Chi sono e come fanno gli evasori totali: persone sconosciute al Fisco
L’Italia è uno dei Paesi europei in cui l’evasione fiscale ha raggiunto livelli elevatissimi, coi sistemi più fantasiosi per simulare costi, inscenare truffe, sfruttare fatture false, creare finte associazioni sportive ed Onlus, pagare gli stipendi in nero e chi più ne ha più ne metta…
Quello che però fa specie, sono i dati che ogni anno fornisce la Guarda di Finanza relativamente a chi non si fa alcun problema a dribblare completamente il Fisco, ovvero gli evasori totali che svolgono, totalmente in nero, la loro professione non dichiarando nulla all’erario, che sono circa 8.000.
Gli evasori totali vengono normalmente scoperti nel settore manifatturiero ed edile, nel commercio al dettaglio e all’ingrosso, nelle nuove tecnologie, ecc.
Lombardia, Veneto, Lazio e Piemonte le regioni più colpite da questo fenomeno che ha, comunque, raggiunto un livello di estensione nazionale.
Ogni anno gli evasori fiscali sottraggono ben 2.000 euro indebitamente a ciascun cittadino italiano, dal pensionato al neonato, nessuno escluso, con un imponibile che sfugge al controllo del Fisco, di circa 200 milioni di euro.
Quello che sorprende di più, però, è che troppo spesso gli evasori totali, sono quelli che, proprio in virtù di un reddito pari a zero, si ritrovano privilegiati nella concessione di servizi di pubblica assistenza dedicati ai meno abbienti, pensioni sociali, bonus e detrazioni.
Questo andazzo, oltre ad arricchire indebitamente chi non ne ha bisogno, riduce in modo sostanziale le risorse per i veri bisognosi che si trovano a doversi accontentare delle briciole.
Evasori totali, che sfruttano anche le leggi a tutela dei meno abbienti, infatti, da qualche anno a questa parte, vengono stanziati, dal decreto “equità sociale” a favore degli incapienti, bonus di 150 euro per le fasce più deboli, in particolare i contribuenti senza alcun reddito.
Ma quanti sono i veri incapienti tra i beneficiari di queste misure? Secondo alcune stime i probabili evasori sarebbero circa 6 milioni.
Nell’ambito dei controlli in materia di spesa pubblica, le indagini della G.d.F. hanno prodotto centinaia di verifiche nei confronti di soggetti percettori di prestazioni sociali agevolate, di cui un buon 20% sono risultate irregolari.
Controlli anche legati alla verifica della sussistenza dei requisiti, in termine di legge, per ottenere l’esenzione dai ticket sanitari… Qui la percentuale arriva a superare addirittura il 60% nel rapporto tra regolari ed irregolari.
Indice:
Evasori totali e omesse dichiarazioni dei redditi
Il reato più comune e direttamente connesso all’evasione totale è quello della omessa dichiarazione dei redditi. Un contribuente completamente sconosciuto al Fisco, infatti, è colui che non ha la minima intenzione di allacciare alcun tipo di rapporto con l’amministrazione finanziaria: lavora in nero, non emette alcuna fattura, non ha partita IVA e, soprattutto, non invia al Fisco alcuna dichiarazione dei redditi, secondo il principio per cui, finchè si resta completamente nell’oblio è decisamente più difficile essere beccati rispetto a chi, invece, dichiara i propri redditi e magari è vittima di qualche errore o omissione.
L’omessa dichiarazione dei redditi è sanzionata con la reclusione da un anno e sei mesi a 4 anni quando viene fatta con lo scopo di evadere le tasse e l’Iva e quando l’imposta evasa supera 50 mila euro.
Una volta scovato il “contribuente fantasma” grazie ad una serie di dati telematici che il Fisco può incrociare, è compito dell’amministrazione finanziaria ricostruire il reddito sottratto a tassazione con i seguenti metodi:
- accertamento analitico – induttivo: il Fisco stesso procede alla rettifica del reddito di impresa e delle persone fisiche quando vengono riscontrate situazioni di incompletezza, falsità o inesattezza a seguito di controlli della G.d.F. o dell’Agenzia delle Entrate. Esaminando le scritture contabili, i movimenti bancari della società e dei soci, e altri documenti del contribuente o relativi all’impresa, si procede a ricostruire il reddito non dichiarato e, di conseguenza, le tasse evase.
