Differenza tra evasione ed elusione fiscale
Senza alcun dubbio una delle piaghe più incancrenite del nostro paese è l’evasione fiscale. Ogni anno decine di miliardi di euro vengono elusi al fisco attraverso comportamenti illeciti che vanno dalla mancata emissione di uno scontrino fiscale, all’artigiano che riceve compensi in nero, fino alla grande evasione con giri di fatturazioni false e cifre da capogiro di IVA non versata.
Questo porta a dichiarazioni dei redditi false o poco veritiere, per arrivare a chi decide di buon grado di non dichiarare nulla. Sembra incredibile, ma puntualmente ogni anno gli agenti della Guardia di Finanza scoprono un numero impressionante di evasori totali, gente con grandi possedimenti che per anni si è sempre dichiara nullatenente.
A tutto questo vanno aggiunti una serie di comportamenti molto più difficili da scoprire e da condannare, racchiusi sotto il nome di elusione fiscale. Lo Stato si prodiga in continuazione per migliorare i mezzi con cui cercare di mettere con le spalle al muro questo esercito di furbetti, giusto per usare un termine amichevole. Blitz della Guardia di finanza, redditometro e scontrini telematici sono solo alcuni esempi degli strumenti che vengono utilizzati per combattere l’evasione fiscale. Una lotta spesso impari che vede i trasgressori uscirne vincitori.
Indice:
- Evasione ed elusione fiscale: qual è la differenza?
- Evasione fiscale: definizione e limiti
- I presupposti dell’elusione fiscale e abuso del diritto
- Sanzioni per l’evasione fiscale
- Evasione fiscale le sanzioni amministrative
- Sanzioni per l’evasione dell’IVA
- Sanzioni elusione fiscale
- Elusione fiscale e abuso diritto come si comporta la Guardia di Finanza
- Conclusioni
Evasione ed elusione fiscale: qual è la differenza?
I due termini sono differenti ma lo scopo finale è il medesimo: pagare meno tasse possibili non rispettando o aggirando le norme fiscali. La sostanziale differenza sta nei limiti e nelle conseguenze a livello penale, amministrativo e sanzionatorio relativi ai due comportamenti.
L’evasione fiscale è tutto quell’insieme di comportamenti fraudolenti che hanno lo scopo di occultare e contrastare il prelievo fiscale.
L’elusione fiscale, invece, si può considerare quella serie di azioni che hanno come fine il raggiro della legge per permettere di ridurre il più possibile l’esborso tributario. Il confine tra evasione e elusione fiscale è spesso una linea molto sottile facilmente oltrepassabile senza nemmeno rendersene conto.
In definitiva, mentre l’evasione fiscale è a tutti gli effetti una violazione di una legge, l’elusione è invece un suo aggiramento per permettere al contribuente di essere rispettoso alla lettera del precetto fiscale, cercando delle combinazioni legali delle leggi, o interpretandone altre, al solo scopo di ridurre il peso fiscale con operazioni, comunque border-line.
La cosa certa sono le sanzioni amministrative che si rischiano con entrambi i comportamenti. Per l’evasione fiscale in alcuni casi sono previste anche sanzioni di natura penale.
Evasione fiscale: definizione e limiti
Come detto tutte le pratiche, le azioni, i comportamenti illeciti messi in atto per ridurre o eliminare il prelievo fiscale dello Stato nei confronti del contribuente, sono da considerarsi delle violazioni delle leggi tributarie e quindi evasione fiscale.
Uno degli esempi più tipici di evasione fiscale è, ad esempio, la mancata emissione dello scontrino fiscale. Anche il non rilasciare fattura o ricevute fiscali rientra tra i comportamenti preferiti di chi evade le tasse.
Un altro metodo per occultare denaro agli occhi dell’erario, è attraverso la presentazione di incomplete, false o nulle dichiarazioni dei redditi. Non c’è nulla di più semplice che dichiarare il falso relativamente redditi percepiti durante l’anno fiscale per ridurre notevolmente il prelievo tributario.
L’evasione fiscale accertata viene sanzionata sia a livello amministrativo che penale in base all’importo dei tributi dovuti e non versati allo Stato. Maggiore sarà la cifra evasa e maggiori saranno le sanzioni applicate.
Sostanzialmente l’evasione fiscale può essere suddivisa tra piccola e grande evasione. Entrambe costituiscono reato anche se spesso suscitano reazioni del tutto differenti. Sentire la notizia che un barista sia stato condannato a una multa di migliaia di euro perché non ha battuto uno scontrino fiscale, fa nascere in molti un senso di rabbia perchè si ha spesso l’impressione che ci si accanisca contro i piccoli commercianti per poche decine di euro.
