Come risparmiare sulla Tassa Rifiuti
La tassa rifiuti o TARI è un’imposta che fa sempre parlare molto di se. E’ giusto pagare questo salasso per smaltire la propria immondizia? E’ giusto che in moltoe città la raccolta differenziata sia un’abitudine mentre per altre sia soltanto un’ipotesi remota, se non addirittura un fastidio?
Ma soprattutto, visto le cifre che molti sono costretti a pagare per lo smaltimento dei rifiuti, viene spontaneo chiedersi se, e come, sia possibile risparmiare qualche euro sulla TARI.
Infatti, non tutti sanno che è possibile chiedere degli sconti che arrivano anche fino all’80% sulla TARI se ad esempio il servizio di raccolta rifiuti non funziona come dovrebbe oppure viene in qualche modo sospeso.
Addirittura, una sentenza della commissione tributaria di Vibo Valentia ha deliberato che si può beneficiare di uno sconto del 40% sulla tassa rifiuti se il punto di raccolta della spazzatura risulti distante dall’area servita.
La legge in tal senso recita testualmente che sia un legittimo diritto del contribuente chiedere la riduzione ma, spesso, le amministrazioni non lo dicono o lo negano del tutto.
Anche qualora il contribuente si dovesse trovare all’estero per gran parte dell’anno, e nei casi in cui l’abitazione fosse lasciata libera per dei mesi interi, sarebbe possibile richiedere una riduzione di questa odiosa imposta.
Nel caso di abitazioni private esistono diverse casistiche che consentono ai contribuenti di far richiesta e vedersi ridotta la TARI di qualche decina o centianaia di euro: la più famosa è la riduzione per le abitazioni con un solo occupante, ma ne esistono altre, decise dai singoli comuni, come ad esempio la riduzione per i fabbricati rurali ad uso abitativo, la riduzione per gli immobili delle Onlus, per i luoghi di culto, per i nuclei famigliari con gravi disagi economici, ecc.
In alcuni comuni, come ad esempio a Torino, è prevista una riduzione della TARI per i redditi bassi presentando il modello ISEE. Prendendo come esempio il comune di Torino, lo sconto è così distribuito, in base al reddito:
- 15% con ISEE tra 17.001 e 24.000 euro
- 25% con ISEE tra 13.001 e 17.000 euro
- 40% con ISEE sotto 13.000 euro
Anche le aziende, dal canto loro, possono, in qualche modo veder ridotta questa imposta che in alcuni casi diventa un vero e proprio salasso, specie per alcune categorie merceologiche. La normativa vigente, infatti stabilisce che è prevista una riduzione della TARI per le aziende che dimostrano di smaltire i rifiuti speciali in modo autonomo attraverso recuperatori autorizzati in conformità alla legge.
Come vedi risparmiare sulla tassa rifiuti è possibile e vi sono anche dei casi in cui si può addirittura non pagare. Nel dettaglio ora vedremo innanzitutto cos’è, come viene calcolata, chi colpisce e come risparmiare o chiedere l’esenzione dalla TARI, ricordandoti, come prima cosa, che per avere l’esenzione o lo sconto è SEMPRE necessario farne richiesta al proprio comune.
In assenza di richieste specifiche il comune non applicherà nessuna riduzione o esenzione.
Indice:
- Cos’è la TARI
- Chi deve pagare la TARI
- Quando e su cosa non si paga la tassa rifiuti
- Come si calcola la tassa rifiuti
- Calcolo superficie calpestabile TARI
- Scadenze della TARI. Quando si paga la Tassa Rifiuti
- Come si deve pagare la TARI
- Esenzioni TARI. Quando non si deve pagare la Tassa Rifiuti
- Sconti sulla Tassa Rifiuti. Quando è possibile chiedere una riduzione sulla TARI
- Cosa fare se il comune fa errori nel conteggio della TARI
- Conseguenze e sanzioni per il mancato pagamento della TARI
- Tassa Rifiuti – TARI sui rifiuti speciali
- Come risparmiare sulla Tassa Rifiuti (TARI) per le aziende
Cos’è la TARI
La TARI, acronimo di tassa sui rifiuti, è la tassa che si deve pagare per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti domestici, e non, al proprio comune di residenza o sede della propria impresa. La TARI ha sostituito dalla Legge di Stabilità del 2014 la vecchia Tares che aveva sostituito a sua volta la TARSU e TIA. La TARI, così come concepita, accorpa quindi le seguenti vecchie imposte:
- TIA: Tariffa di igiene ambientale;
- TARSU: Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;
- TARES: Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi;
Il presupposto di questa imposta è il possesso o la detenzione a qualunque titolo di locali o aree coperte e scoperte adibite a qualsiasi utilizzo e che sono suscettibili alla produzione di rifiuti urbani. Tale tassa quindi, dovrà essere versata, o dai proprietari o dagli inquilini a seconda di chi utilizzi il locale o le aree tassate.
