Cosa fare e cosa non fare quando si riceve un decreto ingiuntivo

Hai ricevuto un decreto ingiuntivo e non hai la più pallida idea di cosa si tratti? Non avere paura, in questo articolo cercherò di spiegare cos’è e cosa fare quando lo si riceve.

Quando ricevi un decreto ingiuntivo, è fondamentale sapere che devi assolutamente fare qualcosa per onorare la somma che ti viene richiesta mediante questo tipo di atto giudiziario o, in alternativa, qualora ci fossero errori o, addirittura, non fossi debitore degli importi richiesti, attivarti per opporti all’atto in questione attraverso le azioni legali che dovrai necessariamente mettere in pratica per risolvere la questione.

Lasciarlo chiuso in un cassetto o disinteressarsene potrebbe avere conseguenze irreparabili qualora il titolo diventasse esecutivo.

Indice:

 

Cos’è il decreto ingiuntivo

Si tratta di un atto giudiziario nel quale è contenuta un’ingiunzione del Giudice del Tribunale, con cui si ordina di pagare una somma di denaro, o di consegnare una cosa dovuta al creditore.

Il creditore, per il tramite di un legale, avrà quindi presentato un ricorso al Tribunale per l’ottenimento del decreto ingiuntivo nei tuoi confronti. Una volta emesso il provvedimento da parte del Giudice, sarà il legale del creditore a procedere alla richiesta di notifica del decreto.

La notifica può essere effettuata con due modalità:

  • mediante un Ufficiale Giudiziario: un incaricato del Tribunale verrà a suonare al campanello di casa, dove sei residente. Se ti troverà in casa, provvederà a consegnarti a mani il decreto ingiuntivo. Se troverà un altro soggetto familiare, o incaricato, potrà consegnare l’atto allo stesso modo, lasciando poi un avviso nella buca delle lettere che ti informi ulteriormente dell’avvenuta notifica ad altra persona. Potrebbe anche accadere che non vi sia nessuno in casa, in quest’ultimo caso l’Ufficiale Giudiziario lascerà un avviso in buca. Ancora qualche passaggio intermedio e, infine, si potrà andare alle Poste a ritirare l’atto, che resterà giacente per qualche tempo;
  • mediante la notifica in proprio del legale a mezzo del servizio postale: in questo caso sarà il Postino a recapitarti una raccomandata (la classica busta verde), se non dovesse trovare nessuno in casa, lascerà anch’egli un avviso in buca per il ritiro presso l’Ufficio postale.

In entrambe le situazioni, la notifica si riterrà avvenuta, o il giorno di consegna a mano, oppure 10 giorni dopo la giacenza in Posta. E’ importante capire che la paura di ricevere un atto giudiziario non deve portare a scegliere di rifiutare l’atto (quindi non ritirarlo quando ti si presenta qualcuno all’uscio), o a non recarti in Posta per recuperarlo. Questo perché, qualunque cosa tu scelga di fare, in ogni caso la notifica si perfezionerà. Con l’unica differenza che, se non avrai ritirato l’atto, non saprai nulla di ciò che avresti dovuto ricevere e ti resterà il dubbio.

Chi ti ha scritto? Perché?”

Per tale ragione, quando ti trovi ad essere destinatario di un atto giudiziario, conviene sempre prenderne visione.

Un’altra domanda che ci si potrebbe porre è come mai può arrivare un atto del Tribunale senza che ti abbiano mai interpellato? Ebbene, questo è possibile proprio perché la legge prevede la possibilità di richiedere un decreto ingiuntivo se il credito in questione è liquido, certo ed esigibile, e si deve trattare di una somma di denaro quantificabile con richiesta dev’essere supportata da prove documentali. Quindi basterà al tuo creditore depositare documentazione attestante l’esistenza del credito e della morosità, ad esempio, il contratto sottoscritto, l’estratto conto da cui risultano le rate non pagate. Ovviamente, se non ritirerai l’atto, non saprai se vi è corrispondenza tra quanto dichiarato dal creditore e quanto ti risulta.

