Come e perchè aprire una LTD nel Regno Unito

Scritto da Omar Cecchelani in Imprese

Costituire una società all’estero può permettere gestire al meglio un’attività imprenditoriale, ottenendo un discreto risparmio fiscale, a patto di fare le cose per bene. In questi casi, non c’è spazio per l’approssimazione o per comportamenti superficiali, ma è necessario muoversi con cautela e rivolgersi a professionisti esperti in materia.

Ciò che spinge a strutturare il proprio business avvalendosi di una società con sede in un Paese straniero sono, come detto, i possibili vantaggi di natura fiscale. In aggiunta ci sono anche benefici amministrativi, tuttavia la motivazione principale rimane il poter pagare meno tasse. Girovagando nel web è facile imbattersi in consulenti poco seri che offrono servizi per la costituzione di società all’estero, promettendo iter burocratici super veloci e costi bassi. In realtà, non è tutto così semplice, anzi l’apertura di società, oppure di una holding in Paesi con tassazione agevolata presenta numerosi rischi, in particolare, per l’imprenditore che mantiene la residenza fiscale in Italia.

Scopo di quest’articolo è valutare i pro e i contro relativi all’apertura di una LTD nel Regno Unito, cercando di capire quali strategie adottare per evitare problemi, sia con l’Amministrazione Finanziaria italiana che inglese.

Possiamo subito anticipare come la Limited Company sia la più diffusa forma societaria in UK per gestire piccole e medie imprese, infatti sono presenti più di 4 milioni di LTD con una crescita di circa 500mila nuove società ogni anno. Costituire questo tipo di società assicura una serie di vantaggi fiscali e amministrativi, a patto che il motivo dell’apertura non sia evitare di versare le imposte al Fisco italiano. Al contrario, può rappresentare una valida soluzione per gestire un business operando anche in Italia attraverso la LTD con sede nel Regno Unito.

Indice:

 

Cos’è una LTD

Prima di entrare nel vivo della questione è opportuno avere ben chiaro cosa sia una LTD. La Limited Company è una società di capitali con responsabilità limitata tra le più comuni in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Possiamo paragonarla alla nostra SRL vista l’impossibilità della quotazione in borsa, o comunque di offrire azioni al pubblico, e il vantaggio della responsabilità limitata.

Ciò significa che l’unico titolare, oppure i soci risponderanno verso eventuali passività o in caso di fallimento dell’impresa, unicamente con la capacità finanziaria dell’azienda, vale a dire con l’investimento conferito nel capitale sociale e non con il patrimonio personale. Per costituire la LTD basta un solo giorno ed è necessario provvedere alla registrazione presso la Companies House, l’equivalente della nostra Camera di Commercio.

 

Costituzione di una LTD nel Regno Unito: i vantaggi

Spesso il quesito associato all’apertura di una società all’estero riguarda la possibilità di pagare meno imposte in Italia o, addirittura, non versare nemmeno un centesimo al Fisco del “Bel Paese”. Al netto di comportamenti illeciti che sfociano in fenomeni di evasione ed elusione fiscale da condannare, è innegabile che un certo interesse per la costituzione di una LTD sia legato ai numerosi vantaggi fiscali.

Del resto è un dato di fatto come le imposte sul reddito versate dalle società nel Regno Unito siano nettamente inferiori rispetto a quelle pagate da un’azienda in Italia. Tuttavia, è doveroso sottolineare come l’UK offre un sistema amministrativo molto efficiente con iter burocratici più snelli e veloci. Ma vediamo nel dettaglio quali benefici sarà possibile ottenere aprendo una Limited Company.

 

Facilità nel costituire una LTD

Abituati alle tempistiche italiane, fanno sicuramente impressione la semplicità e rapidità con cui è possibile costituire una LTD. Infatti, basta un solo giorno per dar vita alla propria Limited Company attraverso una procedura telematica e senza nemmeno l’intervento del notaio. Atto costitutivo e statuto si compilano in formato digitale e vengono inviati semplicemente tramite mail, allegando le cosiddette certificates of share, ovvero le azioni detenute. L’amministratore della società può avere residenza nel Regno Unito, oppure in qualunque Paese estero.