- accertamento induttivo puro: l’amministrazione finanziaria determina il reddito di impresa sulla base di quanto ricostruito durante gli accertamenti con la facoltà di prescindere in tutto, o anche solo in parte, dalle scritture contabili e dal bilancio risultante, facendo anche pure e semplici presunzioni di reddito.
L’accertamento induttivo puro viene adottato quando in sede di verifica vengono riscontrate omissioni e irregolarità formali e sostanziali nelle scritture contabili esaminate, tali da renderle totalmente inattendibili nel loro complesso.
Ne casi di verifiche fatte ad evasori totali, assumono una rilevanza fondamentale le spese sostenute dal soggetto oggetto di verifica, infatti, l’ammontare dei costi sostenuti può avere effetto sul totale dell’imposta evasa a cui si cerca di risalire.
Chi sono e cosa fanno gli evasori totali
Gli evasori totali sono quelle persone che per il Fisco non esistono, non hanno un recapito telefonico, non hanno auto, cambiano residenza in continuazione, aprono aziende intestandole a prestanome e le richiudono dopo poco tempo ma, soprattutto, non fanno alcuna dichiarazione dei redditi sottraendosi al pagamento di qualsiasi tassa e imposta.
L’evasore totale è un profilo di persona scaltra che con l’inasprimento della lotta all’evasione fiscale e le nuove tecnologie e risorse a disposizione della G.d.F. ha subito un contraccolpo tremendo ma, sempre di più, ha trovato il modo di ingegnarsi per evitare di essere scovato.
I controlli incrociati e le banche dati a disposizione del Fisco, nonchè spesometro e redditometro, hanno reso la vita difficile a chi cerca di sottrarsi alla lente dell’Agenzia delle Entrate perchè, oltre a non avere nulla di intestato, l’evasore totale non dovrebbe sottoscrivere contratti di affitto, contratti per l’energia elettrica, avere un’auto, un conto corrente in banca, nemmeno una postepay paradossalmente.
Nonostante queste limitazioni esistono ancora migliaia di evasori totali che si servono di prestanomi o teste di legno, per aprire attività, intestare loro immobili e auto, o far pervenire bonifici a loro ordine e conto risultando nullatenenti e nullafacenti agli occhi del Fisco.
Grazie ai prestanome, quelle che seguono sono tutte attività che sono state intestate a figure di questo tipo, il nostro evasore totale è stato scoperto dalla Guardia di Finanza ad esercitare le seguenti professioni senza aver mai pagato alcuna imposta:
- Plurimprenditori: sono stati scovati decine di imprenditori che controllavano anche fino a 6 aziende sottraendo IVA e imposte dirette per milioni di euro;
- Ristoratori: scoperto più di un ristoratore che emetteva scontrini e fatture fiscali salvo poi distruggere tutto quello che il registratore di cassa produceva;
- Caldaisti: scoperti decine di professionisti del mestiere, spesso anche anziani in pensione che facevano manutenzione, installazioni e riparazioni di caldaie, scaldabagni e condizionatori non potendo però rilasciare il bollino di conformità;
- Mediatori finanziari: più di un esperto di mercati e finanza, senza figurare in alcun organigramma societario, né rilasciare documenti contabili in cui ci fosse il suo nome, faceva da mediatore finanziario e controllava molteplici società alle quali vendeva e gestiva fondi comuni di investimento;
- Fornai e panificatori: in Toscana è stato scovato un forno che lavorava in nero producendo pane e pizze senza detenere alcuna contabilità né rilasciare scontrini. L’errore marchiano commesso dal panificatore fantasma è stato quello di intestarsi il contratto d’affitto;
- Venditori Online: scoperti centinaia di venditori che su Ebay gestivano delle vere e proprie attività di vendita online non dichiarando nulla al Fisco.
- Imprese edili: anche il campo delle ristrutturazioni edilizie in nero fa la sua parte relativamente agli imprenditori fantasma. Ogni anno vengono scoperti, spesso dai vigili urbani, cantieri in nero con ditte subappaltatrici che non hanno nulla di regolare e, sulla carta, nemmeno esistono;
- Padroni di autosaloni: scoperta nell’alessandrino una coppia di proprietari di un autosalone che non dichiarava un euro delle vendite prodotte pur mantenendo un tenore di vita particolarmente elevato con vacanze di lusso, auto da sogno e villa con piscina;
- Idraulici, elettricisti ed artigiani: tutti lavori che possono essere fatti porta a porta e senza la necessità di aprire una partita Iva ed emettere fatture e/o ricevute. Ogni anno centinaia di questi soggetti vengono smascherati per il tenore di vita che tengono a fronte di dichiarazioni dei redditi inesistenti.
