichiarati dal contribuente;
  • la tabella con riportati i dettagli delle categorie reddituali a cui si riferiscono le presunte irregolarità.

Nella lettera sono inserite anche le istruzioni per utilizzare il Cassetto fiscale, i servizi del canale di assistenza sulle comunicazioni di irregolarità CIVIS e le modalità per compilare la dichiarazione integrativa.

È opportuno sottolineare che per usufruire del Cassetto Fiscale e del CIVIS è necessario essere registrati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate e possedere le credenziali personali per accedere al portale. In tal caso, nella sezione “L’Agenzia Scrive del Cassetto fiscale” sarà possibile trovare una copia della lettera in formato digitale e un prospetto informativo con spiegate, nei minimi particolari, tutte le anomalie rilevate nella dichiarazione dei redditi.

All’interno del Cassetto fiscale è anche possibile disporre di:

  • un prospetto precompilato del quadro dichiarativo da rettificare. Un aiuto per il contribuente che sarà facilitato nel compilare l’eventuale dichiarazione integrativa. Il prospetto è presente solo per alcune particolari tipologie di reddito;
  • i collegamenti telematici per inviare la dichiarazione integrativa. Sono presenti unicamente se già disponibile tale dichiarazione integrativa precompilata dall’Agenzia delle Entrate oppure la dichiarazione originaria da integrare;
  • il documento denominato Avvertenze con una serie di ulteriori informazioni;

Il canale informativo CIVIS è invece molto utile nel caso in cui il contribuente, ritenendosi in regola, abbia la necessità di inviare della documentazione in formato elettronico all’Amministrazione Finanziaria per chiarire la propria posizione fiscale.

 

Come comportarsi al ricevimento della lettera

Il contribuente che si vede recapitare una lettera di invito per regolarizzare la posizione tributaria, non deve allarmarsi ma nemmeno trascurare la situazione. Infatti, è opportuno attivarsi in modo tempestivo per evitare che le irregolarità sulla dichiarazione dei redditi portino all’emissione di una notifica di accertamento, situazione ben più grave e complicata.

Lo scopo della lettera è proprio quello di sensibilizzare il contribuente sull’eventuale irregolarità e spingerlo a comunicare con l’Agenzia delle Entrate. In questo modo si potrà, in breve tempo, chiarire le anomalie riscontrate e richiedere tutte le informazioni necessarie per regolarizzare in modo agevolato gli errori commessi o le omissioni, potendo anche beneficiare di particolari sconti sulle sanzioni.

Non bisogna dare per scontato che l’Agenzia delle Entrate sia sempre nel giusto, ma verificare con attenzione le irregolarità contestate. Quindi, per prima cosa, è necessario controllare i rilievi dell’Anagrafe tributaria inseriti nel prospetto informativo con i dati della propria dichiarazione per l’anno di imposta in esame. È sempre consigliabile chiedere aiuto al commercialista per avere l’assoluta certezza di essere nel giusto, oppure di dover procedere ad integrare la dichiarazione.

Una volta terminata la verifica, e se il contribuente ritiene di non aver commesso alcuno sbaglio, dovrà presentare le prove di quanto affermato. In caso contrario, potrà regolarizzare la propria posizione inviando una dichiarazione integrativa in cui inserire i redditi omessi atti a correggere le irregolarità evidenziate nella lettera e pagare quanto dovuto.

 

Come richiedere informazioni

Ricevere una comunicazione da parte del Fisco mette a chiunque una certa apprensione, anche se non si tratta di un vero e proprio accertamento. Se non si ha ben chiara la situazione e non si sa come comportarsi di fronte a questa lettera di invito, è possibile richiedere tutte le informazioni in merito rivolgendosi ad uno dei seguenti canali:

  • numero verde gratuito 800.909.696 da telefono fisso oppure a pagamento 06.96668907 da cellulare;
  • Direzione Provinciale di competenza;
  • Ufficio dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente.

