Cos’è la giacenza media sul conto corrente
“Giacenza media” è una definizione che, fino a qualche anno fa, era quasi sconosciuta alla maggior parte dei contribuenti in quanto raramente se ne sentiva parlare. Oggi è invece piuttosto facile imbattersi in tale locuzione per il semplice fatto che rappresenta un dato utilizzato dal Fisco al fine di stabilire il patrimonio mobiliare di ogni cittadino titolare di un conto corrente bancario o postale.
La svolta c’è stata a partire dal 2015, anno in cui l’Agenzia delle Entrate ha imposto l’obbligo di ricevere comunicazione della giacenza media annuale di ogni singolo correntista agli istituti di credito, compreso Poste Italiane. Se da una parte è un mezzo impiegato in fase di verifiche e accertamenti fiscali, dall’altra rappresenta un dato fondamentale allo scopo di richiedere l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) tramite la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).
Volendo definire in modo molto semplice la giacenza media annua, possiamo considerarla come una media ponderata delle somme a credito depositate sul conto corrente del titolare e riferite ad un anno. Perciò, per ottenere il valore basta sommare le giacenze giornaliere e dividerle per 365, tutto ciò in modo indipendente dal numero di giorni in cui il deposito è risultato attivo.
La giacenza media è un’informazione indispensabile per i contribuenti persone fisiche che desiderano accedere a molte delle agevolazioni previste dallo Stato e destinate alle fasce di reddito più deboli. Infatti, la maggior parte degli aiuti economici quali reddito di cittadinanza, assegno unico figli, bonus vacanze e via discorrendo richiedono come requisito primario un valore ISEE entro determinati limiti. Pertanto, è facile presupporre che ad una giacenza media bassa possa corrispondere un contribuente con ISEE altrettanto basso.
Di conseguenza, se un tempo si poteva benissimo vivere serenamente senza conoscere il significato di giacenza media, oggi è invece opportuno sapere con esattezza di cosa si tratta e come calcolarla.
Indice:
Come si calcola la giacenza media
L’Agenzia delle Entrate parla sempre di giacenza media annua, proprio perché il calcolo è ragguagliato ad un anno. Questo si traduce nel dover effettuare la media di ogni giacenza giornaliera, ovvero sommare i singoli saldi del conto corrente e dividere il risultato per 365. Non si tratta di un calcolo particolarmente complicato, semmai bisogna avere la pazienza di reperire tutti i dati necessari. Comunque il problema non si pone visto che non spetta al contribuente munirsi di calcolatrice e mettersi a fare conti, ma è lo stesso istituto di credito a computare la giacenza media annua al fine di comunicarla all’Amministrazione Finanziaria.
Tuttavia, se desideriamo effettuare per nostro conto il calcolo, ecco un semplice esempio che serve a dissipare ogni dubbio al riguardo. Supponiamo che il 1° gennaio 2021 sul nostro conto corrente bancario risultano depositati 12.000 euro. Il giorno successivo la cifra rimane invariata mentre quello dopo eseguiamo un bonifico di 3.000 euro, portando così il saldo a 9.000 euro. Il calcolo della giacenza media relativa a questi tre giorni si riduce a una banale media matematica, vale a dire:
(12.000 + 12.000 + 9.000) / 3 = 11.000
Chiaramente per avere la giacenza media annuale dovremo disporre di tutti i saldi giornalieri, sommarli e dividerli per i 365 giorni dell’anno solare. Quindi servono gli estratti conto da cui estrapolare i cosiddetti numeri creditori, ovvero i valori impiegati dagli istituti di credito per calcolare l’interesse lordo sul conto. A volte tali dati sono specificati con nomi differenti in base all’istituto bancario: possiamo trovare locuzioni quali riassunto scalare, scalare per valuta, calcolo delle competenze, ecc.
Nonostante la semplicità dell’operazione matematica è opportuno segnalare due aspetti a mio avviso importanti. Il primo riguarda eventuali giacenze giornaliere negative che devono essere computate con valore pari a zero.
