Cos’è un credito deteriorato

Di crediti deteriorati si sente parlare spesso e in vari accesi dibattiti, tuttavia molti non sanno ancora bene di cosa si tratti. In ambito finanziario e fiscale, i crediti deteriorati sono un concetto essenziale. Anche se d’impatto il concetto può sembrare piuttosto tecnico e di difficile comprensione, in realtà è meno complicato di quanto sembri.

Nei paragrafi successivi proveremo a spiegare cosa sono i crediti deteriorati senza usare paroloni, con pochi tecnicismi utilizzando un linguaggio semplice e alla portata anche di chi non è propriamente un tecnico della materia. Vediamo allora di seguito cosa sono i crediti deteriorati, i rischi per un sistema economico e quali sono le possibilità di gestione di questi prestiti non restituiti.

Indice:

 

Cosa sono i crediti deteriorati?

I crediti deteriorati, conosciuti anche come sofferenze o non performing loan (NPL), sono prestiti rilasciati da un istituto di credito non restituiti in maniera regolare, oppure non pagati in base alle condizioni stabilite nei contratti tra i finanziatori e i soggetti finanziati. In breve, un credito deteriorato si concretizza quando un prestito non viene restituito secondo quanto stipulato contrattualmente tra banca e cliente.

Per semplificare maggiormente: il credito deteriorato prende corpo nel momento in cui un mutuo elargito da un istituto bancario a un privato, o a un’impresa, per l’acquisto di un immobile, un capannone o per qualsiasi altro investimento, non viene rimborsato secondo modalità e tempi stabiliti con la sottoscrizione contrattuale.

Quindi parliamo di crediti che le banche molto difficilmente riusciranno a riscuotere, operazioni purtroppo risultate negative che creano un vero e proprio buco nel bilancio dell’istituto di credito. Gestire queste perdite finanziarie non è piacevole per nessun istituto di credito, neanche il più solido. Il problema di fondo è che molte volte i finanziamenti concessi restano insoluti, nonostante le precauzioni prese dalle banche. Non a caso, gli istituti di credito, prima di concedere un prestito, pretendono dal richiedente la presentazione di una serie di documenti a garanzia del denaro da finanziare.

Tuttavia, i motivi per i quali un prestito non viene più restituito sono diversi: calo di reddito del debitore, incremento dei tassi di interesse, situazione economica problematica a livello globale o nazionale, etc.

 

Un serio problema per un sistema economico

Per le istituzioni finanziarie e le banche i crediti deteriorati sono una seria criticità, in quanto costituiscono una minaccia per i loro profitti e soprattutto per la loro stabilità finanziaria. Questi istituti possono, infatti, avere grosse complicazioni a coprire le perdite finanziarie originate dai prestiti non restituiti.

Di conseguenza, anche l’economia di un Paese potrebbe soffrirne tanto, visto che le banche per uno Stato sono istituti fondamentali: i primi acquirenti del debito pubblico. Se qualche banca va in crisi, spesso le conseguenze si riversano pure sull’economia nazionale.

 

Gestione dei crediti deteriorati

Gli istituti bancari e le istituzioni finanziarie hanno varie possibilità per la gestione dei crediti deteriorati. Tra le opzioni possibili ci sono:

  • la ristrutturazione del prestito, tramite il rilascio al cliente di un altro prestito a condizioni più favorevoli. Una modalità per coprire, con il nuovo denaro, il precedente finanziamento ed estinguerlo, per poi ridistribuire il nuovo prestito in maniera più sostenibile per il debitore;
  • la vendita a un terzo del debito, in questa maniera l’istituto bancario recupera una parte minima del credito ridimensionando così le perdite, mentre l’acquirente ha la possibilità di recuperare il credito dai debitori attraverso un piano di rimborso al di sotto del debito di partenza;
  • la gestione tramite delle società specializzate nel recupero dei crediti.

 

Cos’è la cartolarizzazione?

Oltre alla gestione dei crediti deteriorati attraverso le opzioni analizzate nel paragrafo precedente, le banche spesso preferiscono fare ricorso alla pratica della cartolarizzazione. Il concetto di cartolarizzazione è meno complicato di quanto possa sembrare: i crediti deteriorati vengono trasformati in strumenti finanziari negoziabili.

Da questo punto di vista un esempio sono le obbligazioni, vendute poi ai risparmiatori volenterosi di investire per ottenere successivi profitti. Una pratica che consente agli istituti bancari il trasferimento a investitori esterni dei pericoli associati ai prestiti non performing, ottenendo così della liquidità in cambio.

La cartolarizzazione di questi crediti però potrebbe anche portare a una crisi finanziaria per un Paese. Quando i prestiti non vengono restituiti in gran numero potrebbe verificarsi una contrazione dei crediti, un aumento del costo del denaro e una situazione così negativa da frenare la crescita economica di un intero Stato.

In più, la cartolarizzazione può causare anche un aumento della vulnerabilità dei sistemi finanziari, in quanto diversi investitori potrebbero essere spinti dalla situazione negativa a ritirare i loro fondi. Una circostanza molto rischiosa che è interesse di tutti evitare ad ogni costo.

In ambito bancario e finanziario i crediti deteriorati sono dunque una tematica delicata e molto importante perché costituiscono una profonda minaccia per i profitti e soprattutto per la stabilità finanziaria delle banche e delle istituzioni finanziarie.

A questo punto, appare chiaro come la gestione dei crediti deteriorati sia fondamentale per arginare i rischi e tutelare la stabilità finanziaria di tutte le parti coinvolte e di un intero Paese.

   

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