Ditta individuale o SRLS: cosa scegliere?
Tra le principali decisioni da prendere nel momento in cui si decide di avviare un’attività imprenditoriale, c’è quella di organizzare il proprio business. In tal senso è opportuno valutare, ad esempio, pro e contro di due forme societarie tra le più diffuse nel nostro Paese, vale a dire la ditta individuale e SRLS.
Una scelta alquanto delicata e da ponderare con estrema attenzione poiché da ciò deriva il regime fiscale che dovremo applicare e, di conseguenza, le imposte da versare sugli utili generati. Ci sono molti fattori da considerare come il valore degli investimenti, la flessibilità dell’attività, gli adempimenti contabili, le prospettive di investimento, la propensione al rischio e il livello di tassazione. Inoltre, non bisogna sottovalutare come la gestione di una società possa richiedere grande dedizione e notevole impegno per riuscire a raggiungere gli obiettivi di redditività prefissati: in tal senso, una SRLS richiede maggiori adempimenti e, di conseguenza, più tempo da dedicare alla burocrazia e alla gestione dell’impresa stessa rispetto alla semplice ditta individuale.
In linea di massima, la ditta individuale rappresenta uno strumento adatto per svolgere attività snelle che non richiedono grandi investimenti iniziali e qualora si desideri limitare l’incidenza dei costi per adempiere a tutti gli aspetti amministrativi e burocratici legati all’impresa. Se il business dovesse funzionare ed espandersi più del previsto, possiamo sempre trasformare la ditta individuale in una SRL o SRLS.
Dopo queste poche righe risulta già evidente l’importanza di affidarsi a consulenti esperti in materia, così da poter effettuare la scelta più adatta alle proprie esigenze e iniziare l’attività d’impresa con il piede giusto.
Indice:
Vantaggi e svantaggi ditta individuale e SRLS
Avere un quadro dettagliato dei pro e contro offerti dalle due forme giuridiche è un ottimo modo di approcciarsi alla scelta da effettuare tra ditta individuale o SRLS. Dunque, andiamo a scoprire quali sono i fattori da tenere maggiormente in considerazione.
Costituzione
- la ditta individuale è la forma societaria più semplice prevista dal nostro ordinamento. Infatti, è possibile avviare l’attività senza il rispetto di particolari formalità e spesso senza nemmeno l’intervento di un notaio; è sufficiente l’apertura di una partita IVA e l’iscrizione entro 30 giorni alla Camera di Commercio territorialmente competente (situata nella provincia dove si trova la sede legale della ditta). La procedura prevede l’invio telematico di una Comunicazione Unica al Registro delle imprese, il quale provvederà ad inoltrarla agli altri istituti coinvolti (Agenzia delle Entrate, INPS e INAIL). I costi sono molto bassi e vanno da 100 a 200 euro per il pagamento di bolli e diritti di segreteria;
- il discorso cambia per la costituzione di una SRLS. Nonostante sia la forma semplificata della società a responsabilità limitata ordinaria, ciò non toglie l’esigenza di redarre un atto costitutivo e uno statuto (sebbene in un formato pre-impostato non modificabile). Dobbiamo, comunque, rivolgerci al notaio anche se la legge non prevede il versamento di alcuna parcella per il professionista. Le uniche spese riguardano l’imposta di registro per l’atto costitutivo e il pagamento del diritto camerale. Alla fine con circa 500 / 600 euro sarà possibile avviare l’attività sotto forma di SRLS.
Cessazione attività
Se intendiamo chiudere una ditta individuale la procedura è molto semplice, infatti sarà sufficiente:
- richiedere la chiusura della partita IVA all’Agenzia delle Entrate;
- chiudere la posizione presso Camera di Commercio, INPS e INAIL.
Tali operazioni si effettuano tramite Comunicazione Unica da inviare alla Camera di Commercio e all’Agenzia delle Entrate. Possiamo procedere autonomamente senza l’aiuto di un commercialista, sostenendo soltanto un costo quasi simbolico di circa 50 euro.