Quando invece sono le multinazionali a finire nell’occhio del ciclone, magari accusate di frodi fiscali per decine di milioni di euro, si esulta in nome del trionfo della giustizia.
La piccola evasione non va però sottovalutata perché, nell’insieme, provoca parecchi danni all’erario con cifre da capogiro.
I presupposti dell’elusione fiscale e abuso del diritto
Quando si parla si elusione fiscale si fa riferimento a operazioni prive di sostanza economica. Sono azioni che provocano degli indiretti vantaggi fiscali al contribuente, nel pieno rispetto della legge. Un classico esempio è un soggetto che al fine di sfruttare un regime agevolato, decide di operare come società unipersonale anziché come semplice lavoratore autonomo.
In tutti i casi di elusione il contribuente opera alla luce del sole, praticando quello che viene definito un abuso di diritto. Da un punto di vista formale i suoi comportamenti sono in apparenza del tutto rispettosi della legge ma fatti in modo da sfruttare tutte le possibilità offerte dalle normative per sottrarsi ai suoi obblighi fiscali.
La legge n.212/2000 ed in particolare il comma 1 dell’articolo 10 bis, ha accorpato il concetto di elusione fiscale con quello all’abuso del diritto. Questa legge rappresenta il cardine per cercare di combattere l’elusione fiscale. L’aspetto fondamentale è la chiara definizione del concetto di abuso di diritto che viene indicata all’interno della legge. Si specifica che tutte quelle operazioni prive di sostanza economica che pur rispettando formalmente le norme tributarie comportano dei vantaggi fiscali indebiti, sono da configurarsi come abuso di diritto.
Sempre lo stesso comma stabilisce che l’elusione fiscale non rappresenta un reato punibile con sanzioni penali ma solamente con quelle di tipo amministrativo.
L’introduzione di queste nuove modifiche alle normative vigenti assumono una grande importanza: cercano in parte di colmare quel buco legislativo che, in molti casi, ha permesso di sfruttare una scarsa chiarezza e di utilizzare l’abuso di diritto in modo improprio per identificare comportamenti che invece presentavano tutte le caratteristiche della frode fiscale.
Reati che altrimenti sarebbero dovuti essere perseguiti con determinati strumenti, già previsti dall’ordinamento tributario, e portare a sanzioni penali. Questa modifica a livello legislativo ha permesso all’amministrazione finanziaria di evitare spesso di brancolare nel buio e di avere precise linee guida da seguire per distinguere con chiarezza i casi di elusione fiscale da quelli riconducibili a comportamenti di evasione.
Sanzioni per l’evasione fiscale
Ogni illecito fiscale, a seconda della gravità, può essere punito con sanzioni differenti. Evadere le tasse viene considerato un vero e proprio reato solo in alcuni casi. È la legge a stabilire con precisione quando un illecito di natura fiscale deve essere punito con una sanzione amministrativa (ammenda) oppure entrare nell’ambito penale e, nei casi più gravi, portare addirittura al carcere. La soglia che separa le due tipologie di sanzioni è praticamente quantitativa: la pena è tanto più severa quanto più si è evaso.
Vediamo di seguito i casi più gravi di evasione fiscale che comportano la possibilità di una pena detentiva:
- Dichiarazione fraudolenta: si parla di dichiarazione fraudolenta quando avviene una volontaria falsificazione della dichiarazione dei redditi o dell’IVA allo scopo di ottenere un risparmio fiscale indebito. I metodi più utilizzati sono: l’utilizzo di fatture false o l’alterazione delle scritture contabili.
Il reato sussiste solo se:
- l’imposta evasa è superiore a 30.000 euro (con riferimento ad ogni singola imposta);
- l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti alle imposte è superiore a 1,5 milioni di euro oppure il 5% del totale.
La sanzione prevista è la reclusione da un minimo di 1 anno e 6 mesi fino ad un massimo di 6 anni.
- Dichiarazione infedele: come nel caso precedente, si tratta ancora una volta di una dichiarazione non veritiera ma con l’attenuante di non avere creato un sistema fraudolento, consapevole e volontario.
Il reato sussiste se:
- l’imposta evasa è superiore a 150.000 euro;
- i redditi non dichiarati superano la soglia del 10% o i 3milioni di euro.
In questo caso la sanzione prevista è leggermente più lieve e va da 1 a 3 anni di reclusione.
- Omessa dichiarazione: il reato consiste nella mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali. Nello specifico di:
- redditi;
- IVA;
- 770 (entro 90 giorni dalla scadenza).
La sanzione per l’omessa dichiarazione è la reclusione da 1 a 3 anni.
- Omesso versamento IVA e ritenute certificate: il reato lo si intuisce facilmente è consiste nel mancato versamento delle imposte sui redditi, dell’IVA e delle ritenute certificate con la soglia di punibilità stabilita dalla legge a 250.000 euro.
