Buoni benzina ai dipendenti: agevolazioni fiscali per le aziende
Il buono carburante è un benefit aziendale tra i più conosciuti e diffusi; rappresenta, insieme al buono pasto (utilizzato anche per acquisto di generi alimentari in negozi convenzionati), uno dei principali strumenti a disposizione dei datori di lavoro per mettere in atto politiche di welfare aziendale. Solitamente i buoni benzina vengono concessi ai dipendenti, ma spesso sono offerti in omaggio ai clienti. Esattamente come accade per i ticket restaurant, anche i buoni carburante godono di un trattamento fiscale agevolato:
“Permettono all’azienda una totale deducibilità entro l’importo massimo consentito e non concorrono alla formazione del reddito imponibile del beneficiario.”
Per il 2022 il Governo ha introdotto alcune novità nel settore energetico attraverso l’articolo 2 del DL 21/2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 marzo ed entrato in vigore il giorno seguente. Si tratta di iniziative comprese nel pacchetto di manovre urgenti necessarie per contrastare i pensanti effetti economici causati dall’invasione russa in Ucraina e il conseguente aumento vertiginoso del prezzo del petrolio.
Cerchiamo di capire come funzionano i buoni carburante, quali sono i vantaggi fiscali per azienda e lavoratore e cosa cambia con le ultime disposizioni emanate del Governo.
Indice:
Come funziona il buono carburante
I buoni benzina sono benefit aziendali ampiamente diffusi ed elargiti da moltissime aziende ai propri dipendenti per contribuire alla spesa del rifornimento di carburante. Il meccanismo è del tutto simile a quello dei voucher per il pagamento dei pasti. Il datore di lavoro può decidere di concedere il buono carburante come un benefit a sé stante, oppure aggiungerlo alle misure di welfare già adottate (ad esempio le auto aziendali). È prassi piuttosto comune utilizzare questo strumento anche come forma di omaggio per la clientela.
Il principio di funzionamento del buono benzina è alquanto semplice. L’azienda sottoscrive un contratto con un distributore locale, oppure con una grande società di rifornimento al fine di permettere a tutti coloro che hanno ricevuto il voucher di acquistare gratuitamente benzina, diesel, gpl o metano.
Pertanto, dipendenti o clienti dovranno recarsi presso uno specifico distributore indicato dall’azienda (comunque appartenente ad una determinata compagnia petrolifera), effettuare il rifornimento del veicolo di proprietà, oppure di un mezzo aziendale, e presentare il buono cartaceo o in formato elettronico al momento del pagamento.
Chi ha diritto al buono carburante?
Il buono benzina viene riconosciuto a lavoratori dipendenti e assimilati, senza alcun limite di ruolo o reddito. Non ha alcuna rilevanza nemmeno la tipologia del contratto di lavoro. Quindi, possono ricevere il benefit le seguenti categorie:
- lavoratori a tempo indeterminato;
- lavoratori a tempo determinato;
- lavoratori a tempo parziale;
- lavoratori a progetto;
- collaboratori coordinati e continuativi;
- apprendisti e stagisti.
Ricordiamo che ai fini dell’assegnazione del buono carburante, il lavoratore dipendente deve risultare assunto presso un’azienda privata, un ente non commerciale (ONLUS, associazioni, fondazioni, ecc.), oppure essere titolare di partita IVA. Inoltre, è opportuno sottolineare come la normativa non preveda l’obbligo di concessione del benefit alla generalità, oppure a categorie di dipendenti, bensì ammette il riconoscimento del voucher anche a un singolo lavoratore.
Sono invece esclusi dal buono carburante i dipendenti pubblici, nonché i titolari di partita IVA.
Vantaggi fiscali dei buoni benzina
I buoni carburante assicurano agevolazioni fiscali sia all’azienda che al dipendente. Il datore di lavoro può beneficiare di una totale deducibilità ai fini IRES, da applicare in base alle seguenti regole:
- per benefit concessi ai dipendenti la deduzione del 100% vale fino ad un importo massimo di 258,23 euro su base annua (durante la pandemia da Covid-19, nel biennio 2020 e 2021, il limite è stato raddoppiato e portato a 516,46 euro). Superando tale soglia si dovrà applicare la tassazione ordinaria sull’intero ammontare del buono carburante;
- per benefit concessi come omaggio ai clienti, la deduzione del 100% è valida solo se l’importo risulta pari o inferiore a 50 euro. Oltrepassando il limite, l’ammontare dovrà essere contabilizzato come spesa di rappresentanza applicando le corrispondenti percentuali di deducibilità.
Per il beneficiario del bonus carburante l’importo non costituisce reddito ai fini IRPEF, di conseguenza non dovrà essere inserito nella dichiarazione dei redditi (fermo restando il rispetto del tetto massimo di importo annuo).
Non dimentichiamo come i buoni carburante riservino anche un vantaggio contributivo, nel senso che datore di lavoro e dipendente non dovranno versare sui benefit alcun contributo previdenziale (a patto che venga rispettato il limite deducibile).
Costi di gestione dei buoni benzina
Per la gestione dei buoni benzina, l’azienda deve sostenere costi variabili in base al contratto stipulato con il fornitore del carburante e le commissioni applicate da quest’ultimo. Altro elemento che incide sulle spese è la tipologia del buono, vale a dire se utilizzato in formato elettronico oppure cartaceo.
Nel primo caso, oltre ai costi di emissione della carta prepagata e per la ricarica, qualora previsti, l’azienda non deve sostenere alcun ulteriore costo fisso. In assoluto, i buoni carburante più economici sono quelli elettronici usa e getta che vengono forniti al beneficiario semplicemente tramite e-mail. Viceversa, le maggiori spese di gestione si hanno con i voucher cartacei che, oltre ad essere assai meno pratici, richiedono una fatturazione più macchinosa.
Bonus carburanti: le novità
La crescente tensione tra Russia e Ucraina sfociata con lo scoppio della guerra tra i due Paesi ha portato ad un’impennata delle quotazioni del petrolio e, di conseguenza, del prezzo di benzina e diesel alla pompa.
Il Governo è intervenuto allo scopo di contrastare la difficile situazione economica e calmierare il caro-prezzi tramite il Decreto Energia. Tra le misure principali, entrate in vigore a partire dal 22 marzo 2022, ci sono la riduzione temporanea di parte delle accise applicate sui carburanti e l’introduzione di un bonus benzina pari a 200 euro.
In pratica, tale cifra si somma ai 258,23 euro che le aziende possono offrire come benefit sulla spesa del carburante. Quindi, in teoria, il buono può raggiungere un ammontare annuo massimo di 458,23 euro, risultando completamente esentasse per il datore di lavoro e senza concorrere alla formazione della base imponibile IRPEF e alla contribuzione previdenziale per il dipendente.
Hanno diritto al bonus benzina da 200 euro le medesime categorie di lavoratori che possono già godere del benefit per l’acquisto di carburante concesso a titolo gratuito dall’azienda.
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