 

Come leggere un decreto ingiuntivo

Cerco quindi, di spiegare cosa potresti apprendere dalla lettura del ricorso e del decreto:

  • chi è il tuo creditore, questa cosa è molto importante… si consideri che, negli ultimi anni, molti istituti bancari e società di credito finanziario hanno cominciato a cedere ad altri soggetti i propri crediti. Quindi potresti aver sottoscritto, ad esempio, un finanziamento con Y e doverlo pagare alla società X (società di recupero crediti). Questo significa che, se anche volessi provvedere spontaneamente al pagamento, questo non sarebbe più dovuto alla società Y, ma alla società X e tu potresti non saperlo a meno che non ritiri il decreto ingiuntivo. Attenzione, anche la cessione del credito ti sarà stata comunicata a mezzo raccomandata, per cui potresti ritrovartela tra i documenti, ovviamente anche per questa vale la stessa cosa: occorre che l’abbia, a suo tempo, ritirata;
  • qual è l’oggetto del credito, ovvero quale contratto ti si richiede di rispettare. Potrebbe trattarsi di un accordo da te sottoscritto con scrittura privata, di un contratto di mutuo, di finanziamento di un credito, di una carta di credito non coperta, di canoni di locazione non pagati, ecc… La natura del credito sarà quindi indicata nel ricorso;
  • qual è la somma ingiunta, non meno importante sarà capire l’entità del debito che avrai maturato. Infatti, nel decreto ingiuntivo saranno indicate le somme dovute, gli interessi calcolati fino alla presentazione del ricorso, le spese di lite liquidate. Sarà inoltre possibile verificare quali rate il creditore sostiene di non aver incassato, ciò ti consentirà di fare un controllo della tua documentazione e capire se vi sia corrispondenza tra quanto richiesto e quanto ti risulta.

 

Cosa fare quando ricevi un decreto ingiuntivo

A questo punto, non bisognerà mettere il decreto ingiuntivo in un cassetto, a meno che non voglia disinteressarti del tutto del problema.

Le cose che si possono fare sono comunque diverse:

  • come accennato, capire se vi è corrispondenza tra quanto richiesto dal creditore e quanto a tue mani: controlla gli estratti conto bancari, la documentazione cartacea nei vari cassetti, potrebbe capitare che ti venga richiesto di far fronte a un debito relativo ad un contratto stipulato svariati anni prima e rimasto impagato o pagato soltanto parzialmente;
  • prendere diretto contatto con il legale avversario e cercare di capire se si può avviare una trattativa per il pagamento bonario di quanto dovuto. Questo può avvenire: col pagamento di tutto del debito, che sarebbe la scelta preferibile per togliersi ogni problema, ove non vi fosse possibile pagare tutto e subito, provare a fare una proposta transattiva a saldo e stralcio, o ancora proporre un pagamento rateale dell’intero debito, magari con bollettini postali o firmando delle cambiali;
  • se hai qualche dubbio su quanto contenuto nel decreto ingiuntivo, dovresti recarti da un legale di tua fiducia affinché ti assista, coadiuvando l’attività stragiudiziale con la controparte per trovare una soluzione bonaria di pagamento, o per capire con lui se vi sono delle vie di opposizione. Per esempio, verificare se vi sono vizi di notifica o altre questioni, come pagamenti avvenuti e non riconosciuti.

Ogni considerazione dev’essere fatta tempestivamente, perché, come indicato nel decreto ingiuntivo, il debitore deve provvedere al pagamento della somma dovuta entro 40 giorni dal ricevimento della notifica (quindi calcolate quaranta giorni dal ritiro), o in caso di decreto provvisoriamente esecutivo il pagamento dovrebbe essere effettuato immediatamente.

 

Motivi di opposizione a un decreto ingiuntivo

Se sono presenti cause per proporre opposizione, il legale di fiducia te le indicherà, perciò è importante valutare l’opzione di rivolgersi ad un avvocato che possa studiare gli atti e i documenti per capire quali possano essere le vie percorribili.

In linea generale, i motivi di opposizione potrebbero essere i seguenti:

  • il Tribunale adito è incompetente;
  • il credito è inesistente;
  • hai già provveduto al pagamento del credito prima della richiesta di ingiunzione;
  • il creditore non ha dato esecuzione a quanto previsto dal contratto, per cui è inadempiente;
  • l’adempimento del creditore non è avvenuto a regola d’arte;
  • si è prescritto il diritto.

