Come e perchè avviare un’impresa alle Canarie
L’arcipelago delle Canarie è composto da sette isole collocate nel mezzo dell’oceano Atlantico, nelle immediate vicinanze del Marocco. Seppure geograficamente tali isole siano più prossime al continente africano che non all’Europa, le Canarie sono territorio spagnolo e, per tale ragione, godono a tutti gli effetti dell’influenza dell’Unione Europea.
L’arcipelago è considerato una Regione Ultraperiferica, ovvero ha da sempre goduto di un regime fiscale agevolato rispetto a quello operato nella Spagna continentale e nel resto d’Europa.
Nello specifico, il trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE, artt. 349 e 355) definisce Regione Ultraperiferica Europea (RUP) ogni Stato membro geograficamente posizionato in aree distanti dal continente. Le problematiche che tali Paesi si trovano a dover affrontare sono legate alla posizione, alla piccola superficie territoriale occupata, all’insularità e, oltre ai limiti naturali, al tipo di prodotti che sostengono l’economia locale, solitamente agricoltura e risorse naturali. In considerazione delle difficoltà a cui vanno incontro tali Paesi e, considerato che lo sviluppo dev’essere comunque al livello del resto degli Stati membri, le Canarie godono di taluni benefit economici e fiscali, seppure non siano a tutti gli effetti un vero e proprio paradiso fiscale.
Indice:
Le isole Canarie
L’arcipelago è composto da 7 isole: Tenerife, Lanzarote, Gran Canaria, La Palma, La Gomera, El Hierro, Fuerteventura. Il clima è molto godibile tutto l’anno, d’inverno si raggiungono in media i 18° e il sole splende quasi ogni giorno.
La temperatura mediamente alta permette agli abitanti delle Canarie di non sostenere spese di riscaldamento per le case residenziali e i locali commerciali e nemmeno spese per l’abbigliamento adatto alla stagione invernale. Non c’è inquinamento, grazie alla politica di tutela ambientale, e nemmeno smog, le isole sono tutte molto ventilate.
Il costo della vita alle Canarie è molto più basso rispetto alla maggior parte dei paesi europei, Spagna continentale compresa. Se tutto questo non bastasse, grazie alla modesta imposizione fiscale e alle agevolazioni previste dal governo spagnolo, la Zona Speciale delle Canarie offre opportunità allettanti per imprenditori ed investitori.
Quali società si possono aprire alle Canarie?
Abbiamo le seguenti tipologie di società di riferimento, che sono:
- la Sociedad Comanditaria Simple o por Acciones, come la società per azioni in Italia, il capitale sociale minimo dev’essere pari a 60.000 euro, il 25% di tale somma va versata al momento della costituzione della società;
- la Sociedad de Responsabilidad Limitada (SL), come la società a responsabilità limitata italiana, il capitale sociale dev’essere versato interamente all’atto di costituzione societaria ed è pari a 3.000 euro.
- la Sociedad Regular Colectiva e la Sociedad Comanditaria Simple, sono società di persone, come in Italia, i soci sono responsabili col patrimonio personale oltre che con quello societario.
Per le prime due tipologie d’impresa descritte, la responsabilità dei soci è limitata al capitale sociale. La SL è in genere quella preferita, probabilmente per il minor investimento iniziale necessario.
Nota importante: al Registro Mercantile spagnolo (la nostra Camera di Commercio) risulta depositato il nome degli amministratori della società, ma non i nomi dei soci.
I requisiti per avviare un’attività alle Canarie sono:
- nuova azienda che opera nel territorio di una delle isole;
- residenza nell’arcipelago di almeno uno degli amministratori;
- investimento minimo previsto pari a 100 mila euro nelle isole di Gran Canaria o di Tenerife, 50 mila euro nelle altre isole;
- entro 6 mesi dall’avviamento dell’attività, creazione di 5 posti di lavoro a Gran Canaria o a Tarifa, 3 posti nelle altre isole canarie.
Come si avvia un’attività alle Canarie?
La procedura per avviare un’impresa alle Canarie è piuttosto semplice. Innanzitutto, bisogna procurarsi il certificato che indichi la denominazione sociale scelta per la società, si tratta, in poche parole, del nome che si vuole dare all’azienda. Subito dopo, bisogna aprire un conto corrente a nome della società e versare il capitale sociale previsto.
La ricevuta del versamento bancario ed il certificato di denominazione vanno portati al notaio, che stipula l’atto pubblico relativo alla costituzione vera e propria. Tutti i soci fondatori devono essere presenti al momento della stipula, il notaio indica nell’atto: l’identità dei soci fondatori, il dettaglio delle somme conferite e delle partecipazioni sociali di ogni socio, lo statuto sociale, il modello di amministrazione, gli amministratori e i rappresentanti della società.
