Come ridurre la pressione fiscale di una SRL

La pressione fiscale su una Società a Responsabilità Limitata spesso è un ostacolo alla crescita delle imprese italiane. Esistono però delle strategie che, consentono di ridurre il peso fiscale nel rispetto delle leggi vigenti.

Ma come funzionano queste strategie? E cosa devi fare per alleviare la pressione fiscale sulla tua attività?

Prima di parlare di come ridurre l’onere fiscale della tua azienda, è importante capire cosa vuol dire “onere fiscale“che rappresenta il totale di imposte e tributi che un’azienda deve versare allo Stato ogni anno. Ciò include le tasse sul reddito aziendale e altro ancora. Queste tasse incidono sia sui costi totali che sul profitto finale di un’attività commerciale.

Va precisato che quando ci riferiamo all’onere fiscale, ci stiamo concentrando sul valore nominale delle imposte, non sulla loro proporzione rispetto ai guadagni aziendali, che è ciò che definiamo pressione fiscale e si esprime in percentuale.

L’onere fiscale comprende diverse tasse e tributi, influenzati dalle leggi fiscali del paese e talvolta dal settore di attività.

Indice:

 

Le tasse per una SRL in Italia

Per comprendere meglio quali tasse debba versare una Srl in Italia, che sia una piccola o media impresa, bisogna considerare:

  • L’imposta sui redditi delle società (IRES);
  • L’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP);
  • Tasse locali come l’Imposta Municipale Unica (IMU) e la Tassa sui Rifiuti (TARI).

In aggiunta, se la Srl è una società a capitale variabile, potrebbe dover versare un’imposta sugli utili distribuiti ai soci, comportando quindi pagamenti sia di IRES sui redditi che di IRES (o IRPEF) sugli utili distribuiti.

 

Strategie per ridurre l’onere fiscale di una SRL

La buona notizia è che è possibile ridurre l’onere fiscale di una SRL nel rispetto delle leggi fiscali italiane. Ridurre l’onere fiscale è strategico per le imprese che desiderano espandersi, ma devono farlo senza essere gravate eccessivamente da tasse e tributi.

La legislazione italiana prevede agevolazioni e opzioni alternative per gestire il peso del Fisco senza violare le leggi. È fondamentale sottolineare che l’evasione fiscale è illegale in Italia, e le tasse devono essere sempre pagate integralmente secondo la legge. Le SRL devono adempiere ai loro obblighi senza aggirarli.

 

1) Approfitta di agevolazioni e detrazioni

Attualmente in Italia, diverse agevolazioni e detrazioni sono disponibili per supportare le società di capitali desiderose di ampliare la propria presenza di mercato. Queste includono:

  • Detrazioni per investimenti in beni strumentali, come macchinari e attrezzature;
  • Detrazioni per l’assunzione di personale a tempo indeterminato, specialmente giovani e disoccupati;
  • Agevolazioni per start-up e PMI innovative che offrono servizi innovativi;
  • Agevolazioni per le piccole e medie imprese, come il regime forfettario semplificato;
  • Agevolazioni per gli investimenti in territori svantaggiati, come lo sgravio contributivo per le aziende nel Sud Italia.

L’Agenzia delle Entrate o un consulente fiscale possono fornire dettagli specifici su limiti e opportunità in base alle esigenze aziendali.

 

2) Evita la distribuzione degli utili

La distribuzione degli utili ai soci può aumentare significativamente il carico fiscale di una Srl, dato l’obbligo di pagare un’imposta sostitutiva del 26%. Un’alternativa è reinvestire gli utili nell’azienda per beneficiare della detassazione.

L’assunzione dei soci come dipendenti o collaboratori con basse retribuzioni può essere una scelta vantaggiosa, ma l’efficacia varia con i livelli salariali.

 

3) Distribuisci gli utili della società

In alcune SRL invece, distribuire gli utili come dividendi può essere vantaggioso, nonostante la tassazione. Per aziende con stipendi elevati o lavoratori esclusi dalle agevolazioni fiscali, questa opzione potrebbe essere preferibile alla gestione separata.

Tuttavia, l’analisi della situazione finanziaria è cruciale, poiché per retribuzioni più alte, il carico fiscale può diventare più oneroso.

 

4) Monitora attentamente lo stato dell’azienda

La riduzione del carico fiscale richiede una valutazione attenta delle specificità aziendali. Non esiste una formula universale; ogni strategia deve adattarsi alle caratteristiche e alle esigenze dell’azienda.