Gli operatori dell’Amministrazione Finanziaria daranno al cittadino tutte le informazioni a riguardo e l’assistenza necessaria per far comprendere i motivi che hanno portato all’invio della lettera di invito. Il contribuente sarà anche guidato nell’utilizzo dei servizi offerti dal Cassetto fiscale in modo che possa accedere ai prospetti informativi che chiariscono, ulteriormente, la natura delle anomalie rilevate.

Se si ritiene di essere nel giusto, si potranno anche ottenere le informazioni su come comportarsi per eliminare le incongruenze segnalate dalla comunicazione. Sarà compito dei funzionari dell’Agenzia offrite tutte le indicazioni sull’iter burocratico da seguire e come inviare l’eventuale documentazione giustificativa attraverso il canale telematico CIVIS.

 

Comunicazione dei dati e invio documentazione

Il contribuente che ritiene infondate le richieste del Fisco e considera la dichiarazione dei redditi sotto esame corretta, può chiarire la propria posizione presentando personalmente, o mediante un intermediario abilitato, fatti, elementi e circostanze non conosciuti dall’Agenzia a giustificazione della presunta irregolarità.

La documentazione giustificativa può essere presentata in formato cartaceo rivolgendosi agli Uffici territoriali della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate oppure molto più celermente in formato elettronico sfruttando i servizi telematici del CIVIS.

Per scegliere la seconda opzione è necessario essere in possesso delle credenziali per utilizzare i servizi dei portali Entratel o Fisconline. Sarà sufficiente accedere alla piattaforma desiderata e, selezionare sotto la sezione Assistenza Tecnica e Fiscale la voce CIVIS, dopodiché scegliere Assistenza sulle comunicazioni per la promozione dell’adempimento spontaneo. Seguendo la semplice ed intuitiva procedura si potrà inviare la documentazione per chiarire la posizione.

Ricordiamo che tali documenti per essere validi devono risultare in formato PDF/A (standard internazionale ISO19005 appositamente studiato per l’archiviazione nel lungo periodo di documenti elettronici) o TIF/TIFF. Terminata la procedura di invio il sistema assegna automaticamente un numero di protocollo per identificare l’operazione. Il contribuente potrà verificare, sempre all’interno del CIVIS, se i documenti sono stati accettati oppure rifiutati ricevendo una specifica comunicazione. In caso di esito negativo è necessario spedire nuovamente tutta la documentazione.

 

Come regolarizzare le anomalie riscontrate

Dopo aver controllato i dati fiscali contestati all’interno della lettera e preso atto che, effettivamente, corrispondono agli errori o omissioni segnalati dall’Agenzia delle Entrate, non rimane altro da fare che adoperarsi per regolarizzare la posizione.

Il contribuente può avvalersi del ravvedimento operoso, mettendosi in regola ed evitando così successivi avvisi di accertamento. Le operazioni da eseguire sono:

  • presentare la dichiarazione integrativa;
  • versare le maggiori imposte dovute. Si dovranno pagare anche tutti gli interessi calcolati in base al tasso legale annuo prendendo come periodo di riferimento quello trascorso tra la data in cui si sarebbero dovute versare le imposte e quella in cui è stata effettivamente eseguita l’operazione;
  • pagamento delle sanzioni amministrative previste dalla legge per la specifica violazione segnalata nella comunicazione. Potendo beneficiare del ravvedimento operoso l’ammenda subirà una sensibile riduzione.

 

Presentazione della dichiarazione integrativa

La prima operazione da compiere è presentare la dichiarazione integrativa in cui inserire i redditi non dichiarati al Fisco. E’ necessario utilizzare il modello Unico approvato per il determinato periodo d’imposta segnalato all’interno della documentazione ricevuta. Se, ad esempio, il periodo d’imposta è il 2015, il modello Unico Persone Fisiche accettato è quello relativo al 2016.