Nel caso di cessazione di una SRLS sara invece necessario seguire la procedura di scioglimento per atto pubblico prevista dall’articolo 2463-bis del Codice Civile. Innanzitutto, l’amministratore deve accertare la sussistenza di una o più cause di scioglimento previste dalle legge. In secondo luogo, dev’essere convocata l’assemblea dei soci per l’approvazione dello scioglimento e la nomina di un liquidatore. Quest’ultimo dovrà chiudere tutte le posizioni contabili ancora aperte, provvedendo a pagare i debiti e riscuotere i crediti. Se entro 90 giorni dal termine della liquidazione nessun socio ha presentato reclamo, sarà possibile inviare l’istanza di cancellazione al Registro delle imprese e comunicazione di cessazione all’Agenzia delle Entrate.
Gli ultimi interventi normativi al riguardo hanno introdotto lo scioglimento semplificato per mezzo, oltre che di atto pubblico, anche di atto sottoscritto tramite firma digitale e firma elettronica autenticata. In pratica, sarà necessario redarre l’atto utilizzando un modello precostituito e poi inviarlo al Registro delle imprese.
Autonomia decisionale
- Nella ditta individuale l’imprenditore unisce la figura del titolare e dell’amministratore, pertanto può prendere decisioni immediate senza chiedere il parere o il benestare ad altri soggetti;
- in una SRLS, solitamente costituita da più soci, ogni decisione sociale deve seguire un precisa procedura per ottenere l’approvazione.
Rischi economici
- da questo punto di vista, il titolare della ditta individuale ha responsabilità illimitata nei confronti delle obbligazioni prese. Ciò significa che, in caso di debiti relativi all’attività svolta, l’imprenditore sarà tenuto a rispondere degli stessi anche con il patrimonio personale;
- la SRLS gode di autonomia patrimoniale perfetta, quindi il patrimonio della società risulta ben distinto da quello dei soci. Questi ultimi beneficiano della responsabilità limitata e non sono tenuti a rispondere con i beni personali dei debiti della società, ma solo nei limiti di quanto conferito nella stessa al momento della costituzione o in tempi successivi. Di conseguenza, un creditore non ha diritto, a seguito di insolvenza, di richiedere l’escussione dei beni personali dei soci.
Confronto imposizione fiscale tra ditta individuale e SRLS
L’ammontare delle tasse è, senza dubbio, uno degli aspetti di maggior interesse per la scelta della forma societaria. In linea di massima, se il giro d’affari prevede un utile molto alto sarebbe preferibile gestire l’attività sotto forma di SRLS, in quanto l’aliquota IRES ha un valore fisso che non varia con l’aumentare del reddito. Viceversa, l’imprenditore di una ditta individuale è soggetto al prelievo fiscale in base agli scaglioni IRPEF.
La tassazione per la ditta individuale prevede il versamento di:
- IRPEF con aliquote proporzionali agli utili conseguiti (dal 23% al 43%);
- IRAP con aliquota al 3,9%;
- INPS con contributi variabili in base al tipo di attività svolta;
- INAIL con premio diverso a seconda dell’attività.
La tassazione per la SRLS è la medesima di una SRL ordinaria, vale a dire:
- IRES con aliquota fissa pari al 24% degli utili;
- IRAP con aliquota al 3,9% degli utili (può variare da regione a regione).
- INPS per i soci lavoratori.
Dobbiamo aggiungere che nel caso in cui gli utili vengano destinati ai soci, costoro devono subire un’ulteriore prelievo del 26%. C’è sempre la possibilità di adottare il regime di trasparenza, evitando il versamento dell’IRES e tassando i dividenti in capo ai soci. In tale situazione, questi ultimi dovranno dichiarare gli utili e pagare l’IRPEF come in una società di persone.
Per un confronto fiscale, numeri alla mano, di quante imposte si pagherebbero con una ditta individuale e quante con una SRLS, ti invito a leggere questo articolo: Ditta individuale o SRL? Come scegliere, cosa conviene e aspetti fiscali, in cui è presente un vero e proprio paragone fiscale con svariati esempi tra una ditta individuale ed una SRL ordinaria che, a livello fiscale, subisce lo stesso trattamento della società a responsabilità limitata semplificata.