Sono pochi i requisiti e le azioni da compiere per aprire una LTD e li possiamo così schematizzare:

  • presenza di almeno un socio (shareholder) e di un amministratore (director);
  • scelta di un indirizzo nel Regno Unito (Registered Address) dove registrare la sede legale della società. Questo indirizzo comparirà nei Pubblici Registri e potrebbe anche essere diverso dal Business Address;
  • affidarsi ad un intermediario che provvederà a registrare sia atto costitutivo che statuto. Tale soggetto ha il compito anche in interfacciarsi con la Company House e la HMRC (HM Revenue & Customs che sarebbe l’Agenzia delle Entrate in UK), per effettuare tutti gli adempimenti obbligatori;
  • individuare una banca dove aprire il conto corrente della società;
  • scegliere un commercialista che si occuperà di compilare la dichiarazione dei redditi;
  • scegliere un contabile per la tenuta e gestione dei libri obbligatori e non;
  • scegliere un professionista che si occupi della gestione degli statutory book. Il soggetto dovrà tenere aggiornati i libri sociali per la registrazione dei soci, amministratori con relativi indirizzi di residenza, segretari aziendali e tutte le persone di una certa rilevanza all’interno della società. Inoltre, l’incaricato offrirà assistenza per la redazione di ogni contratto necessario alla gestione dell’impresa.

 

Meno problemi con le autorità di controllo

Nel Regno Unito non sono certo meno attenti o fiscali rispetto ai controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate in Italia. Tuttavia, in UK possiamo contare sul regime della certezza normativa. Ciò significa che ogni sentenza emessa da un giudice relativa ad una determinata questione, costituisce un precedente giurisprudenziale.

Questo si traduce nel poter gestire l’attività con maggior tranquillità applicando la normativa tributaria con rischi più bassi di incappare in accertamenti delle autorità. Pertanto, l’imprenditore non dovrà perdere tutto il tempo che, invece, spreca in Italia per adempiere agli oneri fiscali e amministrativi, o come nel caso di contestazioni con l’Amministrazione finanziaria.

 

Costi per aprire una Limited Company

I costi per l’apertura di una LTD sono molto più bassi rispetto alla costituzione di una SRL, in primo luogo per il fatto che si possa fare a meno di un notaio. Inoltre, non è richiesto un capitale sociale minimo ma è sufficiente anche una sola sterlina. Nonostante quanto appena detto, sarà comunque necessario investire una somma iniziale per i servizi base che può arrivare intorno alle 1500 – 2000 sterline.

Le autorità fiscali del Regno Unito richiedono all’imprenditore di dimostrare la disponibilità di un ufficio. La soluzione più sicura per non aver alcun problema con l’HM Revenue & Customs è affittare una struttura in cui gestire e svolgere l’attività di impresa, oppure solo una parte.

C’è anche una possibilità più semplice, rapida e meno costosa, ovvero affittare un ufficio virtuale in cui registrare la sede legale della società. La spesa media è di circa 100 sterline l’anno, a cui aggiungere un deposito fisso. Una soluzione sicuramente più economica ma anche piuttosto rischiosa, visto che potrebbe non essere sufficiente per adempiere ai requisiti richiesti dalle autorità fiscali. Per dormire sonni tranquilli suggeriamo di affittare quantomeno uno spazio condiviso, così da poter dimostrare anche all’Agenzia delle Entrate di avere in UK un minimo di organizzazione.

 

Tassazione della LTD

Dopo aver descritto i vantaggi dell’apertura e gestione di una LTD, passiamo ad analizzare quante imposte una società di questo tipo dovrà versare. Una società con residenza in UK è soggetta alla Corporation Tax, ovverosia un’imposta sui redditi ovunque generati. Viceversa, una società non residente dovrà corrispondere la Corporation tax qualora svolgesse attività sfruttando una stabile organizzazione nel Regno Unito. Ciò significa disporre di infrastrutture fisse dove esercitare l’attività d’impresa e la presenza di un rappresentate della società estera.