Il modello Unico PF, denominato dal 2017 Modello Redditi Persone Fisiche, è l’unico ammissibile anche nel caso in cui dichiarazione originaria fosse stata effettuata con il modello 730.

La dichiarazione integrativa può essere presentata solo dal diretto interessato oppure da un intermediario abilitato e al suo interno devono comparire:

  • tutti i redditi non dichiarati segnalati all’interno della lettera di invito;
  • tutti i dati presenti nella dichiarazione originaria (redditi, oneri e crediti) che non sono soggetti ad alcuna modifica;

In pratica, la dichiarazione integrativa è una copia di quella originale, con l’aggiunta dei redditi omessi su cui si dovranno pagare le imposte non versate a suo tempo.

Bisogna prestare molta attenzione a barrare la casella Dichiarazione Integrativa inserita nel frontespizio del modello Redditi. Altro particolare da non dimenticare è evidenziare i quadri della dichiarazione originaria oggetto di aggiornamento, distinguendoli da quelli che, invece, non subiscono modifiche. Avendo dei dubbi, come sempre, consigliamo di rivolgersi al proprio commercialista oppure consultare le istruzioni per la compilazione della dichiarazione aggiuntiva sul sito dell’Agenzia delle Entrate: sotto la sezione Modelli si trova il link Modelli anni precedenti con una guida intuitiva per evitare errori banali.

In molti casi è disponibile la dichiarazione originaria da integrare, oppure la dichiarazione integrativa precompilata dall’Agenzia delle Entrate. Questi documenti si trovano all’interno del Cassetto fiscale e in particolare nella sezione “L’Agenzia scrive” alla voce “Invito alla Compliance“. Oltre ai suddetti documenti sono presenti anche tre link utili per predisporre la dichiarazione integrativa e il successivo invio.

 

Versamento maggiori imposte e interessi

Per il pagamento delle maggiori imposte non pagate, interessi e sanzioni ridotte è necessario utilizzare il modello F24 che si può scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Sul portale si potranno trovare anche le informazioni utili per la corretta compilazione.

All’interno del modello di pagamento unificato F24, sarà necessario compilare il campo “Codice Atto” inserendo il numero presente nell’intestazione della lettera ricevuta. Tuttavia, non è un dato fondamentale visto che se non fosse disponibile si può procedere al pagamento anche lasciando il campo vuoto.

Ricordiamo che il versamento dell’intera somma non può essere rateizzato.

 

Sanzione ridotta

Con il ravvedimento operoso si usufruisce di una riduzione della sanzione nella misura di 1/6 rispetto alla sanzione ordinaria. In caso di dichiarazione infedele la multa è fissata da un minimo del 90% ad un massimo del 180% della maggiore imposta dovuta. Applicando la riduzione si ottiene un’ammenda che va dal 15% al 30%.

E’ necessario sapere che la sanzione ordinaria è molto più elevata in caso di totale o parziale omissione del canone di locazione di un immobile ad uso abitativo assoggettato al regime della cedolare secca. In questi frangenti l’ammenda prevista va da un minimo del 180% ad un massimo del 360% per i redditi da affitto dichiarati solo in parte.

Multa ulteriormente in crescita in caso di totale omissione con un minimo pari al 240% ed un massimo del 480% dell’imposta dovuta. Di conseguenza, se dalla lettera inviata dall’Agenzia risultano irregolarità per redditi appartenenti a questa categoria, la sanzione agevolata parte dal 30% (1/6 di 180%) ed arriva al 40% (1/6 di 240%).

 

Interessi

Come già detto, oltre alla maggior imposta da versare, ci sono gli interessi calcolati basandosi sul tasso legale annuo vigente e il numero di giorni di ritardo. Il tasso di riferimento a oggi è il seguente:

  • 1% per l’anno 2014;
  • 0,5% per l’anno 2015;
  • 0,2% per l’anno 2016;
  • 0,1% per l’anno 2017;
  • 0,3% per l’anno 2018;
  • 0,8% per l’anno 2019.