Chi deve pagare la TARI
Nel regolamento TARI sono indicati specificatamente tutti i soggetti che devono pagare questa imposta. Nello specifico, sono tenuti al pagamento della Tassa Rifiuti. tutti coloro i quali posseggono, detengono o occupano, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte che sono in grado di produrre rifiuti e assimilati a prescindere dall’utilizzo che fanno di queste aree o locali.
In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento di un’unica obbligazione tributaria.
Qualora ci fosse un contratto di affitto temporaneo, della durata non superiore ai 6 mesi all’interno dello stesso anno solare, la TARI sarà dovuta dal proprietario dell’immobile o delle aree.
Per quanto concerne locali in multiproprietà e centri commerciali integrati, invece, sarà il soggetto che gestisce i servizi ad essere responsabile del versamento della Tassa Rifiuti, sia per i locali e le aree ad uso comune, che per quelle ad uso esclusivo.
Riassumendo, è obbligato al pagamento della TARI chiunque detenga o possegga a qualsiasi titolo:
- Locali, ovvero tutte le strutture fissate al terreno e chiuse su almeno tre lati;
- Aree scoperte, ovvero quelle superfici prive di edifici o strutture edilizie o che non costituiscono parte integrante di altri edifici adibiti a qualsiasi uso che producano rifiuti urbani.
I soggetti tenuti al pagamento di tale imposta sono quindi:
- Il proprietario residente in un determinato immobile;
- l’inquilino residente nell’immobile con un contratto di affitto non temporaneo di durata superiore ai 6 mesi all’interno dello stesso anno solare;
- il soggetto che garantisce i servizi nelle aree commerciali e nei locali in multiproprietà.
Quando e su cosa non si paga la tassa rifiuti
Esistono alcune aree, o spazi facenti parti di edifici, che devono pagare la TARI ma anche altre aree autonome che ne sono escluse dal pagamento, vediamo quali sono:
- Aree scoperte che possono essere pertinenziali o accessorie alle abitazioni: balconi, terrazzi, posti auto scoperti, cortili, giardini e parchi;
- Aree scoperte che possono essere pertinenziali o accessorie a locali tassabili ad eccezione delle aree operative scoperte;
- Aree condominiali comuni: scale, androni, ascensori, luoghi di passaggio tra condomini, stenditoi, ecc.;
- Locali che non sono suscettibili di produrre rifiuti per via di particolari condizioni.
Non è tenuto, inoltre, al pagamento della TARI chi utilizza l’immobile per meno di 6 mesi nel corso dell’anno solare a titolo di locazione, comodato e comunque non risulta essere proprietario dello stesso. La tassa è comunque dovuta dal proprietario, o usufruttuario, dell’abitazione o superficie.
Per quanto riguarda la multiproprietà e i centri commerciali integrati, il pagamento della tassa spetta al soggetto che gestisce i servizi comuni dei locali e delle aree scoperte di uso comune e in uso esclusivo ai singoli occupanti.
Come si calcola la tassa rifiuti
Per effettuare il calcolo della Tassa Rifiuti intervengono due componenti chiamate tariffe Tari:
- La quota fissa TARI: che viene determinata dal comune in base alle componenti che costituiscono il mero costo del servizio, ovvero i mq dell’immobile, le modalità del servizio che viene fornito, i costi “vivi” per la raccolta, il trasporto, e lo smaltimento dei rifiuti;
- La quota variabile TARI: determinata invece dalla presumibile quantità dei rifiuti prodotti e viene infatti calcolata in base al numero dei componenti del nucleo famigliare o, per le attività commerciali, in base alla tipologia di attività svolta.
