Come funzionale la nuova Legge Sabatini
La Legge Sabatini è da sempre considerata la legge principe a disposizione delle imprese per finanziare l’acquisto dei beni strumentali. La Sabatini o Sabatini Ter consente di facilitare l’accesso al credito per le micro, piccole e medie imprese che vogliono effettuare investimenti che riguardano il settore dei macchinari, attrezzature, impianti e beni strumentali per uso produttivo.
Oltre ad essi, i beni oggetti del finanziamento riguardano anche le spese per hardware, software e tutte le tipologie di tecnologie digitali. Tutti i beni oggetto del finanziamento devono essere legati all’attività che viene svolta dall’impresa e devono essere ubicati nell’unità produttiva dell’impresa nella quale è realizzato l’investimento e devono essere nuovi.
Attualmente secondo i dati riportati dal MISE sono disponibili ancora circa 320 milioni di euro di risorse a disposizione delle imprese.
Indice:
Cos’è la Legge Sabatini
La Legge Sabatini è, in termini tecnici, un incentivo che il MISE (Ministero delle Sviluppo Economico) eroga alle Piccole e Medie Imprese (PMI) sotto forma di contributo per la copertura degli interessi sui finanziamenti bancari erogati per l’acquisto dei beni strumentali. In altri termini il contributo si caratterizza per essere in conto interessi e fa parte del pacchetto di contributi previsti dal piano Industria 4.0, insieme ad altre, ben note agevolazioni:
- Iper Ammortamento
- Super Ammortamento
- Fondo Centrale di Garanzia
- Credito d’imposta R&S
- Patent box
- Incentivi agli investimenti in Start Up e PMI innovative
- Incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE)
Una serie di incentivi differenti uniti da un obiettivo comune, far ripartire l’Italia spingendo le aziende a cogliere tutte le possibilità offerte dalla c.d quarta rivoluzione industriale.
Il contributo macchinari erogato dalla Nuova Legge Sabatini, denominato anche bonus macchinari, è pari agli interessi calcolati su un piano di ammortamento con rate semestrali per un periodo massimo di 5 anni.
Nello specifico le imprese che presenteranno la domanda, se ammesse, potranno accedere al contributo garantito dallo Stato nella misura dell’80% del finanziamento totale.
Le caratteristiche da rispettare per l’investimento riguardano, oltre alla durata massima di 5 anni, un importo che varia da un minimo di 20.000 euro e sino ad un massimo di 2 milioni di euro con l’obbligo di utilizzarlo esclusivamente per pagare gli investimenti effettuati.
Il bonus erogato prende quindi come riferimento un finanziamento della durata di 5 anni di importo analogo alla durata dell’investimento con i seguenti tassi di interesse:
- 2,75% per gli investimenti di tipo ordinario;
- 3,575% per gli investimenti nelle tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti ( i cosiddetti investimenti in tecnologie industria 4.0);
Requisiti per presentare la domanda per la Nuova Legge Sabatini
Possono presentare la domanda tutte le PMI classificate come Piccole e Medie Imprese. Nello specifico esse sono definite come:
- Micro imprese tutte le imprese con non più di 10 dipendenti ed un fatturato o bilancio annuo inferiore ai 2 milioni di euro.
- Piccole imprese le imprese con meno di 50 dipendenti ed un fatturato o bilancio annuo inferiore ai 10 milioni di euro.
- Media Imprese le imprese che hanno meno di 250 dipendenti ed un fatturato o bilancio annuo inferiore a 50 milioni di euro.
Per poter presentare la domanda le piccole e medie imprese dovranno rispettare i seguenti requisiti obbligatori:
- Essere costituite e regolarmente iscritte nel Registro delle imprese o delle imprese di pesca;
- Essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti e non essere in stato di liquidazione volontaria oppure essere soggette a procedure concorsuali;
- Non rientrare tra i soggetti che hanno avuto un conto o un deposito bloccato ed aver ricevuto aiuti considerati non di tipo legale o incompatibili con quelli elargiti dalla commissione europea;
- Non trovarsi in condizioni risultanti come imprese in difficoltà;
- Avere sede operativa in Italia oppure avere una sede in uno Stato Membro dell’Unione Europea con l’obbligo di provvedere all’apertura di una sede in Italia entro la fine dell’investimento;
Dal punto di vista dei settori merceologici e delle imprese, la legge non prevede dei limiti particolari escludendo solo le imprese riguardanti i settori delle attività finanziarie ed assicurative e quelle connesse all’esportazione con utilizzo prevalente di prodotti interni rispetto a quelli d’importazione.