- Parrucchieri a domicilio e nelle strutture sanitarie: case di riposo, ospedali e cliniche godono spesso del servizio di parrucchieri e addetti al make-up per le signore che vi soggiornano. Quanti di loro rilasciano una ricevuta? Quanti di questi lavorano anche in casa con giri di clientela maggiori di parecchi esercizi pubblici?
I danni causati dagli evasori totali ai cittadini più bisognosi
Gli evasori totali oltre a “fare il bene” di loro stessi in modo scorretto e illegale danneggiano soprattutto i più bisognosi. Essere evasore totale significa non dichiarare alcun reddito e, oltre a non pagare tasse, i più facinorosi non si fanno certo problemi a richiedere la concessione di servizi pubblici destinati ai meno abbienti.
In questo modo, il danno causato dai furbetti di sorta è la riduzione delle risorse indispensabili ai veri bisognosi.
In fondo è così semplice: si tratta di richiedere le prestazioni di sostegno al reddito in tutte le sue forme portando come requisito fondamentale per l’accesso a tali aiuti di Stato il loro “reddito zero“.
Non è inusuale, ad esempio, che l’enorme diffusione dell’evasione fiscale non penalizzi i cittadini onesti quando si tratta di accedere, mediante graduatorie e concorsi pubblici, a servizi sociali con risorse limitate.
Facciamo l’esempio dei cittadini più bisognosi che richiedono una casa popolare, oppure iscrivono il loro figlio all’asilo nido comunale e vengono scalzati nelle graduatorie da persone che, pur guadagnando più soldi, non dichiarano nemmeno 1 euro risultando nullatenenti e senza reddito alcuno.
Per non parlare di tutte le riduzioni sulle tariffe comunali e statali alle quali possono accedere tutti coloro i quali presentano il modello ISEE dedicato, in particolare, alle famiglie a più basso reddito.
Tra queste, figurano sempre i furbetti che, nonostante gli ingenti redditi totalmente in nero, riescono ad ottenere riduzioni per i contributi scuola, università, sanità, casa, tariffe e sgravi fiscali.
L’ISEE, essendo approvato dall’Inps risulta praticamente inattaccabile e permette ai finti poveri di sguazzare liberamente nell’iniquità della loro posizione, ottenendo vantaggi che non dovrebbero avere e senza subire controlli di alcun genere.
Un evasore totale danneggia l’intera comunità e andrebbe combattutto più di come in realtà viene ostacolato da Fisco, Agenzia delle Entrate e Polizia Tributaria.
E’ davvero efficace la lotta agli evasori totali?
Gli individui completamente sconosciuti al Fisco o evasori totali, sono tra di noi, persone in apparenza normali, con un lavoro tradizionale, una casa, un auto, una moglie e magari l’amante… Si circondano di amici, vengono amati e stimati da tutti perchè, in fondo, nessuno sa di essere comunque vittima dei loro intrallazzi.
Gli evasori totali sono imprenditori, agricoltori, venditori, cartomanti, e vivono e si mischiano con chi questi lavori li fa pagando regolarmente le tasse dichiarando al Fisco i propri guadagni.
Accanto a loro vi sono anche quelli che fanno due lavori di cui uno completamente in nero, magari proprio il più remunerativo e che quindi, per il Fisco risultano degli onesti cittadini che però celano una scomoda realtà nascosta.
Hanno macchine, negozi, imprese, figli che vanno a scuola, si vestono di tutto punto, vanno in vacanza ogni anno ma non dichiarano il becco di un quattrino al Fisco non pagando tasse, anzi, in molti casi godono di sconti e contributi per i meno abbienti.
Imprenditori, professionisti, commercianti, italiani e non, che di questa vita da clandestini del Fisco ne hanno quasi fatto una professione, guadagnando soldi in nero, non possedendo nulla ufficialmente e beneficiando di pubblici sussidi come qualsiasi cittadino che soffre la crisi.