 

Esempio di ravvedimento

Giunti quasi alla fine di questa guida, e per rendere le idee ancor più chiare, proponiamo un semplice esempio per mostrare come il contribuente Carlo Verdi possa regolarizzare la propria posizione tributaria versando le maggiori imposte dovute.

Immaginiamo che tale signor Verdi abbia ricevuto, a distanza di quasi 4 anni, una lettere di invito dall’Agenzia delle Entrare relativa alla dichiarazione dei redditi dell’anno d’imposta 2016. Il soggetto aveva a suo tempo presentato il modello Unico PF 2017, ma dai controlli incrociati dell’Amministrazione Finanziaria sono emerse delle incongruenze.

Dopo le verifiche di rito, il signor Verdi ha riconosciuto le proprie omissioni, decidendo di presentare una dichiarazione integrativa per mettersi in regola. Le maggiori imposte dovute risultano di:

  • 200 euro di IRPEF;
  • 50 euro per addizionale regionale;
  • 20 euro per addizionale comunale.

La sanzione ridotta è pari a 1/6 di quella ordinaria (in questo caso il 90% dell’imposta dovuta) e verrà calcolata nel seguente modo:

  • IRPEF: 200 x 90% / 6 = 30 euro;
  • addizionale regionale: 50 x 90% / 6 = 7,50 euro;
  • addizionale comunale: 20 x 90% / 6 = 3 euro.

Siccome il signor Verdi ha deciso di pagare in data 30 aprile 2020, il ritardo rispetto al giorno del regolare versamento delle imposte per l’anno 2016 (ovvero il 16 giugno 2017), è esattamente di 1048 giorni. Di conseguenza dovrà corrispondere i seguenti interessi:

  • 1,54 euro per l’IRPEF;
  • 0,38 euro per l’addizionale regionale;
  • 0,15 euro per l’addizionale comunale.

Anche se i calcoli per determinare con esattezza la misura di sanzioni ed interessi non sono affatto complicati, sul sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile sfruttare gratuitamente il software “Calcolo delle sanzioni ed interessi dovuti“. Per raggiungere la schermata che abbiamo riportato appena sotto, si deve accedere al portale e seguire il percorso: Cittadini / Accertamenti e regolarizzazioni / Attività per la promozione della compliance per i cittadini.

 

I codici tributo

I codici tributo, come la maggior parte dei contribuenti sa bene, sono una serie numerica che identifica le varie imposte e consente di semplificare il pagamento delle stesse. Ogni qual volta compiliamo il modello F24 per il pagamento di imposte, interessi e sanzioni le voci devono essere specificate con il relativo codice tributo. Nella seguente tabella è possibile trovare quelli utilizzati con maggior frequenza:

codici tributo

 

Esempi di compilazione del modello unico di pagamento F24

Ritornando al nostro signor Verdi dell’esempio precedente, una volta che ha calcolato tutti i singoli importi da versare nelle casse dell’erario dovrà procedere a compilare il modello F24, ottenendo come risultato l’immagine sottostante.

F24

 

Errori da non commettere

Di seguito riportiamo alcune dimenticanze che spesso si verificano durante la compilazione degli appositi righi della dichiarazione integrativa. Come si nota dall’immagine proposta ci sono una serie di campi che non bisogna assolutamente scordare di compilare e precisamente:

  • rigo RN42: è il campo riferito all’IRPEF per il debito o credito che risulta dalla dichiarazione originaria;
  • rigo RV6: in questo caso il debito o credito scaturito dalla dichiarazione originaria è riferito all’addizionale regionale IRPEF;
  • rigo RV14: riferito all’addizionale comunale IRPEF;
  • rigo RB11, colonna 8 o 9 del quadro RB: riferito all’imposta cedolare secca.
   

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