Bonus Renzi: a chi spetta, importi, eventuale restituzione e novità
Il Bonus Renzi è un aiuto economico introdotto nel 2014, e da allora viene riconosciuto a chi è titolare di reddito da lavoro dipendente o assimilato, qualora rispetti determinati requisiti. Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2020 arrivano importanti novità, tra cui il cambio di veste del Bonus Renzi: dal 1° luglio verrà ampliato il numero dei beneficiari e applicato sotto forma di detrazione fiscale per le fasce di reddito più alte.
Si tratta di un’iniziativa che rientra in quelle manovre introdotte per dare un deciso taglio alle tasse sul lavoro, ovvero portare alla tanto agognata riduzione del cuneo fiscale sulle persone fisiche. La Legge di Bilancio 2020 prevede, tra le altre cose, anche l’istituzione di un fondo per la riduzione del carico fiscale gravante sui lavoratori dipendenti; rappresenta una preziosa risorsa a sostegno delle misure urgenti previste dal Governo per alleggerire la pressione tributaria. Dal 1° luglio 2020 dovrebbe aver inizio una stagione di tagli alle imposte che riguarderà una platea di circa 16 milioni di lavoratori nella fascia di reddito tra 8.174 e 40.000 euro, con il nuovo bonus fiscale che contribuirà a rendere più pesanti molte buste paga.
In questa guida cercheremo di capire cosa succede ai famosi 80 euro che fino ad oggi molti lavoratori dipendenti hanno percepito mensilmente, a quali categorie spetta l’agevolazione, quali sono i nuovi limiti di reddito e come si calcola l’importo del bonus e della detrazione fiscale.
Indice:
- Caratteristiche del Bonus Renzi fino a giugno 2020
- Bonus Renzi 2020: quali novità ha introdotto la nuova Legge di Bilancio?
- Categorie di lavoratori che hanno diritto al bonus Renzi 2020
- Il reddito per il calcolo del bonus Renzi è al netto o al lordo?
- Calcolo del bonus Renzi 2020
- Il Bonus Renzi è un importo tassato?
- Quando va restituito il Bonus Renzi
Caratteristiche del Bonus Renzi fino a giugno 2020
Prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni a partire da luglio 2020, il Bonus Renzi continuerà ad essere erogato e ricevuto secondo i vecchi criteri. In pratica, è un contributo pari ad un massimo di 80 euro e versato mensilmente nella busta paga dei lavoratori che rispettano i requisiti richiesti.
Di conseguenza, rappresenta un credito IRPEF riconosciuto solo a determinate categorie di contribuenti, il cui reddito complessivo rientra in un preciso range: ovvero compreso tra 8.174 euro e 26.600 euro. In realtà, la misura piena, pari a 960 euro annui, spetta solo ai redditi inferiori alla soglia di 24.600 euro, superata la quale, l’agevolazione, va via via abbassandosi secondo un meccanismo di decalage, fino ad azzerarsi raggiunto il limite di 26.600 euro.
Risulta a carico del datore di lavoro l’onere di accreditare in automatico nella busta paga la cifra spettante, dopo aver verificato il rispetto dei requisiti reddituali del beneficiario. Quindi, il lavoratore non dovrà inoltrare alcuna richiesta: se ne ha diritto riceverà l’accredito sullo stipendio ogni mese nella misura piena di 80 euro, oppure con cifre inferiori in base al proprio reddito.
Vediamo di capire cosa cambia a partire da luglio 2020, quando entreranno in vigore le nuove disposizioni per il taglio del cuneo fiscale previste dal Governo.
Bonus Renzi 2020: quali novità ha introdotto la nuova Legge di Bilancio?
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del D.L n.3/2020, è stato dato il via libera alle norme in materia di riduzione del cuneo fiscale per le persone fisiche.
Cosa cambia per il Bonus Renzi da 80 euro?