Ci sono imprenditori nel tessile che per non pagare le tasse avevano finto un fallimento e poi hanno continuato la propria attività totalmente in nero, licenziando tutti i 60 dipendenti per cessata attività pur proseguendo l’attività con personale non in regola e nascondendo milioni di euro di proventi in società fittizie create per l’occorrenza.
C’è la cartomante che per sfuggire alle maglie dell’Agenzia delle Entrate pagava e incassava i proventi del proprio lavoro attraverso una carta prepagata di Paypal senza lasciare alcuna traccia dei suoi movimenti sottraendo i propri ricavi alla lente del Fisco.
Le carte Paypal però, nel corso degli ultimi anni, sono state oggetto di controlli e verifiche ed è così che il castello di sabbia messo in piedi dalla cartomante invisibile al Fisco è crollato inesorabilmente.
Lavori tradizionali come la raccolta della frutta e verdura al Sud effettuata da imprese inesistenti che sfruttavano persone italiane e straniere pagate a poco prezzo, e in nero, incassando soldi senza emettere fattura facendo una lauta percentuale di sconto al proprietario del frutteto.
E ancora night club con centinaia di ragazze che lavoravano in nero, aziende che montavano pannelli solari non dichiarando nulla al Fisco, ne abbiamo per tutti i gusti e tutte le tasche con un minimo di almeno 5.000 evasori scoperti ogni anno con le “mani nella marmellata“.
Tantissimi evasori scoperti ma altrettanti che continuano a restare invisibili e a far proliferare sottobanco le proprie attività, sfruttando un sistema fiscale e di controlli che si accanisce maggiormente su chi le tasse le paga piuttosto che su chi le evade totalmente.
Chi dichiara tutto al Fisco viene punito al minino errore con sanzioni salatissime e un’accanimento che rasenta la persecuzione quando mancano realmente i soldi per onorare i propri impegni fiscali, secondo la logica che è molto più facile scoprire l’errore su chi è onesto piuttosto che smascherare i disonesti.
Chi non esiste per il Fisco, o non possiede nulla, tende ad essere quasi certo della sua impunità. Chi non paga la tassa rifiuti è praticamente sicuro di ricevere dopo qualche mese la cartella esattoriale con tanto di sanzioni, interessi, aggio di riscossione e minaccia di azioni legali come il fermo amministrativo del veicolo in caso di ulteriore insolvenza.
Purtroppo all’interno della stessa nazione, l’Italia, mentre il cittadino che non paga la TARI viene perseguitato e rincorso con ogni mezzo, esistono imprese che lavorano per anni senza dichiarare un euro al Fisco, esistono cartomanti che incassano i loro proventi su carte prepagate risultando nullafacenti e nullatenenti e ci sono persone che possiedono case, auto e beni di lusso senza esserne i reali proprietari e senza venir mai beccati, se non per qualche caso fortuito o episodio eclatante come i controlli che vennero fatti a Cortina qualche Natale fa.
Operazioni che servono più per il pettegolezzo o per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica che a risolvere realmente un problema che non viene, in realtà, affrontato con la giusta serietà e risolutezza da chi dovrebbe intervenire, secondo la logica che sempre è più facile mungere chi paga che scovare le vacche grasse che evadono.
Se hai trovato interessante questo articolo, per approfondire, ti consiglio il mio libro "PAGARE MENO TASSE" che ti svelerà i segreti che i commercialisti ti tengono volutamente nascosti...
Fred
Maggio 8, 2022 @ 23:26
Ogni centesimo sottratto a questo Stato è sacro! Queso è uno Stato che spreca i nostri soldi.
Compro solo da amici che vendono in nero!
Max
Maggio 2, 2019 @ 00:53
Buongiorno, che ci siano moltissimi evasori totali, è purtroppo cosa risaputa, ma che questi vengano addirittura tutelati da un giudice come è successo a me, e’veramente grave.
Infatti tra qualche settimana alla fine di una causa durata quattro anni, sarò costretto a pagare in base dell’art. 2041 c.c. un elettricista , la somma di euro 16.000 di sola manodopera, senza avere in cambio nulla, ne una fattura, e neppure la certificazione di conformità dell’impianto, visto l’impossibilità per il soggetto, di emetterle, essendo persona sconosciuta al fisco.
Qualcuno sa dirmi se ciò è normale e pertanto devo pagare ?
Grazie, Max