A cosa serve e come si richiede il DURC (Documento di regolarità contributiva)

Scritto da Omar Cecchelani in Imprese

La sigla DURC, per un lavoratore dipendente, potrebbe dire ben poco, ma invece è un termine certamente conosciuto da chi svolge attività d’impresa e dai lavoratori autonomi, soprattutto se collaborano con la pubblica amministrazione. Volendo partecipare a gare pubbliche per aggiudicarsi appalti, qualora si abbia l’intenzione di offrire forniture di beni o servizi a Comuni, Provincie, o qualsiasi ente statale, oppure se si desiderasse usufruire delle agevolazioni e incentivi per assumere nuovo personale, il DURC è un elemento fondamentale.

Si tratta, in breve, di un adempimento a carico del datore di lavoro che dovrà attenersi ad un preciso iter burocratico, presentando la documentazione necessaria per certificare la propria regolarità sul fronte contributivo e assistenziale. Ma entriamo subito nel dettaglio, cercando di scoprire insieme cosa sia, esattamente, il DURC, a cosa serva, quando è obbligatorio, chi lo deve richiedere e come fare ad ottenerlo.

Indice:

 

Cos’è il DURC?

come richiedere il DURCCome spesso accade, dietro ad una sigla che all’apparenza può sembrare innocua e suonare in modo simpatico, si nascondono precisi ed importanti obblighi per determinate categorie di lavoratori. È proprio il caso del DURC che rappresenta l’acronimo di Documento Unico di Regolarità Contributiva. Già dalla definizione è abbastanza intuitivo comprenderne significato e funzione.

È stato il Ministero del lavoro e delle politiche sociali a dare il via, a partire dal 15 aprile 2005, alla procedura di richiesta e rilascio del DURC su tutto il territorio nazionale. Dal 2009, l’obbligo è stato esteso anche alle imprese che lavorano in regime di appalto e subappalto al di fuori dell’ambito edilizio, con la sola esclusione degli artigiani e ditte individuali senza dipendenti.

Il DURC, altro non è che un documento in grado di attestare la posizione contributiva di un’impresa o di una società per i contributi di natura previdenziale ed assistenziale. In parole ancor più semplici, è il documento che dimostra se un datore di lavoro è in regola con gli obblighi burocratici e i versamenti nei confronti di INPS, INAIL e Cassa Edile. La finalità del DURC è quella di reprimere il fenomeno del lavoro nero e le irregolarità assicurative e contributive.

Se ad esempio, una ditta decide di partecipare all’appalto per aggiudicarsi opere edili in un ospedale, dovrà presentare una completa documentazione comprendente anche il DURC per dimostrare di essere in regola. Il documento unico è fondamentale per dare il via libera in moltissime situazioni che riguardano la pubblica amministrazione e non solo: in sua assenza, l’impresa non può partecipare alla gara di appalto e nemmeno eseguire lavori per soggetti privati che richiedono permessi o dichiarazioni.

 

DURC: a cosa serve esattamente?

Abbiamo appena visto come il Documento Unico di Regolarità Contributiva sia indispensabile per dimostrare il regolare versamento dei contributi previdenziali e assistenziali di una qualsiasi impresa, società o lavoratore autonomo.

La presentazione del DURC, ovviamente con esito positivo, è richiesta nelle seguenti situazioni:

  • per la partecipazione ad un appalto pubblico: riguarda tutte le tipologie di appalto, ovvero sia che si tratti di opere di costruzione e ristrutturazione, ma anche erogazione di beni e servizi. Il DURC è necessario in fase di presentazione dell’auto-dichiarazione per la partecipazione all’appalto e, successivamente, per aggiudicarsi la gara, per la stipula del contratto, per il pagamento delle fatture, per il collaudo al termine dell’opera e per il saldo dei lavori;
  • per la gestione di servizi ed attività pubbliche ottenute attraverso contratti di concessione o in convenzione dagli enti pubblici;
  • per realizzazione di opere in ambito edile privato: ovvero tutte quelle situazioni in cui è richiesto il rilascio di una concessione e presentazione della DIA (Denuncia Inizio Attività);
  • per richiedere l’attestazione SOA:  una ulteriore documentazione necessaria per partecipare a gare d’appalto per eseguire lavori pubblici che comprova la capacità dell’impresa di affrontare opere con base d’asta a partire da 150mila euro;
  • per l’iscrizione all’Albo dei fornitori;
  • per beneficiare di agevolazioni, incentivi e sovvenzioni (quasi sempre riguardano l’assunzione di nuovi dipendenti o sgravi contributivi).