- Emissione di fatture false: il reato consiste nell’emissione di fatture o documenti fiscali falsi (operazioni inesistenti) con lo scopo, nella maggior parte dei casi, di utilizzare tale documentazione per dichiarazioni fraudolente e favorire l’evasione da parte di terzi. La sanzione prevista è la reclusione da 1 a 6 anni.
- Occultamento o distruzione di documentazione contabile: sono tutti quei casi in cui vengono distrutti o occultati volontariamente dei documenti contabili che invece era obbligatorio conservare. Lo scopo sarebbe, ovviamente, quello di impedire alle autorità competenti di poterli utilizzare per compiere atti di controllo e per ricostruire l’ammontare dei redditi. Per questo reato la sanzione prevede un periodo detentivo che va da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 5 anni.
Un particolare importante da sottolineare è che su tutti i reati appena elencati, può non essere applicata la sospensione condizionale della pena, se persistono determinate condizioni. In particolare nei casi più gravi in cui il valore dell’imposta evasa superi:
- il 30% dell’intero volume d’affari;
- i 3 milioni di euro.
Evasione fiscale le sanzioni amministrative
La sanzione amministrativa consiste in una una sanzione prevista dalla legge per la violazione di una norma giuridica che costituisce illecito amministrativo.
Nel caso di evasione fiscale comporta il pagamento di una sanzione pecuniaria qualora si fosse pizzicati dall’Agenzia delle Entrate o G.d.F. a compiere operazioni illecite finalizzate, appunto, ad evadere le tasse. Vediamo i vari casi:
- omessa dichiarazione di imposta diretta: in questi casi la sanzione è compresa tra il 120% e 240% delle imposte dovute con un minimo sanzionatorio di 258 euro. Per soggetti obbligati a tenere le scritture contabili la sanzione si raddoppia.
- dichiarazione infedele delle imposte dirette: la sanzione è va dal 100% al 200% della massima imposta dovuta o della differenza di credito.
- Mancata osservanza a richieste da parte della Guardia di Finanza o di uffici preposti, la sanzione prevista va da 258 euro fino ad un massimo di 2.065 euro.
- Omessa tenuta o conservazione della contabilità sulle imposte sui redditi e IVA: la sanzione prevista va da un minimo di 1.032 euro fino a 7.746 euro. Se dalle verifiche vengono accertati evasioni delle imposte dirette e dell’IVA superiori s 5.1645,69 euro, la sanzione viene raddoppiata.
- Omessa dichiarazione delle imposte di registro: la sanzione va dal 120% al 240 % dell’imposta dovuta. Le percentuali salgono dal 200% al 400% della differenza d’imposta in caso di occultamento del corrispettivo. Se invece ci sono gli estremi per insufficiente dichiarazione di valore, la sanzione va dal 100% al 200% della maggiore imposta.
- Imposta di bollo: nel caso di mancato o insufficiente pagamento, la legge prevede una sanzione dal 100% al 500% dell’imposta dovuta o della maggiore imposta.
- Omessa presentazione della dichiarazione per il sostituto di imposta: in questo caso il datore di lavoro deve pagare una sanzione che va dal 120% al 240% delle ritenute non versate.
- Infedele presentazione della dichiarazione per il sostituto di imposta: la sanzione va dal 100% al 200% calcolate sulla differenza delle imposte dovute.
- Compensazione per crediti inesistenti: ogni qual volta viene presentato in modo indebito un modello F24 per la compensazione crediti, la sanzione va dal 100% fino al 200% del credito compensato indebitamente. La massima percentuale sanzionatoria viene applica solo quando gli importi in compensazione, nell’anno solare, superano i 50.000 euro.
- Omessa compilazione Modulo RW: tutte le persone fisiche con residenza fiscale in Italia che detengono patrimoni all’estero, o attività finanziarie che producono reddito in Italia, devono compilare e presentare il quadro RW. L’omessa compilazione viene punita con una sanzione che va dal 3% fino al 15% degli importi non dichiarati.
Sanzioni per l’evasione dell’IVA
L’imposta sul valore aggiunto è forse una delle tasse più evase che comporta una serie di sanzioni amministrative; vediamo le principali:
- omessa presentazione delle dichiarazione annuale IVA: la sanzione prevista dalla normativa va da un minimo del 120% fino al 240% dell’imposta dovuta.
- Infedele dichiarazione: la sanzione scatta ogni qual volta nella dichiarazione presentata dal contribuente, risulta un’imposta versata inferiore a quella dovuta. Anche nei casi di eccedenza detraibile o di rimborso superiore a quello spettante si incorre in sanzioni che vanno dal 100% fino al 200% della differenza. La sanzione può subire anche delle maggiorazioni fino al 50% nel caso il contribuente non presenti il modello con i dati per gli studi di settore.