Investimenti ammissibili
Per poter beneficiare delle agevolazioni, gli investimenti dovranno essere ricondotti a delle precise finalità che possiamo elencare di seguito:
- Creazione di un nuovo stabilimento;
- Ampliamento di uno stabilimento già esistente;
- Diversificazione della produzione con prodotti nuovi ed aggiuntivi a quelli presenti;
- Trasformazione di uno stabilimento produttivo già esistente,
- Acquisizione di uno stabilimento, esclusivamente, se siano rispettati i seguenti casi: lo stabilimento è chiuso o sarebbe stato chiuso se non fosse stato acquistato, gli attivi acquistati provengono da terzi senza relazioni con l’acquirente e le operazioni avvengono comunque a condizioni di mercato.
Tutti gli investimenti devono essere avviati e realizzati successivamente alla data di trasmissione di avvenuto accesso alle agevolazioni e devono fare riferimento ad un’unica e sola attività produttiva. Qualora l’impresa volesse effettuare investimenti riguardanti delle diverse unità produttive deve effettuare delle domande diverse.
Le spese ammissibili
Le spese ammissibili riguardano tutti gli acquisti di beni strumentali relativi a strutture produttive già esistenti o nuove su tutto il territorio nazionale. Tra le spese ammissibili sono inserite anche quelle effettuate tramite il leasing finanziario.
I beni oggetto di acquisto devono, comunque, riguardare sempre i macchinari, gli impianti, i beni strumentali d’impresa, le attrezzature, nuovi fabbricati ad uso produttivo, l’hardware, il software e le tecnologie digitali.
L’aspetto importante è che tutte le spese facciano riferimento all’attività svolta dall’impresa e che siano realizzate nell’unità produttiva che è oggetto dell’investimento.
In termini contabili i beni e le spese per le quali è possibile accedere alla nuova legge sono quelle riguardanti i beni nuovi e riferiti alle immobilizzazioni immateriali per impianti e macchinari, le attrezzature industriali e commerciali ed altri beni.
In termini più specifici tutte le spese che sono classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale nelle voci B.II.2, BII.3, BII.4 secondo l’articolo 2424 del codice civile e indicati dal principio contabile n.16 dell’Organismo Italiano di Contabilità (OIC). Oltre a queste rientrano nel campo delle spese anche tute quelle riguardanti i software e le tecnologie digitali.
Come indicato dal Ministero non sono in alcun caso ammissibili le spese riguardanti terreni e fabbricati, quelle relative a beni usati oppure rigenerati ed ancora tutte le spese che fanno riferimento ad immobilizzazioni in corso e acconti.
Le spese devono fare riferimento a beni che devono avere il requisito dell’autonomia funzionale e devono essere correlate esclusivamente all’attività produttiva svolta dall’impresa stessa.
Per chiarire ogni dubbio o fare domande sui beni e le spese ammesse è possibile richiedere un parere tecnico direttamente al Ministero utilizzando il seguente indirizzo di posta elettronica certificata: dgpicpmi.dg@pec.mise.gov.it
Come presentare la domanda
Le imprese che sono in possesso di tutti i requisiti e le caratteristiche possono presentare la domanda per accedere al contributo della legge Sabatini. Per presentare la domanda si dovrà accedere al sito del Ministero dello Sviluppo Economico entrando nella sezione appositamente dedicata ai Beni Strumentali.
Il primo passo da effettuare è quello di scaricarsi il modulo di domanda al seguente indirizzo internet del ministero:
Modulo di domanda Nuova Sabatini
e successivamente compilare la richiesta in ogni suo punto corredando la domanda con la documentazione richiesta.