Ricordiamo che una società viene considerata residente se costituita in UK, oppure è ivi presente la sede della direzione effettiva. Da tale aspetto si desume che una società, nonostante aperta in Gran Bretagna, potrebbe risultare non fiscalmente residente nel Regno Unito. Di conseguenza, dal punto di vista fiscale, non è possibile attribuire gli utili prodotti alla società e procedere alla tassazione. E’ quanto accade con i contratti di commercio internazionale tanto diffusi nel Regno Unito in cui hanno rilevanza la nazionalità dei contraenti, la sede degli affari, il luogo di conclusione e quello di esecuzione, nonché il luogo dov’è ubicata la merce e viene effettuato il pagamento.

Tornando alla tassazione sul reddito della società, in UK si applica un’aliquota del 19% sugli utili conseguiti indipendentemente dal fatto che questi vengano o meno distribuiti. Non esiste alcun tributo simile all’IRAP e, inoltre non è previsto il versamento degli acconti d’imposta.

 

Esistono agevolazioni per aprire una Limited Company in UK?

La risposta a questa domanda è affermativa, ma dipende dal fatturato. La disciplina fiscale anglosassone prevede l’esenzione della partita IVA se la LTD genera un volume d’affari uguale o inferiore a 85.000 sterline. Ciò rappresenta un notevole vantaggio poiché la LTD diventa una Small Private Limited Company e può essere equiparata ad una ditta individuale italiana sottoposta a regime forfettario.

La sostanziale differenza rispetto al regime forfettario italiano è il limite di fatturato non di 65.000 euro, ma di quasi 100.000 euro. In ogni fattura emessa non viene addebitata l’IVA (VAT al 20%) e l’imprenditore, chiaramente, non ha la possibilità di scaricare i costi ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Se durante l’anno il fatturato dovesse superare il limite di 85.000 sterline, il fisco inglese permetterà di regolarizzare la posizione versando una ritenuta pari al 10% del reddito.

 

Cambiamenti in seguito alla Brexit

L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea ha comportato anche effetti che riguardano l’apertura di una LTD da parte di un imprenditore italiano. In particolare non sarà più possibile applicare:

  • la Direttiva UE n. 2011/96, ovvero la meglio nota Direttiva società madre / figlia che permette l’esenzione della ritenuta applicata sui dividendi;
  • la Direttiva CE n. 2003/49, meglio conosciuta come Direttiva interessi-canoni che disciplina il regime di esenzione di interessi e royalties;

Inoltre, non risulta più applicabile il regime di esenzione dei dividendi prodotti da società con sede in uno Stato membro dell’Unione europea o del SEE (Spazio Economico Europeo). Rimane invece valido il trattato firmato dall’Italia con il Regno Unito per evitare le doppie imposizioni, potendo applicare una tassazione con aliquote più basse e favorevoli.

 

LTD con stabile organizzazione in Italia

Secondo l’articolo 162 del TUIR, una Limited Company può avere una stabile organizzazione in Italia. Ciò significa la presenza fisica di una filiale che dovrà rispettare la normativa civilistica e fiscale italiana. Per quanto riguarda la tassazione dei redditi prodotti, si potrà evitare la doppia imposizione applicando le disposizioni degli accordi stipulati tra Regno Unito e Italia.

La sede secondaria della LTD dovrà rispettare una serie di obblighi, ovvero:

  • iscrizione al Registro delle Imprese;
  • richiedere codice fiscale e numero di partita IVA;
  • deposito nel fondo di dotazione;
  • attenersi alla regolamentazione riguardante fatturazione, contabilità e pratiche amministrative.

Per tutte le assunzioni di lavoratori dipendenti, sarà necessario rispettare la normativa italiana sui contratti di lavoro.

 

Costituire una LTD come holding

La holding rappresenta un’efficace strumento di pianificazione fiscale, a patto di agire con le dovute attenzioni. Tra gli scopi principali che portano alla costituzione di una holding c’è quello di poter abbassare l’imposta sui redditi di impresa. Perché tale sistema funzioni è necessario scegliere un paese con ordinamento giuridico avente le seguenti caratteristiche:

  • alto numero di trattati internazionali con Paesi esteri allo scopo di evitare la doppia imposizione, così da ridurre le ritenute alla fonte sui dividendi distribuiti;
  • esenzione dell’imposta sul reddito da dividendi;
  • esenzione tassazione sulle plusvalenze generate dalla vendita di una società controllata;
  • non applicazione delle imposte sulle plusvalenze degli utili a seguito della cessione di azioni della holding da parte di un azionista non residente;
  • non richiesta di versamento di un minimo capitale sociale;
  • non tassazione dei conferimenti versati nel capitale sociale.

