Come si calcola il TFR netto
I lavoratori dipendenti sanno bene cosa sia il tanto agognato TFR, il trattamento di fine rapporto chiamato anche, più volgarmente, liquidazione o buonuscita. Il TFR è una somma accantonata mensilmente dall’azienda e versata interamente (o quel che ne rimane se nel corso del periodo lavorativo vengono richiesti degli acconti) al lavoratore nel momento in cui interrompe il suo rapporto di lavoro subordinato, per un qualsiasi motivo.
Il TFR è composto, da una parte dalla cosiddetta quota capitale che comprende gli accantonamenti periodici e, dall’altra, dalla rivalutazione che ha la finalità di adeguare il valore del trattamento di fine rapporto all’inflazione e all’aumento del costo della vita. Quest’ultimo aspetto è una logica conseguenza del fatto che tra il periodo di maturazione della liquidazione e la sua effettiva erogazione possono trascorrere anche moltissimi anni.
In realtà, la normativa in materia offre al lavoratore la possibilità di scegliere se lasciare il TFR in azienda, versarlo in un fondo di previdenza integrativa, oppure richiedere un anticipo in misura pari ad un massimo del 70% dell’importo maturato fino a quel momento, e solo in caso di particolari esigenze come improvvise spese sanitarie, l’acquisto della prima casa, la sua ristrutturazione e via discorrendo.
Dal 2015 la legge prevede un’ulteriore opportunità, ovvero incassare mensilmente con lo stipendio la quota maturata (opzione valida anche nel caso in cui il lavoratore versi già il TFR in un fondo pensionistico).
Il datore di lavoro indica, ogni mese in busta paga, l’importo lordo di TFR accantonato; tale cifra dovrà essere, successivamente, decurtata delle varie imposte per ottenere il TFR netto. All’interno di questa guida ti illustro le modalità di calcolo del TFR che percepirai effettivamente e le tasse che, invece, dovrai pagare allo Stato anche sul trattamento di fine rapporto.
Indice:
Premesse fondamentali per il calcolo del TFR netto
Il primo punto chiarire è che al TFR viene applicata una tassazione separata, ovvero, il reddito da TFR non fa cumulo con alcun altro reddito su cui calcolare l’IRPEF ad aliquote progressive e dipende dal numero di anni (e frazioni di anni) maturati come anzianità di servizio.
Ne consegue, altresì, che non sia soggetto a contribuzione INPS e non andrà a cumularsi agli altri redditi da lavoro dipendente, o di altro tipo, maturati nel corso del periodo di imposta.
Secondo le regole della tassazione separata, e dopo il calcolo dell’importo netto che prende base imponibile il TFR lordo, non è rara l’eventualità che l’imposta, così determinata, sia inferiore rispetto a quella che verrebbe calcolata applicando il regime ordinario al momento dell’incasso della liquidazione spettante.
Altro dettaglio da non sottovalutare è che l’imposta sostitutiva sul trattamento di fine rapporto non viene mai calcolata a titolo definitivo. L’Agenzia delle Entrate, infatti, controllerà, in un secondo tempo, l’ammontare del tributo versato, ricalcolando l’aliquota applicata prendendo come riferimento quella media dei 5 anni precedenti rispetto a quello in cui il lavoratore ha maturato il diritto a percepire la buonuscita.
Se l’importo dovuto dovesse risultare superiore, il Fisco provvederà ad inoltre al contribuente la richiesta di pagamento della differenza.
Come calcolare il TFR lordo
Per conoscere a quanto ammonta il trattamento di fine rapporto netto, il primo passo da compiere è determinarne l’importo lordo per ogni singolo anno lavorativo. Il calcolo è tutt’altro che complicato ed è sufficiente prendere in considerazione la retribuzione lorda annua (quella conseguita dal 1° gennaio fino al 31 dicembre) e dividerla per un coefficiente fisso pari a 13,5. A questo punto non rimante che sottrarre dal risultato lo 0,50% a titolo di contributo FAP (Fondo Adeguamento Pensione) a carico del lavoratore e da corrispondere all’INPS.