Una volta fatto questo si dovrà procedere firmando i moduli avvalendosi della firma digitale e successivamente inviare il tutto tramite PEC alla banca alla quale si è scelto di richiedere il finanziamento.
La scelta della banca a cui richiedere il finanziamento dovrà avvenire tra una di quelle che aderiscono al bonus ed il cui elenco è presente sul sito del ministero. Dopo aver effettuato l’invio della domanda si dovrà attendere il completamento dell’iter di verifica dei requisiti da parte della banca prescelta.
Se l’esito del riscontro dei requisti sarà positivo si passerà alla concessione del finanziamento. L’impresa potrà effettuare l’investimento sin dal primo giorno successivo all’invio della domanda tramite PEC e comunque l’inizio non dovrà essere posteriore ai 12 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento con la banca o con l’intermediario autorizzato.
Una volta effettuato l’investimento, l’impresa deve attestare il suo completamento entro 60 giorni al Ministero dello Sviluppo Economico, successivamente sarà quest’ultimo a farsi carico di erogare il contributo in più quote annuali all’impresa stessa.
Come si può vedere, la domanda in formato digitale viene presentata dall’azienda direttamente alla Banca o all’intermediario finanziario che sarà poi esso stesso a verificarne la regolarità formale dei requisiti posseduti dall’azienda.
Una volta attestato questi, ed avuta la conferma dal Ministero della disponibilità finanziaria, lo stesso provvederà ad erogare il prestito. Il Ministero successivamente adotterà il provvedimento di concessione del contributo con l’indicazione dell’investimento ammissibile e del relativo piano di erogazione, con annessi gli obblighi dell’intermediario e della banca stessa.
La banca stipulerà il contratto di finanziamento con l’impresa e si impegnerà ad erogare il finanziamento in un’unica soluzione. La Piccola e Media Impresa deve ricordarsi, ad investimento ultimato, di compilare, esclusivamente in formato digitale, presso la piattaforma del ministero la dichiarazione di avvenuta ultimazione e previo pagamento a saldo dei beni oggetto dell’investimento contestualmente la richiesta della prima quota di contributo, trasmettendola sempre e solo in formato elettronico al Ministero.
La domanda di richiesta deve essere corredata sempre dalla ulteriore documentazione richiesta. Per la richiesta delle successive quote di contributo la PMI dovrà sempre effettuare richiesta analoga al Ministero, non dimenticandosi mai di allegare tutta la documentazione necessaria o richiesta.
In definitiva la domanda per la Legge Sabatini vede protagonisti tre attori, la Piccola Media Impresa, la banca o ente che eroga il finanziamento ed il Ministero che eroga il contributo in conto interessi all’impresa.
In caso di problemi specifici nella compilazione della domanda si può scaricare la comoda guida illustrativa direttamente dal sito del Ministero che spiega, anche avvalendosi di esempi di tipo grafico, il modo corretto di compilare ed inviare la domanda.
Conclusioni
La Legge Sabatini, modificata nel corso degli anni, resta una, se non la legge principe, delle migliori agevolazioni per finanziare gli investimenti delle piccole e medie imprese per gli investimenti in beni strumentali.
Essa viene finanziata ogni anno dal Ministero dello Sviluppo Economico, secondo una dotazione che dipende dalla disponibilità del bilancio dello Stato. I contributi vengono erogati sino alla fine delle risorse disponibili, per cui gli interessati potranno monitorare la quantità delle risorse disponibili direttamente dal sito del Ministero.
Il contributo erogato in conto interessi dalla legge è utile per le imprese che devono sostenere dei pesanti investimenti in beni strumentali e grazie al contributo di tale legge riescono ad ottenere un buon finanziamento per i loro obiettivi di crescita aziendale.
Il contributo non è a fondo perduto, ma consente di avere un buon aiuto per tutte quelle imprese che sostengono ogni anno importanti investimenti in beni strumentali per restare competitive nel mercato e non incorrere in crisi profonde resistendo alla competizione del mercato.
E’ bene però, ricordare sempre che un finanziamento deve rappresentare un aiuto all’impresa ma non è mai il fine ultimo dei propri obiettivi.
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