La giurisdizione del Regno Unito offre tutti questi vantaggi e, pertanto rappresenta una valida scelta per costituire una holding. Infatti, in Gran Bretagna nelle società che possiedono almeno il 10% delle partecipazioni in una controllata estera, i dividendi vengono tassati alla fonte applicando un’aliquota di appena il 5%.

Altro aspetto da non sottovalutare è l’esenzione totale dall’imposta sui dividendi trasferiti da controllate estere (purché con sede in un Paese che abbia sottoscritto convenzioni contro la doppia imposizione) e ricevuti da società considerate piccole imprese. A tal proposito, in UK, per rientrare tra le piccole imprese è sufficiente che il numero di dipendenti sia inferiore a 50 e che il fatturato non superi i 10 milioni di euro.

 

Quando non conviene aprire una LTD nel Regno Unito

Esistono una serie di situazioni in cui aprire una LTD non aiuta la gestione del business, anzi potrebbe risultare controproducente. Ecco alcuni casi più comuni.

 

Attività in Italia gestita tramite una filiale della LTD

Se l’attività di impresa viene svolta fisicamente in Italia ha ben poco senso operare attraverso una filiale della LTD. La legge non ha nulla in contrario se un imprenditore decide di costituire una Limited Company nel Regno Unito allo scopo di operare in Italia. Tuttavia, producendo reddito in Italia le tasse dovranno essere versate al Fisco italiano. Di conseguenza, si perdono la maggior parte dei vantaggi fiscali derivanti dall’apertura di una LTD, la quale dovrà essere strutturata con una stabile organizzazione.

Il motivo per cui è necessario versare le imposte sul reddito di impresa in Italia pur avendo stabilito la sede legale nel Regno Unito, è per via del cosiddetto principio di esterovestizione. Tale definizione indica il trasferimento fittizio della residenza fiscale di una società estera in un Paese con tassazione favorevole.

Ed è esattamente ciò che potrebbe accadere costituendo un LTD in UK. La Gran Bretagna, sebbene non rientri nella lista dei paradisi fiscali, è un Paese con un ordinamento fiscale e tributario più vantaggioso di quello italiano. Pertanto, una Limited Company gestita dall’Italia è solo formalmente una società inglese: questo significa che nel Regno Unito è presente unicamente la sede legale mentre oggetto sociale, amministratori, dipendenti e infrastrutture operative sono tutti ubicati in Italia. In pratica la LTD rappresenta una scatola vuota che non svolge nessun tipo di attività industriale e commerciale in UK, ovvero ci troviamo difronte ad una holding passiva.

L’Agenzia delle Entrate è alquanto attenta a queste situazioni è ha facoltà, in presenza dei suddetti presupposti, di riportare in modo coattivo la residenza fiscale della società in Italia. Ecco spiegato perché è quantomai opportuno agire con estrema attenzione per evitare contestazioni con l’Amministrazione finanziaria italiana e rivolgersi a consulenti con esperienza nel settore prima di procedere in maniera avventata ad operazioni dannose.

 

Spostare solo la residenza fiscale

Ottenere la residenza fiscale all’estero rappresenta un passo fondamentale per non versare le tasse in Italia e godere di una fiscalità agevolata. Tuttavia, è una procedura alquanto complessa che nasconde molti rischi e insidie. Chi ha poca esperienza in materia, pensa che sia sufficiente dimostrare di risiedere nel Regno Unito per almeno 6 mesi l’anno per perdere la residenza fiscale in Italia. Purtroppo, non è affatto semplice come potrebbe sembrare in apparenza.

Sussistono innumerevoli requisti che l’Agenzia delle Entrate richiede al fine di dimostrare di aver effettivamente trasferito la propria residenza all’estero. Ad esempio, il soggetto non deve più avere alcun tipo di legame economico e affettivo in l’Italia. Se un imprenditore dichiara il trasferimento in Inghilterra lasciando però moglie e figli in Italia, il cambio di residenza fiscale verrà considerato dalle autorità come fittizio con tutte le conseguenze del caso.