Nello specifico, a partire dal 1° luglio 2020, aumenterà l’importo dell’aiuto e la platea degli aventi diritto secondo le seguenti soglie di reddito:
- da 8.174 euro a 26.600 euro: il bonus fiscale passa da 80 euro a 100 euro al mese, quindi con un aumento in busta paga di 20 euro;
- da 26.600 euro a 28.000 euro: il bonus spettante ammonta a 100 euro. Si tratta di circa 75mila lavoratori dipendenti che fino ad oggi erano esclusi dall’agevolazione e, invece, da luglio di quest’anno troveranno 100 euro in più nello stipendio mensile;
- da 28.001 euro a 35.000 euro: la legge prevede l’applicazione di una detrazione fiscale a partire da 480 euro, scalando progressivamente fino a 80 euro per i redditi più alti;
- da 35.001 euro fino a 40.000 euro: la detrazione fiscale parte da 80 euro, azzerandosi al raggiungimento del limite reddituale massimo.
Giusto per riassumere, il bonus da 100 euro è concesso a chi ha un reddito superiore a 8.174 euro e inferiore a 28.000 euro, mentre superando tale soglia e fino ad un massimo di 40.000 euro spetta una detrazione d’imposta con valore decrescente all’aumentare del reddito.
Dal 1° luglio quindi, tutti i lavoratori dipendenti appartenenti alle fasce di reddito più basse (quelli che percepivano gli 80 euro di Renzi, per chiarire) riceveranno un aumento, di 20 euro al mese. Più sensibile la variazione in busta paga per quei lavoratori nel range reddituale compreso tra 26.600 euro a 28.000 euro. In questo caso si passa, dal non aver alcun diritto al Bonus Renzi, a ritrovarsi in busta paga 100 euro netti in più al mese.
Per quanto riguarda i redditi inferiori a 8.174 euro non spetta alcun taglio del cuneo fiscale. Il semplice motivo è che si tratta di contribuenti rientranti nella cosiddetta categoria degli incapienti d’imposta. Quindi dal nuovo bonus fiscale 2020 continuano a rimanere esclusi all’incirca 4 milioni di soggetti facenti parte della cosiddetta No Tax Area.
Categorie di lavoratori che hanno diritto al bonus Renzi 2020
Sono molti i contribuenti che potranno beneficiare del nuovo bonus fiscale e più precisamente:
- lavoratori dipendenti;
- contribuenti che percepiscono reddito da lavoro assimilato;
- soci di cooperative;
- lavoratori dipendenti che vengono pagati per svolgere mansioni conto terzi;
- lavoratori con contratti a progetto;
- collaboratori coordinati e continuativi;
- lavoratori socialmente utili sulla base di specifiche disposizioni normative;
- lavoratori che percepiscono l’indennità di mobilità;
- lavoratori in cassa integrazione;
- disoccupati che ricevono l’indennità Naspi;
- titolari di borse di studio;
- sacerdoti.
In aggiunta a questa lunga schiera di beneficiari la Legge di Stabilità del 2016 ha riconosciuto il Bonus Renzi anche alle Forze dell’Ordine, secondo i medesimi criteri e requisiti applicati per i lavoratori delle sopra citate categorie. In particolare, possono ricevere l’agevolazione tutti i dipendenti di:
- Polizia;
- Carabinieri;
- Guardia di finanza;
- Esercito;
- Aeronautica;
- Marina Militare;
- Corpo nazionale vigili del fuoco;
- Capitaneria di Porto;
- Corpo forestale;
- Corpo militare volontario della Croce Rossa italiana;
- Corpo infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana.
Da questa interminabile lista rimangono esclusi, essenzialmente, i titolari di reddito professionale e partite IVA, i pensionati (tranne chi percepisce l’Ape social) e alcune categorie appartenenti alla Pubblica Amministrazione.
Il reddito per il calcolo del bonus Renzi è al netto o al lordo?
Fino ad ora abbiamo parlato di limiti e soglie di reddito, requisiti fondamentali per stabilire chi ha oppure no diritto all’agevolazione. È altresì importante capire se suddetto reddito sia da considerare al netto o, invece al lordo. Andando ad analizzare la normativa, il legislatore specifica come il Bonus Renzi sia erogabile nel momento in cui l’IRPEF lorda risulti superiore alle detrazioni spettanti.
A tal proposito viene citato un reddito complessivo, da intendere come l’importo precedente l’applicazione dell’aliquota contributiva. Ne consegue che per il calcolo di spettanza del bonus è necessario prendere come riferimento il reddito lordo, aggiungendo che il suo calcolo dev’essere effettuato al netto dell’abitazione principale e non tenendo conto di eventuali indennità percepite come, ad esempio, l’anticipo del TFR.