Un monitoraggio attivo della situazione economica, patrimoniale e finanziaria fornisce informazioni cruciali per sviluppare una strategia personalizzata di riduzione del carico fiscale, che potrebbe coinvolgere agevolazioni o redistribuzioni degli utili aziendali.

 

5) Ottimizzazione Fiscale tramite Autofinanziamento in una SRL

Se trascuri la gestione fiscale nella tua Società a Responsabilità Limitata, potresti trovarti a dover affrontare oneri fiscali che possono raggiungere il 70% sul reddito generato. Nel caso in cui non disponessi di altre modalità di remunerazione come amministratore o socio, il prelievo degli utili dalla SRL sarebbe inevitabile, come precedentemente indicato.

Tuttavia, se scegli di mantenere gli utili all’interno della SRL, senza distribuirli ai soci, puoi evitare l’imposta sostitutiva del 26% sui dividendi distribuiti. In pratica, l’autofinanziamento della tua SRL ti consente di eludere ulteriori imposte sulla distribuzione degli utili, a parte l’IRES, l’IRAP e l’INPS.

Questa strategia è comunemente adottata dalle PMI di dimensioni più ampie, che sfruttano l’autofinanziamento per beneficiare di agevolazioni fiscali come l’ACE. Questo approccio può ridurre la base imponibile IRES in base agli utili e alle capitalizzazioni accumulate annualmente. Tuttavia, se gestisci una PMI a conduzione familiare e la tua SRL costituisce la principale fonte di reddito, probabilmente sarai costretto a prelevare gli utili per coprire le spese familiari. Esploriamo, quindi, le opzioni disponibili per ridurre l’onere fiscale con la SRL attraverso i prelievi di utili.

 

6) Opzione della Trasparenza Fiscale per una gestione ottimale

In situazioni simili, un’opzione efficace è rappresentata dall’adozione della trasparenza fiscale. Questo regime fiscale trasforma la tassazione proporzionale della SRL in una tassazione progressiva per scaglioni, applicata direttamente ai soci rispettando i requisiti specificati negli articoli 115 o 116 del TUIR.

Pur potendo inizialmente sembrare subottimale, considerando le aliquote IRPEF che variano dal 23% al 43%, questa soluzione offre benefici considerevoli per redditi imponibili più bassi (ad esempio, 100.000 euro). Sottolineiamo la possibilità di sfruttare al massimo i vantaggi della contribuzione INPS a carico dei soci, che, se gestita in modo adeguato, può costituire un vantaggioso bonus fiscale in quanto rappresenta una spesa deducibile dal reddito.

 

7) Holding/Trading e gestione contributi INPS

Lo schema holding-trading coinvolge la costituzione di un gruppo societario in cui una società (holding) detiene le quote di partecipazione in un’altra società operativa. Tale schema, spesso mal interpretato, è utilizzato per ridurre la tassazione al 1,2% sulla società holding, sfruttando la disciplina del PEX (“Partecipation Exemption”). Un esempio pratico coinvolge due soci che costituiscono una nuova società in cui conferiscono le loro partecipazioni.

Questa struttura comporta una società holding  che detiene il 50% delle quote, e una società operativa  controllata al 100% dalla prima. Supponendo un reddito imponibile della seconda società di 100.000 euro, la sua tassazione sarebbe di 27.900 euro (24% di IRES e 3,9% di IRAP). Il reddito netto può essere trasferito alla prima, tassato al 5% circa.

Nonostante questo vantaggio fiscale, la gestione di una PMI familiare italiana può comportare sfide legate ai prelievi di utili, anche dalla holding. Tuttavia, consiglio di considerare questo schema nei casi di transizione da una PMI a una struttura di gruppo, per esempio durante operazioni di integrazione nel business, o per segregare il patrimonio immobiliare e le partecipazioni dall’attività operativa, o ancora per favorire il passaggio generazionale.

 

8) Gestione Contributi INPS

Analizziamo ora l’aspetto cruciale della gestione dei contributi INPS. La contribuzione INPS, che si attesta almeno al 24% degli utili imponibili della società, merita un’attenzione particolare. In alcuni scenari, questa contribuzione può avere effetti distorsivi. Ad esempio, una SRL con un reddito di 100.000 euro, che non distribuisce utili, costringerebbe i soci lavoratori a versare contributi sulla quota di reddito loro imputabile, indipendentemente dal prelievo effettivo degli utili.

In molti casi, si cerca di evitare la contribuzione INPS per i soci. Tuttavia, la contribuzione INPS non è obbligatoria in alcune situazioni, come quando l’attività della SRL non rientra tra quelle per cui è previsto l’obbligo contributivo INPS, come nel caso di attività industriali. Allo stesso modo, se i soci svolgono principalmente altre attività al di fuori dell’impresa, possono essere esentati.