L’amministrazione fiscale, a questo punto, assegna un codice fiscale provvisorio (NIF), nei due mesi successivi dev’essere eseguita l’iscrizione al Registro delle Imprese con indicazione della sede legale, dopodiché l’evento viene pubblicato sul Bollettino Ufficiale. Infine, avviene la comunicazione di inizio attività e viene assegnato il Codice Fiscale definitivo.
Vantaggi dell’investimento alle Canarie: IGIC, ZEC e RIC
- IGIC: primo punto a favore delle isole Canarie, non esiste l’IVA e non esistono nemmeno altre tasse simili come nel resto d’Europa. La tassa che opera in modo simile all’IVA e che grava sui beni di consumo è l’IGIC, ovvero Impuesto General Indirecto Canario, l’aliquota ordinaria è pari al 7% e non al 22% come in Italia. I beni considerati di prima necessità sono esenti, quelli di lusso sono gravati al 15%. La tassazione sui beni alle Canarie è la migliore in Europa. E’ bene però ricordare che l’esportazione di beni dalle Canarie verso l’Italia per un consumatore residente italiano sarà assoggettata al versamento dell’IVA;
- ZEC: dal 1992, momento in cui la Spagna è entrata a far parte dell’Unione Europea, le Canarie sono diventate una zona franca, ossia un’area che gode di condizioni speciali in ambito fiscale. Due anni dopo, è stata creata la ZEC, Zona Speciale delle Canarie. Essa beneficia di un Regime Economico e Fiscale (REF) differenziato che promuove lo sviluppo economico e sociale delle isole, attraverso una tassazione molto bassa e puntando alla diversificazione delle attività produttive insulari. Per tale ragione, le aziende che possono godere appieno dei benefici previsti sono quelle che operano in determinati settori, ad esempio l’industria, il commercio e i servizi terziari (per l’elenco si veda l’allegato al regio decreto legge 2/2000 del Governo spagnolo); L’imposta sul reddito vigente sull’arcipelago delle Canarie è pari all’1%, contro il 5% nel resto della Spagna. Il Real Decreto legge 4/2013 del 22/2/2013 ha stabilito che per i primi due esercizi, a decorrere dal primo bilancio che produce utili, le aziende di nuova costituzione che rientrano nei settori per cui è previsto il REF subiscano una tassazione ridotta con aliquota al 15%. Dopo i due anni, subiranno le trattenute ordinarie al 25%. Vediamo quali sono i benefici della ZEC:
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- le società che riescono ad entrare nel sistema della ZEC possono usufruire di un’aliquota d’imposta agevolata al 4% (fino a 1.8milioni di €).
- non sono previsti contributi per le imposte sugli atti giuridici e i trasferimenti patrimoniali (eventuali distribuzione di dividendi).
- in casi particolari, le società sono esentate dal versamento dell’IGIC, ad esempio per l’ acquisto di beni d’investimento.
- RIC: oltre a questi vantaggi, ve ne sono altri previsti dalla RIC, ovvero la Reserva Inversiones Canarias, altro strumento valido per agevolare tutte quelle società che vogliono operare alle Isole Canarie. La Regione Autonoma delle Canarie ha creato questa opportunità a favore delle imprese per autofinanziarsi: la dinamica consiste nel ridurre la base imponibile fino ad un massimo del 90% e nel creare una riserva che poi possa essere reinvestita e riutilizzata nell’azienda stessa al fine di sviluppare, ammodernare o ampliare l’attività. L’obiettivo è sempre quello di stimolare gli investitori a correre maggiori rischi d’impresa a fronte dei molti vantaggi economici e fiscali. Possono ricorrere alla RIC tutte le imprese o enti giuridici soggetti al versamento dell’imposta sulle società, con sede alle Canarie, nonché tutte le persone fisiche soggette al versamento dell’IRPEF: sia professionisti che imprese (sempre attive sul territorio insulare e ivi residenti) e si calcola con la stima diretta. La condizione indispensabile per utilizzare la RIC è che la società abbia una stabile organizzazione sull’Arcipelago, che l’attività d’impresa debba essere realizzata in loco, o almeno la maggior parte di essa, in forma continuativa e abituale. La RIC è utilissima per tutte quelle società che hanno idee innovative e vorrebbero crescere. Per esempio, le somme potrebbero essere sfruttate per assumere nuovo personale, o per creare nuove succursali o sedi distaccate, magari estere. Sono ben accetti investimenti verso gli Stati dell’Africa occidentale, in quanto Stati emergenti e importanti dal punto di vista strategico e commerciale.