 

DURC: chi lo deve presentare?

Dopo aver compreso il significato della sigla DURC e appurato quali siano le sue funzioni, passiamo ad analizzare quali categorie sono tenute alla presentazione di tale certificazione. I destinatari che hanno l’obbligo di presentazione del documento sono, essenzialmente, i datori di lavoro quando vogliono aver accesso a gare pubbliche, agevolazioni, occupazione suolo e molto altro. In pratica, il DURC deve essere presentato da:

  • imprese, società e datori di lavoro;
  • lavoratori autonomi.

Per quanto riguarda le ditte individuali senza dipendenti, sono sgravate da questo onere. L’assenza di personale a carico esclude l’accertamento della regolarità a livello contributivo, sia previdenziale che assistenziale. In queste situazioni, una ditta si deve limitare a presentare un documento in cui dichiara di non avere dipendenti e dimostrare la propria regolarità dal punto di vista tecnico e amministrativo, tralasciando l’aspetto contributivo.

 

Chi richiede la presentazione del DURC?

Vediamo ora quali sono i soggetti che obbligano le categorie, sopracitate, alla presentazione del Documento Unico di Regolarità Contributiva. Gli enti che possono richiedere il DURC ad un datore di lavoro sono:

  • pubbliche amministrazioni che indicono gare di appalto;
  • imprese ed enti privati a rilevanza pubblica che affidano in appalto lavori e servizi;
  • SOA (società di organismi attestazione): sono enti autorizzati per il controllo dei requisiti richiesti dalle procedure per lavori pubblici e tra le sue funzioni c’è proprio la verifica della regolarità contributiva attraverso l’analisi del DURC.

 

Dove richiedere il DURC

Chi gestisce un’impresa e ha intenzione di lavorare con la pubblica amministrazione, e non solo, è obbligato alla presentazione del DURC. Senza tale requisito non si andrebbe da nessuna parte e si è tagliati fuori da qualsiasi collaborazione anche perchè, già solo per la partecipazione alla gara di appalto è un requisito, assolutamente, necessario. E’ utile quindi rispondere a questi due interrogativi:

  • Dove e a chi richiedere il Documento Unico?
  • Quali sono gli organi competenti?

Gli enti autorizzati al rilascio del DURC sono, molto semplicemente, INPS e INAIL. È opportuno ricordare come, per limitare gli adempienti burocratici e snellire la procedura, il richiedente può inoltrare un’unica domanda ad uno dei due istituti a scelta, senza dover passare anche dall’altro.

 

Qual’è la procedura per richiedere il DURC

Per fare domanda del Documento Unico di Regolarità Contributiva è possibile rivolgersi a uno dei seguenti soggetti:

  • professionista abilitato (ad esempio, un commercialista);
  • associazioni di categoria;
  • online attraverso i portali di INPS e INAIL.

Ricordiamo che dal 2015 il controllo per la regolarità contributiva può essere effettuato solo tramite procedura telematica. Nel caso si scelga l’opzione fai da te si dovrà accedere al sito dell’INPS o dell’INAIL e disporre delle seguenti credenziali:

  • indirizzo PEC;
  • CNS (carta nazionale dei servizi) oppure le credenziali INPS del titolare della ditta o del legale rappresentante;
  • smart card CNS, tessera sanitaria CNS o in alternativa la carta di identità elettronica (CIE);
  • dati di accesso della smart card (PIN o password).