  • Opzioni esenti dalla contribuzione INPS per soci SRL: in determinate circostanze, la contribuzione INPS può essere evitata, ad esempio quando: l’attività della SRL non rientra tra quelle con obbligo contributivo INPS (industriali invece di commerciali o artigianali). I soci esercitano prevalentemente attività al di fuori dell’impresa, come nel caso di soci che lavorano altrove come dipendenti.
  • Ruolo del socio lavoratore e opzioni di esenzione: dentro queste considerazioni, la figura del socio lavoratore gioca un ruolo cruciale. Essere socio lavoratore in una SRL offre vantaggi come evitare la contribuzione INPS per commercianti e artigiani. Tuttavia, per sfruttare questi vantaggi, è necessario nominare un amministratore esterno alla compagine societaria. Inoltre, esistono altre opzioni, come quella di essere un socio di capitale, investendo capitale senza partecipare direttamente alla gestione quotidiana. In questo caso, la contribuzione INPS può essere evitata, specialmente se il socio svolge un’attività dipendente altrove.

In sintesi, la gestione consapevole dei contributi INPS richiede una valutazione attenta della struttura aziendale e delle attività dei soci, con l’obiettivo di massimizzare i benefici fiscali disponibili.

 

9) Gestione dei compensi all’Amministratore in una SRL

La prassi più comune tra le Società a Responsabilità Limitata (SRL) italiane per prelevare utili è la determinazione dei compensi degli amministratori tramite delibera assembleare. In questo modo, i soci hanno il potere di stabilire l’ammontare annuo della retribuzione dell’amministratore o degli amministratori, che verrà poi ricevuta attraverso buste paga periodiche. Questo approccio è vantaggioso perché è semplice e di facile gestione. Le buste paga dell’amministratore includono detrazioni IRPEF e contributi INPS dovuti alla Gestione Separata.

La gestione dei contributi è spesso problematica in quanto si versa in un fondo che attualmente non garantisce un trattamento pensionistico. Se desideri mantenere questa modalità di retribuzione, una soluzione efficace è esplorare l’opzione dei “rimborsi spese analitici“. Questi rimborsi riguardano i costi sostenuti dall’amministratore per conto della società, come spese per trasferte da clienti e fornitori o per attività di rappresentanza. Se tali costi sono anticipati dall’amministratore, devono essere rimborsati. Questa pratica offre un’alternativa alla gestione diretta dei compensi amministrativi.

 

10) Gestione dei rimborsi spese nel compenso amministratore

Il rimborso spese analitico costituisce un mezzo efficace di rimborso documentato, supportato da apposita documentazione di spesa. Per gli amministratori, questo tipo di rimborso copre spese dimostrate per:

  • Vitto;
  • Alloggio;
  • Viaggi e trasporti per trasferte fuori dal territorio comunale.

Tali rimborsi non sono considerati imponibili ai fini fiscali e previdenziali, risultando vantaggiosi sia per l’amministratore che per la società.

Per quanto riguarda le spese non documentate, i rimborsi all’amministratore sono esenti da imponibilità fiscale entro determinati limiti giornalieri:

  • €15,49 per le trasferte in Italia;
  • €25,82 per le trasferte all’estero.

Questi limiti si applicano a spese come parcheggio o lavanderia.

Dal lato della società, i rimborsi spese analitici per vitto e alloggio sono deducibili fino a:

  • €180,76 al giorno per trasferte in Italia;
  • €258,23 al giorno per trasferte all’estero, come previsto dall’articolo 95 comma 3 del DPR n. 917/86.

Le indennità chilometriche, limitate ai costi dell’auto fino a 17 cavalli o 20 cavalli se diesel, sono deducibili per la società secondo le disposizioni dell’articolo 95 comma 3 del DPR n. 917/86. Al contrario, altre spese di viaggio, come il car-sharing, sono deducibili senza limiti.

L’utilizzo del rimborso spese analitico consente di risparmiare parte del compenso amministratore, poiché tale compenso rimane esente da tassazione nei limiti indicati. È un’opzione non ottimale, ma può essere utile per coloro che preferiscono mantenere i compensi amministratori per prelevare guadagni dalla propria SRL. Successivamente, esploreremo due alternative alla gestione dei compensi amministratori nelle SRL.

   

Pagare Meno Tasse

Se hai trovato interessante questo articolo, per approfondire, ti consiglio il mio libro "PAGARE MENO TASSE" che ti svelerà i segreti che i commercialisti ti tengono volutamente nascosti...

 

                       
Lascia un commento