In secondo luogo, nel caso di un conto con divisa estera, il valore dev’essere esposto seguendo le regole dell’archivio dei rapporti finanziari. Quest’ultima è una situazione che coinvolge un basso numero di correntisti e, in linea generale, bisogna far riferimento al tasso di cambio. Detto questo, comunque, tutti i calcoli vengono effettuati dalla banca, perciò per il titolare del conto/deposito non ci sono particolari preoccupazioni o incombenze, se non quello di recarsi in filiale e richiedere il foglio ogni anno.
Un’ulteriore considerazione riguarda i conti correnti cointestati. In questi casi, per il calcolo della giacenza media annuale serve tenere in considerazione il numero di cointestatari: qualora fossero due il computo finale sarà ripartito al 50%, se i titolari risultassero tre al 33,3%, quattro al 25% e così via.
Ricordiamo ancora una volta, che tutti i calcoli che si possono fare a casa con penna e calcolatrice hanno valore di pura conoscenza teorica visto che l’onere di ufficializzare le giacenze medie spetta alla banca, alle Poste o agli altri operatori finanziari. Tali istituti provvederanno a comunicare la giacenza media all’Agenzia delle Entrate al termine del quarto trimestre, ovvero in corrispondenza dell’emissione dell’estratto conto di chiusura dell’anno inviato al correntista tramite posta ordinaria o consultabile sulla piattaforma home-banking.
Giacenza media: a quali rapporti finanziari si riferisce?
La giacenza media annua dev’essere calcolata e inviata all’Agenzia delle Entrate in presenza di:
- conto corrente bancario o postale;
- conto in valuta, vincolato o di pagamento;
- conto deposito a risparmio sia libero che vincolato;
- libretto al portatore e nominativo sia postale che bancario;
- conti terzi individuali/globali *
* Si tratta di un conto aperto temporaneamente o solo allo scopo di effettuare poche specifiche operazioni. Il conto terzi individuale risulta intestato a un unico cliente, mentre in quello globale confluiscono importi frutto di operazioni a nome di soggetti diversi (classici esempi sono i ricavi delle cedole e i diritti di custodia).
A cosa serva la giacenza media?
Ogni istituto di credito, compreso Banco Poste, a partire da gennaio 2015 (per i dati relativi al 2014), sono tenuti a comunicare all’Agenzia delle Entrate il valore della giacenza media annua di tutti i loro correntisti. Ciò significa che devono inviare le informazioni relative a conti correnti, conti deposito sia di risparmio libero che vincolato, e anche conti terzi di tipo individuale e globale. In questo modo, l’Amministrazione Finanziaria ottiene tutte le informazioni necessarie al fine di creare un database con le giacenze medie annue di ogni correntista, sia esso persona fisica che persona giuridica (società di capitali, associazioni, ecc.).
L’Agenzia delle Entrate utilizza la giacenza media per avere un riscontro sul patrimonio mobiliare del soggetto, così da stabilire quanti soldi circolano in un anno sul suo conto corrente. In altre parole, rappresenta un possibile indicatore sullo stato di ricchezza della persona e può essere utilizzato per accertare una situazione fiscale sospetta. Dal canto suo, il contribuente impiega il dato della giacenza media annua qualora debba richiedere l’ISEE al fine di accedere a determinate agevolazioni e aiuti economici previsti dallo Stato, enti regionali ma anche dall’INPS qualora l’assegno previdenziale sia una forma di sostegno al reddito.
In questi casi, è necessario ottenere il rilascio della Dichiarazione Sostitutiva Unica e, tra i dati patrimoniali richiesti, ci sono il saldo e la giacenza media di ogni conto conto corrente bancario o postale, conto deposito libero/vincolato, libretto al portatore e tutte le altre tipologie di rapporti finanziari previsti dalla normativa.