Per calcolare la tassa rifiuti, quindi, è necessario distinguere tra utenze domestiche e utenze non domestiche ovvero quei locali che vengono destinati ad uso abitativo o attività produttive, commerciali, servizi, associazioni ed enti.
Per quanto riguarda la tassa rifiuti sulle utenze domestiche si prende in considerazione:
- la superficie dell’immobile in mq che secondo il regolamento TARI è assoggettabile all’80% della superficie catastale;
- al numero degli occupanti dell’immobile in base alla loro residenza. (Quota fissa x n° occupanti).
Per quanto riguarda, invece, il calcolo della TARI delle utenze non domestiche si deve prendere in considerazione:
- la superficie dei locali e delle aree occupate;
- la tipologia dell’attività svolta.
Calcolo superficie calpestabile TARI
La TARI comprende una quota fissa che deve essere moltiplicata per i metri quadri dell’immobile determinata attraverso la superficie calpestabile per la tariffa corrispondente al numero degli occupanti dello stesso.
- qualora l’intestatario dell’utenza sia residente nell’immobile il numero degli occupanti viene preso dall’anagrafe del comune;
- se l’intestatario non risiede nell’immobile, il numero degli occupanti viene determinato in via presuntiva in rapporto alla superficie totale dell’immobile:
- da mq 0 a mq 45: 1 componente;
- da mq 46 a mq 60: 2 componenti;
- da mq 61 a mq 75: 3 componenti;
- da mq 76 e oltre: 4 componenti.
Scadenze della TARI. Quando si paga la Tassa Rifiuti
Le scadenze della tassa rifiuti variano da comune a comune, tuttavia nella maggior parte dei paesi le scadenze sono previste in due rate o in un’unica soluzione a discrezione del contribuente:
- Acconto TARI: entro il 30 aprile;
- Saldo TARI: entro il 30 novembre;
- Unica soluzione: entro il 30 aprile;
Come si deve pagare la TARI
All’interno della busta contenente l’avviso di pagamento che i comuni inviano al contribuente, oltre al dettaglio di calcolo dell’imposta, è contenuto un bollettino postale, MAV, o F24 precompilato che servirà per effettuare il pagamento.
Di norma gli F24, o bollettini, sono 3:
- uno per l’acconto da pagarsi entro il 30 aprile;
- uno per il saldo da pagarsi entro il 30 novembre;
- uno per l’opzione del pagamento in un’unica soluzione da pagare entro il 30 aprile.
Per quel che riguarda le modalità di pagamento, le soluzioni possono essere:
- modello F24 precompilato nella sezione “IMU e Tributi locali” con codice TARI 3944 e rateazione 0102 per l’acconto e 0202 per il saldo;
- bollettino postale TARI;
- bollettino MAV.
Esenzioni TARI. Quando non si deve pagare la Tassa Rifiuti
Come per tutte le tasse, oltre alle note stonate, esiste anche qualche nota positiva, o comunque, qualche importante informazione che è giusto conoscere per valutare se effettivamente la TARI sia dovuta e in che misura.
Esistono quindi delle situazioni in cui la tassa rifiuti non è dovuta e, la prima fra tutte, è l’indisponibilità dei locali. Ad esempio, locali o aree inutilizzabili non pagano la TARI, in quanto si presume che essendo impraticabili e quindi inutilizzati, non siano produttivi di rifiuti.
Indisponibilità che deve essere, comunque, oggettiva e riscontrabile: ad esempio, un immobile privo di allacciamenti a luce ed acqua, inagibile o inabitabile, non sarà soggetto a questa imposta. Un locale, invece, che avrà gli allacciamenti a corrente elettrica e rete idrica dovrà comunque pagare l’imposta anche se resti di fatto vuoto o inutilizzato.