 

Richiesta del DURC online all’INPS

Scegliendo come ente l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sarà necessario effettuare la seguente procedura:

  • collegarsi alla homepage del sito istituzionale all’indirizzo www.inps.it;
  • entrare nella sezione denominata Prestazioni e Servizi;
  • selezionare la voce DURC Online;
  • scegliere tra l’opzione di accesso come utente oppure stazione appaltante;
  • a questo punto verrà richiesto l’inserimento delle credenziali personali (codice fiscale e PIN);
  • se tutto andrà a buon fine, sarà sufficiente immettere nuovamente il codice fiscale, inserire l’indirizzo della PEC dove verrà recapitato l’esito della domanda.

 

Richiesta DURC online all’INAIL

Se invece è stato scelto il portale web dell’INAIL i passaggi sono i seguenti:

  • accesso al sito www.inail.it;
  • selezionare la categoria Servizi Online;
  • procedere all’autenticazione inserendo le credenziali personali;
  • cliccare sulla scritta DURC Online;
  • inserire codice fiscale e indirizzo PEC a cui si desidera ricevere l’esito della verifica.

 

Richiesta DURC per il liberi professionisti

Un caso a parte riguarda i liberi professionisti iscritti all’Albo: non possono presentare una normale richiesta presso lo Sportello Unico Previdenziale, ma devono passare per la rispettiva cassa previdenziale. L’ente provvederà a rilasciare un certificato di valore equivalente che attesta la regolarità contributiva del soggetto.

 

DURC: quando scade?

Una volta che l’istituto autorizzato al controllo riceve la richiesta, provvede ad effettuare le verifiche del caso e, a seguito di esito positivo, rilascia il DURC inviandolo, in formato pdf, all’indirizzo PEC indicato nella domanda.

Il Documento Unico di Regolarità Contributiva presenta però, una precisa scadenza. La durata, indipendentemente dall’ente scelto per il rilascio della certificazione è di 120 giorni, con la sola eccezione per le opere di edilizia privata per le quali il limite temporale si abbassa a 90 giorni (sono i lavori che richiedono una concessione e la presentazione della Dichiarazione di Inizio Attività).

 

Cosa accade se la richiesta del DURC ha esito negativo?

Quando un soggetto presenta la regolare richiesta di DURC presso l’INPS, l’INAIL o presso la propria cassa previdenziale di categoria (per i professionisti iscritti all’Albo), l’ente provvede ad effettuare tutti i controlli del caso per poi emettere il proprio verdetto inviando l’esito all’indirizzo  PEC del richiedente.

Il risultato della verifica può essere positivo, con il successivo rilascio del DURC, oppure negativo. In quest’ultimo caso sono state, evidentemente, riscontrate irregolarità nel versamento dei contributi previdenziali INPS, o assistenziali INAIL. Sempre all’indirizzo PEC inserito nella presentazione della domanda, il soggetto riceverà tutte le indicazioni per poter intervenire e sanare la propria posizione.

Il soggetto non conforme avrà 15 giorni di tempo per mettersi in regola, dopodiché verrà effettuata un’ulteriore verifica e rilasciato, eventualmente, DURC qualora l’anomalia riscontrata venisse sanata. Quando ancora, venisse sforato il termine dei 15 giorni per l’avvenuta messa in regola, è previsto un certo margine di flessibilità: in pratica, sarà possibile regolarizzare la posizione entro 30 giorni dal ricevimento del primo rifiuto ed ottenere ugualmente il documento di regolarità.

Nel caso di eventuali debiti contributivi INPS, o assistenziali INAIL, riscontrati in fase di verifica, anche la sola richiesta di dilazione darà l’accesso all’esito positivo dell’attestazione.

Da sottolineare che, attraverso una circolare, l’Ispettorato del lavoro abbia precisato che un soggetto, dal momento in cui ignora l’irregolarità della propria posizione contributiva senza fare nulla in merito, perde la possibilità di usufruire di eventuali benefici normativi e fiscali, senza contare che, come già detto in precedenza, le irregolarità dal punto di vista contributivo e assistenziali riscontate, precludono la partecipazione del soggetto, sprovvisto di DURC, a qualsiasi gara pubblica escludendolo, di fatto, dal concorrere per ottenere qualche appalto.

   

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