Perché vale la pena investire alle Canarie?
Come abbiamo evidenziato, la posizione geografica vicina all’Africa e, quindi, a molti Paesi emergenti, il facile collegamento tra varie rotte marittime (con le zone franche dei porti di Gran Canarie e di Tenerife) ed aeree che collocano le Canarie proprio al centro tra l’Europa, l’Africa e l’America Latina, le favorevolissime condizioni previste per avviare un’attività imprenditoriale coadiuvate da agevolazioni fiscali di tutto rispetto, sono validi motivi per investire nelle isole Canarie. Se si ha in mente un progetto imprenditoriale innovativo, o che rispetti i requisiti previsti per investire in questa zona speciale, basterà trovare il coraggio di trasferire la residenza in una delle sette isole e dare il via alla nuova vita.
Le Canarie non sono un paradiso fiscale, come affermato, ma:
- se il tuo business funziona e produce guadagni considerevoli, il regime fiscale agevolato ti consentirebbe di tenere in tasca buona parte di tali guadagni, o addirittura di reinvestirli per ampliare la tua società;
- il costo della vita basso e la qualità stessa della vita è migliore rispetto al resto d’Europa;
- le prospettive future sono piuttosto rosee, vista la vicinanza a molti Paesi emergenti; tra l’altro, il Governo spagnolo ha avviato delle trattative diplomatiche volte a creare dei programmi che consolidano ulteriormente i rapporti commerciali tra i Paesi, due i piani già attuati, denominati “Casa de Africa” e “NAPWACI“, quest’ultimo prevede la digitalizzazione ed informatizzazione dei servizi a supporto delle aziende;
- l’arcipelago è parte dell’Unione Europea, per cui piuttosto avvantaggiato sotto molti aspetti;
- vi è l’opportunità di internazionalizzare le imprese già esistenti in altri Stati membri, compresa l’Italia, proprio grazie alle sovvenzioni per le aziende previste dall’Unione Europea, per coloro che vogliano aprire una sede distaccata nelle Isole Canarie. Le imprese europee che vogliono investire e aprire le porte al mondo possono valutare di cominciare dalle Canarie, trattandosi di un polo di collegamento che offre supporto logistico e bassa imposizione fiscale-verso l’America Latina, gli USA e verso i mercati emergenti dell’Africa, lo strumento di cui beneficiare è la Direttiva Europea “Madre Figlia”.
Direttiva Europea società “Madre-Figlia”
Tale Direttiva è volta a regolamentare il sistema di pagamento delle imposte sui redditi nel caso vi sia un gruppo societario composto da una società Madre, con stabile organizzazione in una nazione membro dell’Unione Europea, e una società partecipata, detta Figlia, con stabile organizzazione in un altro Stato membro.
Lo scopo è quello di evitare il verificarsi di una doppia tassazione sugli utili distribuiti attraverso i dividendi dalla società Figlia alla Madre. In risposta ad uno dei principi fondanti della Comunità Europea, che vuole la libera circolazione dei capitali all’interno dell’Unione, la direttiva Madre-Figlia evita che i due Stati interessati dalla questione debbano intervenire direttamente e favorisce altresì la formazione di gruppi societari internazionali.
Le società che vogliono beneficiare della Direttiva devono sottostare a queste condizioni:
- devono, senza alternative o esenzione, essere sottoposte alle imposizioni previste dalla Direttiva;
- devono detenere il domicilio fiscale e la stabile organizzazione all’interno di un paese membro dell’Unione.
E’ considerata società Madre l’azienda che abbia una quota di partecipazione di almeno il 10% nel capitale sociale della Figlia. Gli Stati membri possono discrezionalmente decidere di inserire un ulteriore requisito relativo al tempo, ovvero possono prevedere l’obbligo per la società Madre di detenere la quota di partecipazione per almeno due anni a pena la perdita del beneficio. L’ordinamento fiscale italiano richiede la detenzione temporale di almeno un anno.
In virtù della direttiva, lo Stato ove ha stabile organizzazione la società madre si astiene dal richiedere tributi per gli utili distribuiti dalla società Figlia, in alternativa, tassa i dividendi permettendo alla società Madre di portare in deduzione la quota d’imposta subita dalla società Figlia nel proprio Stato di appartenenza, limitatamente ovviamente alla quota d’imposta prevista per quel Paese.
In merito alla misura della tassazione, la Direttiva prevede la non imponibilità del 95% limitatamente al reddito non deducibile nel calcolo dell’utile imponibile del soggetto erogante.
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