Contabilità e adempimenti
Il titolare di una ditta individuale può scegliere tra contabilità semplificata, oppure ordinaria in base al fatturato e al tipo di attività svolta (400.000 euro per prestazioni di servizi e 700.000 euro per vendita di beni). Nel primo caso si può godere di una gestione agile senza particolari obblighi e adempimenti, evitando la registrazione delle operazioni in ordine cronologico sul libro giornale e la tenuta di particolari registri utili per la partita doppia. Optando per la contabilità ordinaria, oltre ai suddetti adempimenti, sarà necessario tenere il libro mastro con registrati i valori dei movimenti economici e finanziari in entrata e uscita e redigere il bilancio di fine esercizio.
La SRLS non può applicare la contabilità semplificata ma dovrà rispettare gli adempimenti previsti dalla contabilità ordinaria, esattamente come una normale SRL. Pertanto, è richiesta la presenza fissa di un contabile in ditta e l’utilizzo di specifici software, o comunque l’appoggio ad uno studio di commercialisti esterno, così da rispettare tutti gli obblighi e le scadenze fiscali.
A livello contabile in una SRLS è necessario:
- tenere il libro giornale con le annotazioni delle operazioni economiche e finanziarie effettuate;
- tenere il libro degli inventari con le indicazioni sulla situazione economia e patrimoniale della società;
- redarre i libri sociali in cui registrare ogni decisione presa da soci e amministratori;
- compilare i registri IVA per comunicare le operazioni riguardanti l’imposta sul valore aggiunto effettuate dalla società;
- tenere il registro dei beni ammortizzabili;
- tenere il libro delle scritture ausiliarie;
- tenere il registro delle scritture ausiliarie di magazzino.
Attenzione al regime forfettario
Il regime forfettario è il più basso livello di prelievo fiscale previsto dal nostro ordinamento per titolari di partita IVA e imprenditori individuali. Chi rispetta i requisiti previsti dalla legge può applicare un’imposta sostitutiva pari al 15% (5% per i primi 5 anni di attività di una start-up). Sicuramente è una tassazione alquanto favorevole, tuttavia si commetterebbe un grande errore pensando di costituire una ditta individuale basandosi solo su tale vantaggio.
Il regime forfettario, infatti, prevede soglie sul fatturato massimo, sulle spese per il lavoro accessorio e sui redditi conseguiti da altre fonti. Spesso ci rende conto che gli sforzi per rimanere entro i limiti finiscono col compromettere la crescita dell’attività stessa. Questa tassazione agevolata è adatta in specifiche situazioni come, ad esempio, giovani che sono alla prima esperienza imprenditoriale, o per attività artigianali che non richiedono grossi investimenti per l’acquisto di attrezzature e assunzione di personale, oppure hanno già ammortizzato completamente i beni.
Conclusioni
La gestione di un’attività, sia sotto forma di ditta individuale che SRLS è sempre un grande impegno che richiede notevoli sforzi. A maggior ragione se si è scelta una forma societaria poco adatta alle proprie esigenze.
Considerando la facilità di costituzione, gestione e anche di cessazione nonché i bassi costi amministrativi, la ditta individuale è una valida scelta per le attività snelle che prevedono, quantomeno all’inizio, investimenti molto modesti. Con una spesa contenuta è possibile avviare l’attività e amministrarla anche autonomamente, semmai ci si dovrà appoggiare ad un commercialista soltanto per gli adempimenti contabili e fiscali. In un secondo tempo, se il giro d’affari dovesse crescere, sarà possibile una riorganizzazione dell’impresa e una trasformazione in una società a responsabilità limitata semplificata, oppure ordinaria.
La SRLS, invece, si rivolge a coloro che hanno progetti imprenditoriali a medio e lungo termine più ambiziosi. Una soluzione appropriata in presenza di una pluralità di soci con conoscenze nel medesimo settore e desiderosi di unire forze e investimenti per il conseguimento di obiettivi comuni. La forma semplificata rispetto alla SRL ordinaria offre il vantaggio di non pagare le spese notarili e una procedura di costituzione meno complessa. Il rovescio della medaglia è l’utilizzo di uno statuto pre-impostato che non permette modifiche, il che rappresenta un grosso limite nella regolamentazione dei rapporti tra soci e qualora l’attività dovesse assumere le dimensioni di una grossa impresa. Inoltre, nella SRLS il capitale sociale non può superare i 9.999 euro e non è ammesso il finanziamento infruttifero soci.
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