Attraverso questo calcolo si ottiene il TFR lordo relativo all’annualità presa a riferimento che dovrà essere sommato a tutti gli altri valori determinati per ogni annualità lavorata come lavoratore dipendente presso la stessa azienda.
L’importo totale risultante dalla somma delle singole annualità rappresenta il trattamento di fine rapporto lordo complessivo.
Calcolo del reddito di riferimento
Dopo aver determinato a quanto ammonta il TFR lordo complessivo spettante al lavoratore, per il calcolo delle imposte è necessario stabilire con esattezza il reddito di riferimento, costituito da:
- trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre dell’anno precedente rispetto a quello in cui viene elargito;
- TFR maturato a partire dal 1°gennaio fino alla data in cui termina il rapporto di lavoro;
- presenza di quote di TFR anticipato negli anni precedenti per speciali necessità;
- somme versate alla previdenza complementare.
E’ sufficiente prendere come riferimento il TFR lordo complessivo calcolato in precedenza e svolgere una semplice operazione matematica, ovvero, dividere l’importo per il numero di anni lavorati e, successivamente, moltiplicare il risultato per 12. Facendo questo calcolo, molto elementare, sarà possibile ottenere il reddito annuale di riferimento, ossia la base imponibile su cui l’aliquota relativa alla tassazione separata IRPEF.
Come calcolare il TFR netto
Nemmeno il TFR sfugge al regime di tassazione, cosi come gli altri redditi delle persone fisiche, attraverso l’applicazione, dei tanto noti, scaglioni IRPEF. Anche se, ormai, ogni contribuente li conosce pressoché a memoria, i famigerati 5 scaglioni prevedono un’aliquota diversa a seconda del reddito dichiato e precisamente:
- 23% se il TFR lordo è inferiore o uguale a 15.000 euro;
- 27% con valore lordo compreso tra 15.001 euro e 28.000 euro: 3.450 € + 27% sulla parte oltre i 15.000 €;
- 38% qualora il valore lordo risulti compreso tra 28.001 euro e 55.000 euro: 6.960 €+ 38% sulla parte oltre i 28.000 €;
- 41% per somme comprese tra i 55.001 e 75.000 euro: 17.220 €+ 41% sulla parte oltre i 55.000 €;
- 43% per TFR lordo superiore ai 75.000: 25.420 €+ 41% sulla parte oltre i 75.000 €;
Esempio pratico di calcolo del TFR netto
Cosa c’è di meglio di un pratico esempio per capire esattamente come calcolare il TFR netto. Ipotizziamo che un lavoratore dipendente abbia deciso di cessare il rapporto di lavoro dopo 25 anni e, nel frattempo, abbia maturato un trattamento di fine rapporto lordo pari a 70mila euro.
Il primo passo è stabilire la base imponibile per capire in che scaglione IRPEF si colloca il reddito di riferimento. È sufficiente moltiplicare per 12 il TFR lordo complessivo e dividerlo per il numero di anni di lavoro.
- Base imponibile IRPEF TFR = (70.000 (TFR lordo) x 12) : 25 (numero anni lavorati) = 33.600 €
Ne consegue che lo scaglione di appartenenza è il terzo, quello per i redditi compresi tra 28.000,01 e 55.000 euro e aliquota del 38%. L’importo dell’imposta da versare sarà quindi il seguente:
- IRPEF su TFR = 6.960 + 38% di 5.600 = 9.088 €
L’ultima operazione consiste nel sottrarre l’imposta appena determinata al TFR lordo, ottenendo, quindi, il TFR netto secondo la seguente operazione:
TFR netto = TFR lordo (70.000 €) – IRPEF su TFR (9.088 €) = 60.912 €
Il lavoratore dipendente riceverà, pertanto, una busta paga con un trattamento di fine rapporto netto di 60,912 euro che rappresenta ciò che l’azienda ha accumulato per suo conto nel corso dei 25 anni di lavoro: somma compresa della rivalutazione in base all’aumento del costo della vita e decurtata del consueto obolo da offrire al Fisco.
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