- Omessa fatturazione e registrazioni operazioni imponibili: in caso di corrispettivo non fatturato o imponibile non registrato, la sanzione prevista va dal 100% fino al 200% dell’imposta dovuta. Nel caso invece di operazioni non imponibili, o esenti, la sanzione va dal 5% al 10% del corrispettivo non fatturato o non registrato.
- Mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale o documento di trasporto: in questi casi la sanzione da pagare è del 100% del corrispettivo non documentato con un minimo sanzionatorio di 516 euro.
- Mancata o incompleta dichiarazione di inizio, cessazione o variazione di attività: in tutti i casi in cui non si presenta la dichiarazione o lo si fa in maniera incompleta o inesatta, in modo da rendere impossibile individuare il contribuente o il logo della società, scatta una sanzione che va da 516 euro fino a 2.065 euro. Se il contribuente regolarizza la sua posizione entro 30 giorni dalla data di invio della dichiarazione, la sanzione si riduce di 1/5 del minimo.
Sanzioni elusione fiscale
La Legge del 27 luglio 2000 n.212 prevedeva per i casi di elusione fiscale, solamente sanzioni amministrative.
La situazione va a complicarsi quando nell’aprile del 2011 la Corte di Cassazione con la sentenza 7.739 della Terza sezione penale, crea un precedente facendo diventare l’elusione fiscale un reato punibile anche penalmente. Il caso riguarda la coppia di stilisti Dolce e Gabbana accusati di aver creato una società di comodo in Lussemburgo la Gado, con il solo scopo di trasferire la proprietà del marchio per un valore di 360 milioni di Euro e con un prezzo nettamente inferiore alle valutazioni di mercato.
In un primo tempo il Gup di Milano dà ragione ai due stilisti, ma successivamente la Suprema Corte di Cassazione annulla la sentenza stabilendo che il reato commesso deve prevedere sanzioni sia amministrative che penali. Da quel momento alla giurisprudenza non rimane altro da fare che interpretare tale sentenza che va in netto contrasto con la legge n.212/2000.
La situazione vine risolta definitivamente nel 2015 quando per i casi di elusione fiscale vengono ribadite le sole sanzioni amministrative tributarie previste dalla legge in vigore.
Elusione fiscale e abuso diritto come si comporta la Guardia di Finanza
Per la Guardia di Finanza accertare una presunta evasione fiscale è abbastanza semplice. Anche se i trasgressori sono sempre più furbi e scaltri, alla fine si tratta di stabilire se un contribuente, o una società, ha violato o no una determinata norma fiscale.
Nel caso dell’elusione la situazione non è invece così matematica. Fortunatamente grazie all’ultima modifica della legge n.212/2000 si è fatto un netto passo avanti stabilendo ad esempio con assoluta chiarezza che un’azione rientrante tra gli abusi di diritto o elusioni fiscali, non ha mai rilevanza penale.
Il concetto è stato ulteriormente ribadito dalla circolare 1/2018 emessa dalla Guardia di Finanza. Nello stesso documento viene anche chiarito che, in tutti quei casi di permanente incertezza, il comportamento operativo prevede di rimettere la questione alla valutazione dell’Autorità Giudiziaria. In altre parole, nelle situazioni dove i dubbi permangono e una determinata condotta di una persona fisica o di una società non sia chiaro se sia fraudolenta o solo un abuso del diritto, la decisione finale spetterà ad un giudice competente in materia.
Conclusioni
Solo nel 2017 si è stimata una cifra compresa tra i 250 e 270 miliardi di euro dovuta all’evasione fiscale. Stiamo parlando di un valore pari al 18% del PIL del nostro Paese. Numeri semplicemente mostruosi che fanno chiaramente capire quali siano le dimensioni di questa vera e propria piaga che affligge come un cancro l’economia italiana.
Purtroppo evasione ed elusione fiscale sono fenomeni profondamente radicati nella nostra società che è praticamente impossibile debellare completamente. Non è rassegnazione ma semplicemente un dato di fatto.
Lo Stato cerca di affinare gli strumenti per combattere questi comportamenti illeciti ma alla fine dell’anno la Guarda di Finanza, nonostante stabilisca puntualmente nuovi record di denaro confiscato agli evasori, riesce a recuperare cifre che non sono nemmeno il 30% del totale evaso.
Tutto questo porta ad una corsa al costante rialzo con due protagonisti, il livello di tassazione da una parte e quello dell’evasione dall’altra. Alla fine non c’è nessun reale vincitore ma un solo vero sconfitto: l’onesto cittadino italiano, ecco perchè è fondamentale conoscere bene le leggi e sapere quali siano le migliori soluzioni per pagare meno tasse in modo onesto e legale.
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