Di solito, giacenza media annua e ISEE vanno di pari passo, nel senso che il correntista con ISEE basso ben difficilmente presenta elevati depositi sul conto corrente. Comunque sia, il Fisco è alquanto attento nel valutare e confrontare i dati autodichiarati dal contribuente all’interno dell’ISEE con le informazioni della giacenza media ricevute da banche e Poste Italiane. L’Agenzia delle Entrate fa conto di individuare eventuali contraddizioni tra quanto indicato nella dichiarazione presentata e le effettive somme di denaro depositate, oppure transitate sul conto corrente bancario o postale nel corso dell’anno.
Non bisogna nemmeno dimenticare che una giacenza media annua pari o inferiore a 5.000 euro evita il pagamento dell’imposta di bollo sul conto corrente. Superata tale soglia vige l’obbligo per le persone fisiche di versare un tributo di 34,20 euro, che sale a 100 euro per aziende e società.
Come viene comunicato il dato sulla giacenza media?
Abbiamo visto l’importanza della giacenza media qualora il contribuente debba accedere a determinate agevolazioni che richiedono la presentazione dell’ISEE. Ad esempio, coloro che la scorsa estate hanno beneficiato del bonus vacanze non hanno dovuto inviare alcun valore della giacenza media all’INPS, ma solo rispettare i requisti richiesti, ovvero un ISEE del nucleo familiare inferiore a 40.000 euro.
Quindi il beneficiario si è preoccupato di compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica con i dati reddituali e patrimoniali, mentre il valore della giacenza media era già in possesso dell’Agenzia delle Entrate che lo ha, a sua volta, comunicato all’INPS. Ciò evita al cittadino di dover computare la giacenza media annua che, sebbene rappresenti un calcolo aritmetico piuttosto elementare, non sarebbe affatto pratico visti i numerosissimi valori da sommare.
Nel caso in cui si volesse conoscere il valore della giacenza media, banche e Poste Italiane mettono tale dato a disposizione del correntista all’interno dell’estratto conto annuale che è possibile consultare online nell’area personale di ogni piattaforma home-banking. Coloro che non dispongono di una connessione internet, oppure non amano controllare il proprio conto corrente via web, possono trovare il dato della giacenza media sull’estratto conto annuale in formato cartaceo inviato direttamente a casa.
Nella malaugurata ipotesi che si sia impossibilitati ad accedere all’home-banking, o venga smarrita la documentazione cartacea, sarà possibile richiedere il valore della giacenza media tramite mail, oppure recandosi di persona presso lo sportello bancario e non necessariamente nella propria filiale, infatti anche altre succursali dello stesso istituto potranno fornire tale informazione.
Come indicare la giacenza media nell’ISEE
La giacenza media è fondamentale per ottenere determinate agevolazioni attraverso la presentazione del modello ISEE, all’interno del quale è necessario dichiarare il proprio patrimonio mobiliare. A riguardo, hanno rilevanza tutti i conti correnti bancari e postali, Titoli di Stato, partecipazioni azionarie, nonché tutti i rapporti finanziari detenuti in Italia e all’estero.
In pratica, il contribuente indica nella DSU ogni suo rapporto finanziario, ivi compresi il saldo e la giacenza media del proprio conto corrente. Quest’ultimi dati devono essere indicati nella prima sezione e in particolare nel Quadro FC.2 denominato depositi e conti bancari e postali dopo aver indicato il codice di ogni tipo di rapporto finanziario detenuto nella colonna precedente (codice 01 per conti correnti bancari e postali, 03 per conti deposito e libretti al portatore, 09 per conti terzi).
A questo punto è richiesto l’inserimento del codice fiscale dell’operatore finanziario, gli importi dei saldi contabili attivi al lordo degli interessi al 31 dicembre dell’anno precedente rispetto alla presentazione della DSU, e la giacenza media annua sempre riferita al medesimo periodo. Le ultime operazioni riguardano la compilazione di una colonna in cui indicare l’eventuale data di inizio e termine di un rapporto nel caso fosse stato chiuso durante l’anno precedente, e della tabella dedicata ai contribuenti titolari di più conti correnti.
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