Nel caso in cui l’opposizione dovesse essere accolta dal Tribunale, il decreto ingiuntivo verrebbe revocato e potresti ottenere la liquidazione delle spese di lite a tuo favore.

 

Termini di pagamento di un decreto ingiuntivo

Se avessi deciso di mettere il decreto ingiuntivo in un cassetto, magari perché sai che il creditore ha ragione di chiederti il pagamento delle somme ingiunte e, probabilmente, perché non hai la possibilità di far fronte al pagamento del debito, potrebbe esserti utile sapere quello che segue.

Il decreto ingiuntivo, solitamente, viene notificato e, se non opposto entro i quaranta giorni, diventa esecutivo. La Cancelleria, dietro richiesta del creditore, appone la formula esecutiva sul decreto ingiuntivo. A questo punto, il creditore avrà ottenuto il titolo per poter recuperare giudizialmente le somme dovute.

L’atto, che ti verrà notificato successivamente e che ti avvisa dell’inizio della fase esecutiva, sarà il precetto. Tra la notifica del decreto ingiuntivo e quella del precetto potrebbe passare un po’ di tempo, ciò dipende da molti fattori, ma indicativamente ci vorrà almeno un mese. In quel lasso di tempo, potresti avere modo di raggranellare la somma dovuta per far fronte al pagamento spontaneo del debito…

Decorsi dieci giorni dalla ricezione del precetto senza che si abbia dato corso al pagamento, verrà probabilmente richiesta la notifica nei tuoi confronti di un atto di pignoramento.

Un’altra opzione, invece, si verifica quando il decreto ingiuntivo che hai ricevuto fosse già munito della formula esecutiva (viene solitamente chiamato provvisoriamente esecutivo). In questo caso, molto probabilmente, unitamente al decreto ingiuntivo, avrai ricevuto il precetto, un altro atto che indica in dettaglio tutte le voci di spesa dovute. Il termine di pagamento in questo caso è di soli dieci giorni.

Decorsi questi 10 giorni, il creditore potrà procedere con la richiesta di pignoramento mobiliare o immobiliare nei tuoi confronti. Seppure il termine per pagare sia così breve, quello per proporre un’eventuale opposizione rimane comunque pari a quaranta giorni.

 

Perché il creditore può ottenere un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo

Lo scopo di tale provvedimento è quello di velocizzare la procedura di recupero giudiziale delle somme dovute dal debitore. La legge prevede che sia possibile che il creditore richieda un decreto provvisoriamente esecutivo in determinati casi, quali:

  • il credito è originato da un titolo non pagato: cambiale, assegno bancario o circolare, certificato di liquidazione di borsa;
  • si tratta di un atto ricevuto da un notaio, o da un altro pubblico ufficiale;
  • il creditore ha buone ragioni di pensare che vi possa essere un grave pregiudizio legato all’attesa dei termini canonici, per esempio, si suppone che il debitore possa fallire, oppure liberarsi dei propri beni per evitare il pignoramento;
  • nel caso in cui l’oggetto del credito sia relativo a spese condominiali non riscosse e già approvate dall’assemblea in bilancio;
  • si tratta di un inquilino che non ha provveduto al pagamento dei canoni di locazione e, pertanto, si è reso moroso;
  • vi è un riconoscimento del debito sottoscritto dal debitore.

 

Conclusione

Ovviamente, i debiti andrebbero onorati prima o poi, ma ci sono situazioni e condizioni nella vita che non sono prevedibili, perciò non è semplice risolvere sempre tutto con facilità. I creditori tentano tutte le strade stragiudiziali e giudiziali, in questo articolo ho tentato di spiegare brevemente come essi sono soliti procedere per il recupero coattivo di quanto è loro dovuto.

Non c’è da dormirci su, ma nemmeno da averne timore. Se hai un debito, ci sono buone possibilità che prima o poi riceverai un decreto ingiuntivo e, ora, hai le nozioni per capire di che si tratta e cosa fare, ma soprattutto di cosa non fare.

   

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