Dichiarazione 730 a debito: ecco come dilazionare il versamento
Qualora presentassimo la dichiarazione dei redditi a debito tramite modello 730, ovviamente dovremmo procedere al versamento di quanto dovuto. Tuttavia, in questi frangenti il Fisco offre la possibilità di effettuare il pagamento anche a rate. Scegliendo tale opzione è necessario prestare molta attenzione a numerosi fattori, primo dei quali il rispetto delle scadenze.
Per i pensionati e lavoratori dipendenti non è affatto inconsueto consultare la dichiarazione dei redditi precompilata sul sito dell’Agenzia delle Entrate e scoprire di risultare a debito IRPEF con il Fisco. Le ragioni possono essere molteplici. Tra le più comuni ci sono lo svolgimento di diverse attività lavorative, il mancato versamento delle trattenute da parte del sostituto d’imposta, oppure l’aver percepito un’agevolazione senza averne diritto (ad esempio il Bonus Renzi).
In ogni caso è possibile sfruttare il pagamento rateizzato per estinguere i debiti fiscali.
Indice:
Brevi cenni sul modello 730
Prima di entrare nel vivo della questione, vediamo di riassumere le caratteristiche principali del modello 730. Innanzitutto è lo strumento utilizzato da lavoratori dipendenti e pensionati per presentare la dichiarazione dei redditi. Tali categorie si avvalgono della figura del sostituto d’imposta, ovvero datori di lavoro o ente previdenziale che provvedono a calcolare e versare le trattenute dovute.
Il contribuente può iniziare ad inviare la documentazione dal 31 maggio e sfruttare il modello precompilato messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate sul proprio portale, consultabile a partire dal 23 maggio. Naturalmente è sempre possibile presentare il modello 730 avvalendosi della collaborazione di un commercialista, oppure di un centro di assistenza fiscale (CAF).
L’opportunità di visionare i dati fiscali direttamente sul sito dell’Amministrazione finanziaria è un notevole vantaggio e permette di scaricare la dichiarazione dei redditi, il più delle volte, quasi già completamente compilata. Il contribuente deve solo preoccuparsi di verificare con attenzione il modulo, poiché può capitare che alcuni dati risultino errati, oppure incompleti. In questo caso è possibile modificare le informazioni sbagliate e caricare quelle mancanti.
Modello 730 a debito
Il sistema di tassazione IRPEF basato su 4 scaglioni di reddito e con sottili limiti per il passaggio alla fascia superiore, può generare debiti nei confronti del Fisco anche di importi consistenti.
Una delle situazioni più comuni riguarda i lavoratori occasionali, part-time o chi percepisce più redditi svolgendo diverse attività. In questi casi, nonostante i soggetti appartengano ad una bassa fascia di reddito o, addirittura alla no tax area, per via della somma delle varie entrate finiscono in uno scaglione soggetto a tassazione. A tal proposito, ricordiamo che le soglie di reddito per rientrare nella no-tax area sono di 8.145 euro per i lavoratori dipendenti e 8.500 euro per i pensionati.
Pertanto, nei frangenti in cui il contribuente percepisca un reddito complessivo inferiore alle suddette soglie, i sostituti d’imposta potrebbero non aver provveduto all’applicazione delle trattenute. Se il reddito percepito è uno solo, invece non ci sono problemi. Viceversa, avendo ricevuto diverse certificazioni uniche, gli importi andranno cumulati nella dichiarazione 730. La cifra totale potrebbe anche essere ridotta grazie ad eventuali oneri deducibili e spese detraibili. In sede di conguaglio verrà effettuato il calcolo finale per capire se vi è o meno una differenza tassabile, ovvero un debito con il Fisco.
Come effettuare la scelta della rateizzazione del debito
La scelta dell’opzione del pagamento a rate va indicata nel modello 730 e nello specifico all’interno della sezione V compilando la colonna 7 del rigo F6.
Numero massimo di rate
Il numero massimo di quote con cui è possibile rateizzare il debito fiscale dipende da due elementi:
- tipologia del contribuente;
- assenza o meno del sostituto d’imposta.
Per quanto concerne il primo punto, i pensionati possono suddividere il pagamento in un massimo di 4 rate, ovvero il numero in assoluto più basso. Questo perché il conguaglio viene effettuato con un mese di ritardo rispetto alle altre categorie, vale a dire ad agosto.
Per i contribuenti non pensionati la suddivisione del versamento può essere effettuata in 5 rate in presenza del sostituto d’imposta. Quest’ultimo provvederà ad effettuare le operazioni di conguaglio, calcolando gli interessi e trattenendo l’importo direttamente dalla busta paga.
Al contrario, vale a dire in assenza del sostituto d’imposta, il lavoratore può usufruire di 6 rate massime e versare il dovuto tramite modello F24.
Modalità di versamento
Come già accennato, il contribuente con sostituto d’imposta vedrà scalato l’importo della rata direttamente nel cedolino della pensione o in busta paga. Qualora la retribuzione corrisposta fosse insufficiente, la quota residua verrà trattenuta nei mesi successivi applicando gli interessi previsti per incapienza.
Per coloro che non possono usufruire del sostituto d’imposta, la procedura più semplice prevede l’accesso al portale dell’Agenzia della Entrate tramite le credenziali personali, per poi visionare il modello 730 precompilato ed effettuare il versamento online. In alternativa, è possibile stampare il modello F24 e procedere al pagamento con metodi ordinari.
Se invece la dichiarazione è stata predisposta da un commercialista o da un CAF, il contribuente può:
- delegare i suddetti intermediari che trasmetteranno il modello F24 in via telematica all’Agenzia delle Entrate;
- ricevere dall’intermediario, entro la scadenza dei termini previsti dalla normativa, il modello F24 ed effettuare il pagamento presso uno sportello fisico (banca convenzionata, ufficio postale o agente della riscossione), oppure usufruire dell’apposito servizio online dell’Agenzia delle Entrate, della propria banca o di Poste Italiane.
Scadenze
Siccome il conguaglio della dichiarazione dei redditi costituisce uno degli adempienti di maggior importanza, è opportuno mettere bene in chiaro le scadenze da rispettare.
Per la dichiarazione 730 a debito le date più importanti da tenere a mente sono il 30 giugno per il versamento del saldo totale o della prima rata, e il 30 novembre per saldare il secondo acconto dovuto. Pertanto, entro quest’ultima scadenza è necessario aver completato il pagamento a rate del debito e del primo acconto, nonché il saldo del secondo acconto in un’unica soluzione.
Il calendario completo per il pagamento dilazionato del debito IRPEF prevede le seguenti scadenze:
- prima rata entro il 30 giugno senza interessi;
- seconda rata entro il 22 agosto, interessi allo 0,33%;
- terza rata entro il 31 agosto, interessi allo 0,66%;
- quarta rata entro il 30 settembre, interessi allo 0,99%;
- quinta rata entro il 31 ottobre, interessi all’1,32%;
- sesta rata entro il 30 novembre con interessi all’1,65%.
Ricordiamo che nel caso in cui il versamento venga effettuato entro 30 giorni dalle suddette scadenze ordinarie, è prevista una maggiorazione degli interessi pari allo 0,40%.
Osservando il calendario è facile intuire come, solo presentando la dichiarazione dei redditi entro giugno, ci sarà l’opportunità di suddividere il debito nel maggior numero di rate consentito.
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