Calcolo del bonus Renzi 2020
Fino al 31 giugno 2020, tutti gli aventi diritto con reddito compreso tra 8.174 euro e 24.600 euro avranno diritto ad un compenso mensile netto di 80 euro, che corrisponde ad un importo annuale pari di 960 euro. Rappresenta la massima quota attualmente spettante ad un beneficiario e corrisponde a 2,63 euro al giorno. Per essere precisi, se il mese è di 31 giorni la somma sarà di 81,53 euro, mentre risulterà pari a 78,89 euro qualora il mese fosse di 30 giorni.
Per coloro che superano i 24.600 euro e fino al limite di 26.600 euro, il bonus non spetta più in maniera piena ma decrescente, azzerandosi una volta raggiunta la soglia massima. In questo caso, per il calcolo si deve tener conto del numero di giorni lavorativi del mese e della differenza tra 26.600 euro e lo stipendio lordo percepito, dividendo il tutto per un fattore fisso di 2000. Facciamo un esempio per chiarire: supponendo un reddito lordo di 25.500 euro, il Bonus Renzi dovrà essere così calcolato:
- 26.600 – 25.500 = 1.100;
- 1.100 / 2.000 = 0,55 (indicatore);
- 960 x 0,55 = 528 euro (Bonus Renzi annuale spettante).
A partire dal 1° luglio 2020, considerando gli aumenti che abbiamo indicato nello specifico paragrafo, si raggiungerà un importo massimo di 1.200 euro annui (calcolato per l’intero 2021 e 600 euro per i soli 6 mesi restanti fino a dicembre 2020) per redditi lordi fino a 28.000 euro. Per redditi compresi tra 28.001 e 35.000 euro si dovrà invece applicare la seguente formula per ottenere la detrazione d’imposta:
- 480+[120 x (35.000-Reddito Complessivo)/7.000].
Per i redditi a partire da 35.001 euro fino a 40.000 euro la formula per conoscere la detrazione d’imposta è invece:
- 480x[(40.000-Reddito complessivo)/5.000)].
Il Bonus Renzi è un importo tassato?
Trattandosi di un credito IRPEF inserito direttamente in busta paga, una domanda che molti si pongono è se la cifra ricevuta sia sottoposta a tassazione oppure no. In realtà, il Bonus Renzi è completamente esentasse, ovvero tutto ciò che si riceve in più nello stipendio a fine mese è un importo netto.
Infatti, basta prendere una busta paga e osservare come la voce D.L. n. 66/2014, relativa al bonus, sia riportata a fine cedolino. Ciò significa che si tratta di un importo inserito dopo l’applicazione l’IRPEF lorda e delle eventuali detrazioni da parte del sostituto d’imposta, ossia il datore di lavoro.
Quando va restituito il Bonus Renzi
Siccome il Bonus Renzi viene elargito in base a soglie reddituali, se tali limiti non vengono più rispettati a causa, ad esempio, di aumenti salariali nel corso del periodo di imposta, il beneficiario dovrà provvedere a restituire quanto ricevuto. Sono situazioni che capitano con una certa frequenza, non solo a causa dell’aumento del reddito, ma anche per errori commessi nel compilare la dichiarazione dei redditi attraverso il modello 730 precompilato.
Nello specifico la restituzione avviene nei seguenti casi:
- il reddito scende sotto 8.174 euro. Il contribuente passa nella No Tax Area in cui le detrazioni da lavoro dipendente sono pari o addirittura superiori all’IRPEF lorda. Il soggetto non ha più alcun diritto di ricevere il bonus di 80 euro mensili;
- il reddito supera i 26.600 euro, quindi si perdono i requisiti per beneficiare dell’agevolazione.
Come abbiamo visto, se il reddito varca la soglia dei 24.600 euro il bonus non verrà più ricevuto in forma piena di 80 euro al mese, ma subirà una diminuzione tanto crescente quanto maggiore è la vicinanza alla successiva soglia di 26.600 euro.
Il lavoratore che deve restituire la somma indebitamente ricevuta, dovrà provvedere ad un rimborso oppure un conguaglio da inserire nella dichiarazione dei redditi di fine anno. Spetterà sempre al datore di lavoro, in quanto sostituto d’imposta, effettuare il conguaglio nel mese di dicembre con scalo dell’importo nella busta paga di gennaio.
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