Risultano, invece, sempre esclusi dalla TARI i seguenti locali e le seguenti aree:
- Aree condominiali comuni e non utilizzate in via esclusiva (vano scale, cantine, solai, androne);
- Aree scoperte accessorie a locali tassabili;
- Aree come cantine, terrazze e balconi;
- Aree verdi;
- Immobili in ristrutturazione per almeno due mesi;
- Centrali termiche, cabine elettriche e locali caldaia, vani ascensore;
- Locali di strutture sanitarie e mediche sia pubbliche che private;
- Palestre e locali di impianti sportivi e ginnici, scuole di ballo, limitatamente agli spazi adibiti all’esercizio dell’attività sportiva;
- Locali che non producono rifiuti perchè inagibili;
- Aree scoperte pertinenziali ad un locale soggetto a tributo eccetto le aree scoperte operative.
Sconti sulla Tassa Rifiuti. Quando è possibile chiedere una riduzione sulla TARI
I comuni, seguendo la normativa TARI hanno disposto alcune agevolazioni e sconti relativamente a questa imposta, al verificarsi di alcune condizioni. Per avere una riduzione sulla tassa rifiuti è comunque necessario farne esplicita richiesta al comune di competenza specificandone i motivi.
Ogni comune dispone di un proprio modulo, quindi è consigliabile recuperare la documentazione presso gli uffici municipali e, una volta compilata, restituirla al comune a mano nell’ufficio preposto, oppure spedirla tramite raccomandata AR.
Nei casi in cui il comune dovesse negare la riduzione della tassa rifiuti, pur essendoci i presupposti affinchè venga concessa, il contribuente può ricorrere alla Commissione Tributaria Provinciale.
Vediamo nel dettaglio per quali motivazioni si può richiedere al comune uno sconto sulla TARI:
- Abitazioni con un solo abitante;
- Abitazioni adibite ad uso discontinuo, limitato o stagionale;
- Locali ed aree scoperte non ad uso abitativo a utilizzo stagionale e non continuativo;
- Abitazioni occupate da soggetti residenti per più di 6 mesi l’anno all’estero;
- Fabbricati rurali ad uso abitativo;
- Agevolazioni ISEE per i contribuenti con reddito basso;
- Locali e spazi in cui vengono prodotti rifiuti speciali smaltiti autonomamente dai proprietari;
- Sconto per il compostaggio ovvero per chi ricicla gli scarti organici utilizzando i contenitori per la produzione del compost;
- Sconto del 20% quando il servizio della raccolta rifiuti risulta essere inefficiente o assente;
- Sconto del 20% quando il servizio viene svolto in grave violazione alla disciplina di riferimento;
- Sconto del 40% quando il punto di raccolta risulta lontano dalla zona servita;
- Riduzione della tariffa per le case vacanza;
- Riduzione per i locali detenuti da Onlus o altri entri con finalità non a scopo di lucro;
- Luoghi di culto;
- Locali commerciali in cui si registra un forte calo del volume d’affari a causa dell’apertura di un cantiere nelle vicinanze;
- E’ previsto un’ulteriore sconto per chi ricicla parte del rifiuto prodotto in maniera conforme alla normativa vigente;
- Sconti per i cittadini che compiono interventi tecnici o organizzativi che consente loro di produrre meno immondizia. La minor produzione dovrà però essere verificata e certificata dal comune tramite istruttoria tecnica specifica;
- Tessera magnetica a punti che diversi comuni hanno messo a disposizione. In questo caso i rifiuti vengono pesati e, sulla base del peso, conferito un punteggio da caricare sulla tessera che a fine anno potrebbe dar luogo a particolari riduzioni;
Ciascun Comune mette a disposizione moduli specifici con cui presentare domanda per ottenere esenzioni o sconti sulla TARI che possono essere consultati direttamente sul sito web dell’Ente.
Cosa fare se il comune fa errori nel conteggio della TARI
Capita spesso che il comune nella fase di calcolo e compilazione dei bollettini ed F24 della tassa rifiuti, commetta errori relativamente alla quantificazione degli importi da pagare.
Qualora il contribuente si renda conto di errori nella quantificazione degli importi da parte del comune dovrà segnalarli per iscritto agli uffici municipali preposti tramite un’istanza in autotutela, inviando una raccomandata AR, e segnalando l’errore. Il comune, una volta verificato il reclamo, invierà, se è il caso, un nuovo bollettino con gli importi riveduti e corretti informando l’agente della riscossione di cancellare il vecchio debito.
Alternative all’autotutela sono il ricorso al giudice tributario o la domanda di sospensione del pagamento tramite ente di riscossione.