Ancora una volta suggeriamo di richiedere la consulenza di un esperto prima di procedere, evitando così di incorrere in pesanti sanzioni o la revoca dei benefit ottenuti.

 

Azienda con personale numeroso

Se l’attività d’impresa richiede una cospicua forza lavoro, decidere di aprire una LTD potrebbe non essere la scelta più vantaggiosa. Infatti, la manodopera nel Regno Unito presenta costi molto più alti anche dell’Italia.

Un’alternativa potrebbero essere quei Paesi dove i costi per il personale sono bassi come la Slovenia, l’Albania o, in generale, un po’ tutta l’Europa dell’est. In questi casi non bisogna però sottovalutare le probabili difficoltà nel reperire lavoratori altamente specializzati.

 

Apertura LTD nel Regno Unito: attenzione alla proposte online

In rete si possono trovare innumerevoli pseudo esperti che propongono l’apertura di una Limited Company a costi irrisori. Il più delle volte, dietro a offerte allettanti si cela, se non una vera e propria truffa, la consegna del solo Certificato di Incorporazione presso la Camera di Commercio Britannica. All’ignaro imprenditore viene assicurato che con tale documento può continuare a svolgere la propria attività dall’Italia senza più pagare imposte sui redditi.

Innanzitutto, è bene sapere che possedere unicamente il Certificato di Incorporazione serve a ben poco, e con molta probabilità è insufficiente anche per aprire il conto corrente bancario della LTD nel Regno Unito. La situazione non migliora se l’attività viene svolta online e gestita da un amministratore segreto, visto che una LTD non può essere anonima ma deve avere una ragione sociale e presentare i dati anagrafici di almeno un socio e un amministratore.

Quindi, è opportuno scegliere con attenzione l’intermediario ed evitare proposte a costi troppo bassi che portano come conseguenza solo problemi fiscali sia con le autorità inglesi che italiane.

 

Acquisto di immobili tramite una Limited Company

Una questione interessante riguarda la possibilità di evitare il versamento dell’IMU su immobili situati in Italia ma acquistati attraverso una LTD inglese.

La legge italiana però è molto chiara al riguardo e prevede il versamento dell’Imposta Municipale Unica per gli immobili ubicati sul territorio dello Stato italiano, indipendentemente dalla residenza del proprietario.

Perciò, anche e se un immobile risultasse di proprietà di una LTD, si dovranno comunque pagare le imposte patrimoniali e quelle indirette. L’unico sostanziale vantaggio dell’acquisto di un immobile in Italia tramite società estera è la protezione patrimoniale che deriverebbe da tale operazione.

 

L’importanza di affidarsi a professionisti preparati

Vista la complessità dell’argomento e i rischi che si possono correre non adottando comportamenti corretti, è opportuno rivolgersi sempre a  specialisti con notevole esperienza nel settore. Rappresenta l’unico modo per pianificare in tutta sicurezza l’apertura della LTD nel Regno Unito e, al contempo, soddisfare appieno le proprie esigenze imprenditoriali, avendo comunque un occhio di riguardo verso il risparmio fiscale.

Purtroppo, molto spesso, si fa ricorso a consulenti quando ormai la società è stata avviata con il solo intento di non pagare le imposte in Italia. In questi casi non rimane che chiudere la Limited Company e accordarsi con le autorità pagando le eventuali imposte evase e le sanzioni previste dalla normativa.

Sono molti gli errori commessi abitualmente da persone senza la minima esperienza. Il principale riguarda imprenditori che svolgono attività online e pensano che sia sufficiente la gestione tramite una LTD inglese per non versare le imposte. In tali frangenti, il rischio maggiore è dover rispondere sia alle autorità fiscali inglesi che a quelle italiane.

Da una parte possono scattare accertamenti in UK per verificare l’effettiva residenza dell’imprenditore e il rispetto dei requisti previsti. In presenza di violazioni, la HM Revenue & Customs provvederà ad applicare le sanzioni alla persona e alla società, dopodiché avviserà l’Agenzia delle Entrate.

Scatterà così il secondo accertamento da parte delle autorità italiane. Il controllo porterà, con tutta probabilità, al riconoscimento della residenza fiscale inglese come fittizia e alla conseguente esterovestizione societaria, con pagamento delle imposte evase e applicazione di pesanti ammende per il malcapitato.

   

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