Nel caso in cui il bollettino o gli F24 precompilati con il conteggio non arrivassero, è importante consultare il sito del comune per controllare se ci sono effettivi ritardi nell’invio della TARI, oppure se il problema è delle Poste. L’ufficio tributi comunale sarà in grado di comunicare al contribuente se ci sono ritardi o fornire tutte le informazioni utili.
Conseguenze e sanzioni per il mancato pagamento della TARI
Essendo una tassa comunale, ogni comune ha una sua procedura relativa all’invio, sollecito e irrogazione delle sanzioni per il mancato pagamento dell’imposta. La prassi comune vuole che l’ordine di invio sia il seguente:
- invio di avviso di pagamento;
- invio di sollecito;
- avviso di accertamento
L’avviso di accertamento viene notificato solo in caso di mancato pagamento del sollecito e contiene, tra le altre cose, le sanzioni e l’applicazione degli interessi di mora.
Tassa Rifiuti – TARI sui rifiuti speciali
Quando il comune deve determinare la superficie assoggettabile alla TARI non tiene conto della parte del locale o dell’area scoperta soggetta a TARI, se in quella zona si producono in via prevalente e continuativa rifiuti speciali che verranno smaltiti a proprie spese e rispettando la normativa vigente, direttamente da chi li produce.
I relativi produttori, dovranno dimostrare l’avvenuto trattamento a proprie spese dei rifiuti speciali prodotti in conformità al comune di residenza e richiedere lo sconto sulla tassa rifiuti.
Per quel che riguarda i rifiuti assimilabili a quelli urbani, il comune per determinare la tassa rifiuti a carico del contribuente potrebbe prevedere riduzioni relative alla parte variabile in proporzione alle quantità che i produttori stessi dimostrino di avere recuperato autonomamente.
Come risparmiare sulla Tassa Rifiuti (TARI) per le aziende
Un’azienda che dimostra di smaltire a proprie spese i rifiuti speciali prodotti seguendo alla lettera la normativa vigente può approfittare di una significativa riduzione della TARI. Idem dicasi per le aziende meccaniche che smaltiscono autonomamente il ferro e il truciolo compilando l’apposito registro di carico e scarico dei rifiuti.
I rifiuti speciali dovranno essere smaltiti attraverso recuperatori autorizzati in conformità alla legge. I risparmi saranno calcolati in base alla tipologia dell’Azienda e alle disposizioni del Regolamento TARI del Comune in cui essa è ubicata (tali disposizioni sono diverse da Comune a Comune e prevedono diverse percentuali di riduzione della tariffa).
Grazie a questa possibilità offerta dal regolamento TARI e dai comuni, si possono ottenere risparmi da centinaia fino ad alcune migliaia di Euro. Il risparmio va poi calcolato tenendo presente che si ripete di anno in anno.
Se ben gestita, una piccola azienda può arrivare a risparmiare fino al 35% della tassa rifiuti mentre grandi aziende con sedi in più Comuni italiani possono arrivare a risparmiare, tenendo conto dei regolamenti dei diversi Comuni, fino al 20% della TARI.
In alcuni comuni, per ridurre il peso della Tassa Rifiuti alle aziende con una superficie molto elevata, è stata data la possibilità di sottrarre dal computo totale dei metri quadri sui quali applicare l’aliquota per il calcolo dell’imposta, tutti i mq occupati da macchinari e attrezzature, previo sopralluogo degli incaricati preposti al servizio raccolta rifiuti del comune.
In conclusione, pagare meno TARI è possibile se ci si informa in modo corretto relativamente al regolamento del comune e si valutano bene tutte le opportunità offerte. Nella maggior parte dei casi, i contribuenti non beneficiano degli sconti previsti per ignoranza e mancanza di impegno e volontà di informarsi.
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Ernesto
Luglio 27, 2022 @ 21:46
Purtroppo ho diritto alla riduzione della Tari per ISEE molto basso però non ho fatto la procedura perché non lo sapevo che c’era questo bonus.
Eugenia Sculco
Ottobre 24, 2019 @ 11:29
Se ho una casa al mare, nn residente, è sospendo l’energia elettrica ,posso avere la riduzione della tari?